L’ENFANT PRODIGE D’ATTORRE: DA ALLIEVO DI DE LUCA A PORTAVOCE DEL GRUPPO OLIGARCHICO VETERO – COMUNISTA

Salerno, 22 gennaio 2014

Ambrogio IETTO

D’Attorre, il cattivo allievo di De Luca

Per chi si interessa di pedagogia e di didattica, come chi scrive, si sa che non sempre gli esiti formativi degli allievi finiscono col rispondere agli obiettivi delineati e perseguiti dal maestro.

E’ questa la temporanea conclusione cui forse è possibile giungere, soffermandosi a riflettere sul prestigioso itinerario politico – istituzionale percorso dal quarantenne deputato del partito democratico Alfredo D’Attorre.

Si ricorderà che il predetto ricoprì il ruolo, sicuramente meritato, di enfant prodige dell’onorevole De Luca che, seguendolo con occhio benevolo ed intelligenza acuta e speranzosa, gli affidò di fatto la conduzione ufficiale del partito in provincia di Salerno. Poi questo rapporto privilegiato si ruppe e il giovane D’Attorre, approdato alla corte dell’onorevole Bersani, non si sforzò molto per far valere, non solo la fertile attività elaborativa della sua intelligenza orientata da tempo lungo il filone della filosofia del diritto, ma anche la competenza maturata nell’implementare alcuni essenziali principi della disciplina privilegiata con la prassi politica di tutti i giorni in contesti socio – culturali propri dell’antropologia meridionale.

Il politico piacentino, cui è doveroso augurare una piena, vigile ripresa dopo l’ictus che l’ha colpito, decise così di affidare dal febbraio 2012 a D’Attorre l’incarico di commissario regionale del partito democratico in Calabria. Questa designazione fu propedeutica al suo inserimento, in una posizione privilegiata, nella lista del PD nella XXIII Circoscrizione calabrese.

Scontata l’elezione a deputato il giovane ricercatore di filosofia del diritto divenne il 5 giugno 2013 responsabile nazionale per le Riforme del Partito Democratico all’interno della segreteria nazionale retta dall’ex sindacalista Guglielmo Epifani.

Le Agenzie di Stampa si diedero subito da fare per lanciare le dichiarazioni di D’Attorre che, ad esempio, fu tra i primi, assieme agli onorevoli Censore, Bindi, Stumpo ed altri, a sottoscrivere un documento che evidenziava ‘ la continua ed inarrestabile sequela di atti delittuosi’ in Calabria e, facendo riferimento all’attentato subito a fine maggio 2013 dai congiunti della signora sindaco di Isola Capo Rizzuto in provincia di Crotone, le esprimeva anche la dovuta solidarietà.

D’Attorre non poteva immaginare che la sindaco – donna, sostenuta anche da lui, è stata poi arrestata, nei primissimi giorni di dicembre scorso, addirittura con l’accusa di aver fruito dell’appoggio, in termini elettorali, della cosca Arena.

Inghiottito il brutto rospo, l’onorevole ragazzino ha cominciato a prendersela poi con Renzi. Tante le sue dichiarazioni contro il sindaco di Firenze, neo segretario del partito democratico, invitato da D’Attorre a non incontrare ‘ il pregiudicato Berlusconi’, minacciando anche la fine dell’attuale maggioranza in caso di patto Renzi – Berlusconi.

Ma il neo-deputato, lucano come De Luca e quarantenne quasi come Renzi, si è sentito rintuzzare dal fiorentino: “ Non dirò D’Attorre ‘chi?’ per evitare che si dimetta anche lui come Fassina. E’ il solito giro di persone come D’Attorre che non si ricordano che un mese fa i cittadini mi hanno chiesto di fare velocemente e lui…”.

Ora si comprende meglio perché De Luca decise di appoggiare Renzi. Con Cuperlo, D’Alema e compagni avrebbe corso il rischio di incontrare da vicino il cattivo allievo D’Attorre.

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