ATTENDERE CON CALMA PER VERIFICARE LE CAPACITA’ EFFETTIVE DI RENZI NEL TRADURRE IN FATTI CONCRETI LE SUE PROMESSE DI RADICALE CAMBIAMENTO

Salerno, 11 dicembre 2013

Ambrogio IETTO

Renzi sì, Renzi no

Non mi sono lasciato tentare dall’idea di mettermi in fila e di andare a votare per le primarie del partito democratico. Né risponderei all’invito di altra forza politica del centro o del centrodestra se dovesse anche in queste aree politiche attivarsi un simile marchingegno.

Credo che si tratti di un meccanismo ipocrita e, nella sostanza, eterodiretto.

Come può spiegarsi che nel giro di un anno il milione e 545 mila voti assegnati a Bersani nel dicembre 2012(61,11% ) si siano catapultati a favore di Renzi che, battuto allora sonoramente dal politico piacentino, si attestò a 983.222 suffragi ( 38,99% ) contro il 68 % acquisito nella consultazione di domenica scorsa ? Angelo Panebianco, nell’editoriale di ieri sul ‘ Corriere’, ha richiamato l’indovinato termine inglese ‘bandwagoning ‘ che sta per ‘saltare sul carro del vincitore ‘.

E Salerno ha dato conferma solenne ed esplicita della bontà di questa tecnica che ha avuto una non trascurabile incidenza sul successo del sindaco di Firenze e che rappresenterà per lui uno dei rompicapi da risolvere.

De Luca, infatti, non è il solo che vuole andare all’incasso dopo aver dirottato i propri esecutori d’ordine a favore del vincente. Da quanto è possibile decodificare dalle sue laconiche espressioni verbali e dalle più esplicite manifestazioni facciali e gestuali sembra che sia rimasto già deluso ed incavolato dai nomi dei 12 ragazzi 12 scelti per la segreteria.

Per lui, ora, la partita più difficile si giocherà per la candidatura a presidente della giunta regionale della Campania ove potrebbe imbattersi nell’opposizione della stessa componente napoletana vicina al neo – segretario nazionale.

Va anche aggiunta la possibilità che, in caso di elezioni politiche anticipate, possa trovare una buona collocazione per il rilancio parlamentare l’ex senatore Alfonso Andria che aveva giurato fedeltà a Renzi prima di De Luca, per il tramite del suo sponsor Franceschini. E’ impossibile, inoltre, prevedere l’effetto che potrà produrre l’avvenuta elezione all’assemblea nazionale del giovane suo genero avvocato Federico Conte sia pure col marchio di fabbrica Cuperlo.

Di certo il pragmatismo e la buona pratica della trattativa costituiscono segni distintivi della personalità di De Luca che giorni fa si è finanche umiliato nell’andare ad ossequiare a Napoli il giovane toscano, ineffabile chiacchierone più che fine comunicatore.

Egli, nel corso della sua campagna elettorale, infatti, ha bastonato il sindacato, ha cantato il requiem agli ultimi nostalgici comunisti, si è dichiarato indisponibile agli inciuci, ha detto di aborrire i professoroni e di considerarsi un riformista non noioso tanto da indicare nel nove di dicembre la data di avvio del divertimento suo e dei suoi amici.

Dimentica, però, che risultati così importanti ( tra questi ‘ l’autorevolezza sociale del ruolo dell’insegnante’ e la centralità del sistema educativo – scolastico ) si conseguono in compagnia e con l’assenso di altre rappresentanze parlamentari.

Renzi e De Luca rassomigliano molto al Cavaliere Berlusconi sia nell’eloquio sia nell’enfatizzazione dei contenuti.

A dicembre 2012, all’indomani della sconfitta nelle primarie, il fiorentino individuò la causa della sconfitta nel non essere stato capace di scrollarsi ‘ di dosso, fuori della Toscana, l’immagine di essere un ragazzotto ambizioso che vuole fare chissà che cosa ‘.

A lume di naso il tasso di ambizione, a distanza di un anno, è cresciuto vorticosamente ma è riuscito a vincere, ottenendo un consistente, lusinghiero successo.

Pertanto Renzi sì, Renzi no. E’ opportuno attendere un po’ prima di catalogarlo definitivamente.

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