UN ADULTO PORCO ED UNA MADRE SNATURATA

Salerno, 28 novembre 2013

Ambrogio IETTO

La testa di maiale al posto sbagliato

I venti lettori, cinque in meno dei venticinque di manzoniana memoria, che leggono le periodiche mie considerazioni inerenti al modo di intendere e di praticare la politica da parte del sindaco De Luca, ricordano che le stesse non sono per niente convergenti e generose nei suoi riguardi. Non mi convince come egli intende applicare, nella conduzione dell’istituzione che rappresenta, i concetti di libertà e di democrazia. Non mi ha mai entusiasmato il sistema di vassallaggio ideato ed introdotto di fatto nella gestione della cosa pubblica. Mi trova insofferente la tecnica comunicativa che adotta nel corso delle settimanali omelie televisive. Spesso mi irrita il tono aggressivo col quale socializza un codice linguistico assolutamente improponibile per ascoltatori e lettori di una comunità dalla forti e rispettabili tradizioni culturali. Non condivido nemmeno la forzosa ed impropria autoironia utilizzata su Facebook per commentare il gravissimo atto compiuto nei suoi riguardi con la sistemazione, da parte di ignoti, di una testa mozzata di maiale nell’androne dello stabile ove egli abita.

L’atto compiuto è di particolare gravità e va duramente condannato e attivamente perseguito da parte dell’autorità inquirente. Vincenzo De Luca, come ognuno di noi, può avere delle convinzioni e dei comportamenti opinabili ma è persona umana, degna di tutela e di rispetto; inoltre, per gli incarichi istituzionali che ricopre, è espressione di mandato popolare e va contrastato esclusivamente coi metodi propri della democrazia.

Nella stessa nostra città, mentre si ideava l’atto di intimidazione malavitosa nei confronti del sindaco e vice ministro della Repubblica, un adulto sessantaquattrenne veniva arrestato perché, secondo l’accusa, ritenuto responsabile di induzione alla prostituzione e violenza sessuale su una ragazzina di 13 anni.

Con lui raggiungeva le locali carceri la mamma della fanciulla ritenuta dagli inquirenti conduttrice delle trattative e patrocinatrice degli incontri intimi della propria giovanissima figliola.

Se le accuse gravissime dovessero risultare fondate, supportate come sono anche da intercettazioni di telefonate intercorse tra l’adulto imprenditore dell’agro nocerino e la mamma della ragazzina di Matierno e contenenti conversazioni finalizzate a raggiungere accordi sugli orari e sui luoghi degli incontri con la preadolescente, allora la testa mozzata del maiale, lasciata come messaggio di minaccia a De Luca, andrebbe collocata stabilmente sul capo del sessantaquattrenne al fine di farlo agevolmente identificare dalla comunità come autentico porco, cioè di persona particolarmente ingorda non di alimenti ma della fragilità di una quasi bambina concepita da una mamma degenere e snaturata.

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