LO SFIZIO DI OLTRAGGIARE LA SCUOLA DEI PICCOLI UNO DEI POCHI LUOGHI OVE SI TENTA DI EDUCARE AL RISPETTO DELLE REGOLE E ALLA CITTADINANZA ATTIVA

Salerno, 12 gennaio 2014

Ambrogio IETTO

Il furto ad una scuola elementare

Ieri “ Cronache “, dedicando quasi un’ intera pagina all’incursione notturna operata da ignoti presso l’edificio che ospita le classi di scuola primaria a Mariconda di Salerno, in via Pasubio, ha utilizzato il vocabolo inglese ‘blitz’ che, tradotto nella nostra lingua, sta a significare ‘ rapida ed inaspettata operazione’ quasi sempre da attribuire alle forze dell’ordine.

Nel caso specifico il titolo coniato dal redattore risulta egualmente pertinente per evidenziare la rapidità e l’imprevedibilità dell’atto compiuto da giovani balordi verso un’istituzione scolastica che ospita fanciulli dai sei ai dieci/undici anni e che, quasi sempre, per consolidate carenze di finanziamento da parte dello Stato, è priva di sofisticate strumentazioni didattiche funzionali a rendere più agevoli i processi di apprendimento degli allievi.

Dunque la sortita notturna di questi disadattati sociali molto probabilmente può essere stata motivata dall’improvvisa decisione di ‘ fare qualcosa di diverso e di sfizioso’. Così l’edificio scolastico che ospita la scuola è parso come l’ambiente – simbolo, il contesto situazionale da aggredire e da violentare.

Essi sapevano bene che, nel migliore dei casi, se fossero stati fortunati, avrebbero potuto recuperare qualche euro dal distributore delle merendine. Così il blitz, ideato in pochi attimi, ha avuto per obiettivo la scuola e, in particolare, l’ambiente ove le generose e volitive docenti depositano schemi e tabulati didattici, ipotesi di lavoro, materiale documentario finalizzato a rendere meno astratto e più coinvolgente la non semplice dinamica dell’insegnare e dell’apprendere.

In quell’atto vandalico veniva finalmente scaricata la repressione avvertita qualche anno prima quando, tra quelle stesse mura, sapienti mediatrici culturali tentavano di motivarli alla cittadinanza attiva, al rispetto delle regole, alla convivenza pacifica, alla corresponsabilità, al senso dell’appartenenza e della tutela delle cose e degli oggetti che sono dell’intera comunità.

Il comportamento vandalico manifestato da questi ragazzacci sta anche a confermare la condizione di solitudine che, in senso lato, vive la scuola coi suoi operatori.

Se si escludono esperienze oratoriali e parrocchiali pedagogicamente significative l’istituzione scolastica rimane il solo luogo ove si tenta, tra mille difficoltà, di realizzare tra coetanei ambienti di apprendimento contraddistinti dal dialogo e dal rispetto reciproco.

Il mondo adulto esterno all’istituzione educativa spesso rimane indifferente o impotente verso atti di insofferenza, di intolleranza e di illegalità che contraddistinguono la nostra quotidianità.

Pertanto ben vengano anche le telecamere volute dal sindaco De Luca, pronte ad inquadrare la signora in perizoma, in flagranza di reato non per atti osceni ma per deposito improprio di rifiuti domestici.

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