Archivio per gennaio, 2014

L’INFANZIA VA TUTELATA SEMPRE E COMUNQUE

18 gennaio 2014

Salerno, 18 gennaio 2014

Ambrogio IETTO

Dalla parte di Carlo e Luca

Entrare ‘dentro la notizia’, così come vuole lo specifico lessico giornalistico, quasi sempre non è agevole operazione mentale. Si tratta di possedere una versione sufficientemente attendibile ed oggettiva dei fatti e dei soggetti che diventano o risultano protagonisti di quanto è accaduto e che, di conseguenza, sono al centro dell’attenzione altrui.

Comunque anche la puntuale acquisizione degli indispensabili elementi di conoscenza suggerisce prudenza e cultura del rispetto nel caso in cui la vicenda oggetto della riflessione è alimentata da complesse dinamiche emotivo – affettivo – relazionali costruite nel tempo e forse disfatte in pochi minuti a causa di sopraggiunte emozioni probabilmente contrarie e contrapposte a quelle che diedero origine all’intesa tra due persone generatrici di prole.

La premessa tende a non entrare nel merito della lacerante e sofferta storia che, di fatto, attribuì ai piccoli Carlo e Luca il ruolo di vittime sostanzialmente indifese. Queste considerazioni tendono soltanto ad esprimere pieno assenso all’ordinanza emessa dalla dottoressa Elisabetta Boccassini che, nella qualità di Gip del tribunale di Salerno, non ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero dottor Cardea in merito all’indagine che vede indagati poliziotti, psicologa ed assistente sociale per presunto abuso di ufficio e violenza privata.

Ci si riferisce in sostanza a come i predetti il 15 marzo 2013 diedero esecuzione all’ordinanza del Tribunale per i Minori di Salerno che disponeva l’allontanamento dei due fratellini dalla protezione e dall’assistenza della madre.

Ovviamente non oso esprimere giudizi sulle cause e sui conseguenti comportamenti dei genitori che determinarono la rottura della loro originaria intesa. Così non mi permetto entrare nel merito della procedura seguita dai referenti istituzionali incaricati di dare esecuzione ad una delicatissima decisione assunta dalla magistratura minorile.

Plaudo, invece, a quanto deciso dal gip Boccassini che proroga di altre due mesi le indagini al fine di acquisire eventuali nuovi elementi di conoscenza che consentano di avere un quadro chiaro e certo delle modalità seguite nella difficile operazione dell’allontanamento dei bambini dalla madre.

La decisione molto responsabilmente si schiera dalla parte dei bambini la cui identità risulta di già parzialmente compromessa.

Concedere più tempo nell’intento di salvaguardare l’oggettiva fragilità di due vittime indifese e di trasmettere un emblematico messaggio a quanti vivono o lavorano a contatto dell’infanzia è atto di grande responsabilità e di alta civiltà giuridica.

COSA RISERVA GOVERNANCE POLL 2013 AL SINDACO DI SALERNO

15 gennaio 2014

Salerno, 15 gennaio 2015

Ambrogio IETTO

L’indice di gradimento per De Luca

La rassegna del Governance Poll, vale a dire la classifica stilata ogni anno da IPR Marketing per il Sole 24 Ore, quotidiano della Confindustria, evidenzia un diffuso calo dell’indice di gradimento per i politici locali. Tra le eccezioni significative rientra quella di Stefano Caldoro, presidente della nostra giunta regionale, che guadagna cinque punti di gradimento rispetto all’anno scorso e supera anche il 54,7% che aveva raccolto nel marzo 2010, quando vinse le elezioni contro lo sfidante Vincenzo De Luca.

Il sindaco di Salerno, dal canto suo, conserva la terza posizione nel Governance Poll 2013 con punti 65,0, calando, però, di 7 unità in rapporto alla rilevazione del 2012 ed accusando la perdita di 9,42 punti in relazione al risultato acquisito in occasione della sua quarta elezione a primo cittadino.

Mentre il migliore giudizio espresso nei riguardi di Caldoro merita uno specifico approfondimento da esprimere in altra sede, la collocazione, comunque consolidata, di De Luca tra i primi livelli di gradimento non può non alimentare delle significative considerazioni.

La prima: è fuor di dubbio che il calo registrato non mette in discussione una leadership più o meno stabilizzata. Che essa sia frutto di un sistema di potere ampiamente collaudato è altro discorso. Infatti è sufficiente andare al sito del Comune e cliccare alla voce ‘staff del sindaco ’ per contare oltre 50 unità umane disponibili a pieno tempo per lui nella segreteria politica, all’Ufficio Relazioni col Pubblico, ai Sistemi informativi, all’Ufficio Studi e Programmazione.

Trattasi di una rete giustamente espressiva della fedeltà più assoluta al primo cittadino che, così, è messo nelle condizioni di disporre nell’immediatezza di dati e di elementi di conoscenza funzionali ad una visione globale e, allo stesso tempo differenziata, della struttura complessa di cui egli è il primo responsabile. L’organizzazione così strutturata consente a De Luca di avere un quadro chiaro di tutti gli interventi orientati al mantenimento e, negli auspici, all’ampliamento del consenso. La macchina attivata non ha nulla di illecito o di amorale; è semplicemente funzionale al controllo e alla misurazione del polso della città.

Questo è un innegabile merito da riconoscere all’onorevole De Luca e ai suoi collaboratori.

Il calo quantitativo dell’indice di gradimento, ininfluente ai fini della graduatoria generale, è fisiologico, dovuto probabilmente al progressivo consumarsi dello scontato rito delle finte inaugurazioni in occasione dei festeggiamenti del Santo Patrono, dell’autoesaltazione, di forzose comparazioni della nostra città con realtà non più mediterranee ed europee ma semplicemente planetarie, di un linguaggio ripetitivo, zeppo di epiteti offensivi e stagionati tra i quali il cafonismo sta diventando campo di ricerca linguistica e di non celata canzonatura nei confronti di chi ama utilizzare questo lemma coi suoi derivati: cafone, cafonaggine, cafonata, cafoncello, cafoneria, cafonesco.

De Luca, anche a causa della querelle del doppio incarico e della decadenza, è riuscito a guadagnarsi anche spazi giornalistici di respiro nazionale e, in qualche caso, internazionale. Sono convinto che questo tiremmolla abbia contribuito a ridimensionare l’entità e la qualità del gradimento nei suoi riguardi.

Ora egli spera, per ‘quanto sarà grande’, nell’appoggio di Renzi che, però, è graduato al ventisettesimo posto nella qualità di sindaco di Firenze.

Chi vivrà vedrà ma una pluralità di segnali lascia ipotizzare l’avvio della fase calante per il nostro primo cittadino.

LO SFIZIO DI OLTRAGGIARE LA SCUOLA DEI PICCOLI UNO DEI POCHI LUOGHI OVE SI TENTA DI EDUCARE AL RISPETTO DELLE REGOLE E ALLA CITTADINANZA ATTIVA

12 gennaio 2014

Salerno, 12 gennaio 2014

Ambrogio IETTO

Il furto ad una scuola elementare

Ieri “ Cronache “, dedicando quasi un’ intera pagina all’incursione notturna operata da ignoti presso l’edificio che ospita le classi di scuola primaria a Mariconda di Salerno, in via Pasubio, ha utilizzato il vocabolo inglese ‘blitz’ che, tradotto nella nostra lingua, sta a significare ‘ rapida ed inaspettata operazione’ quasi sempre da attribuire alle forze dell’ordine.

Nel caso specifico il titolo coniato dal redattore risulta egualmente pertinente per evidenziare la rapidità e l’imprevedibilità dell’atto compiuto da giovani balordi verso un’istituzione scolastica che ospita fanciulli dai sei ai dieci/undici anni e che, quasi sempre, per consolidate carenze di finanziamento da parte dello Stato, è priva di sofisticate strumentazioni didattiche funzionali a rendere più agevoli i processi di apprendimento degli allievi.

Dunque la sortita notturna di questi disadattati sociali molto probabilmente può essere stata motivata dall’improvvisa decisione di ‘ fare qualcosa di diverso e di sfizioso’. Così l’edificio scolastico che ospita la scuola è parso come l’ambiente – simbolo, il contesto situazionale da aggredire e da violentare.

Essi sapevano bene che, nel migliore dei casi, se fossero stati fortunati, avrebbero potuto recuperare qualche euro dal distributore delle merendine. Così il blitz, ideato in pochi attimi, ha avuto per obiettivo la scuola e, in particolare, l’ambiente ove le generose e volitive docenti depositano schemi e tabulati didattici, ipotesi di lavoro, materiale documentario finalizzato a rendere meno astratto e più coinvolgente la non semplice dinamica dell’insegnare e dell’apprendere.

In quell’atto vandalico veniva finalmente scaricata la repressione avvertita qualche anno prima quando, tra quelle stesse mura, sapienti mediatrici culturali tentavano di motivarli alla cittadinanza attiva, al rispetto delle regole, alla convivenza pacifica, alla corresponsabilità, al senso dell’appartenenza e della tutela delle cose e degli oggetti che sono dell’intera comunità.

Il comportamento vandalico manifestato da questi ragazzacci sta anche a confermare la condizione di solitudine che, in senso lato, vive la scuola coi suoi operatori.

Se si escludono esperienze oratoriali e parrocchiali pedagogicamente significative l’istituzione scolastica rimane il solo luogo ove si tenta, tra mille difficoltà, di realizzare tra coetanei ambienti di apprendimento contraddistinti dal dialogo e dal rispetto reciproco.

Il mondo adulto esterno all’istituzione educativa spesso rimane indifferente o impotente verso atti di insofferenza, di intolleranza e di illegalità che contraddistinguono la nostra quotidianità.

Pertanto ben vengano anche le telecamere volute dal sindaco De Luca, pronte ad inquadrare la signora in perizoma, in flagranza di reato non per atti osceni ma per deposito improprio di rifiuti domestici.

CONTRO ITALIA NOSTRA, ASSOCIAZIONI E COMITATI ANTICRESCENT L’IRA DEL SINDACO DI SALERNO

10 gennaio 2014

Salerno, 10 gennaio 2014

Ambrogio IETTO

DE LUCA E LA QUERELA ANNUNCIATA

Sono grato al responsabile dell’Ufficio – Stampa del Comune di Salerno che, riconoscendomi regolarmente iscritto nell’elenco dei Pubblicisti dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, ha la cortesia di trasmettere on line anche a me i comunicati e le informazioni che l’Ente ritiene di far conoscere.

Ho letto, così, la proposta di denuncia – querela avanzata dal sindaco De Luca “ nei confronti dei rappresentanti di comitati ed associazioni che hanno promosso azioni e pressioni indebite nei confronti di pubblici funzionari “ in quanto “ tali atti, iniziative e pressioni costituiscono una indebita interferenza nello svolgimento dell’ordinaria attività amministrativa ed una illegittima intimidazione agli organi dell’Amministrazione Comunale obbligati per legge a dare esecuzione alla sentenza 6223/2013 del Consiglio di Stato “.

Mi auguro sinceramente che il sindaco provveda davvero a formalizzare l’annunciata denuncia – querela e che, quindi, l’autorità giudiziaria, entrando nel merito della vicenda, si pronunci speditamente sulla ‘indebita interferenza’. A me, ignorante di diritto, sembra piuttosto provocatoria e chiassosa la dichiarazione dell’onorevole De Luca.

In questo caso ognuna delle due parti, l’Ente Comune e i ricorrenti, attiva ed elabora la propria ermeneutica nel dare un senso alla richiamata sentenza del dicembre scorso che, al punto 12.9, giudica ‘ fondati i motivi’ addotti da comitati ed associazioni.

Si legge ancora che ‘ la motivazione indicata negli atti autorizzatori rilasciati dal Comune non risponde al contenuto essenziale che, secondo quanto esposto, il provvedimento in esame deve avere ‘.

Dopo un puntuale recupero della definizione che l’art. 131 del decreto legislativo n. 42/2004 dà del ‘paesaggio’, la sentenza precisa che ‘ l’area che rileva in questa sede è sottoposta ad un vincolo paesaggistico ex lege in quanto presenta le caratteristiche dei territori costieri indicati nel citato articolo 142 del decreto legislativo n. 42/2004 ‘.

Allo scrivente ignorante sembra che le considerazioni di fondo che il Consiglio di Stato esprime non siano proprio tutte favorevoli all’Ente Comune e che le stesse offrano ai ricorrenti motivi sufficienti per portare l’acqua al proprio mulino.

De Luca, purtroppo, conferma un duplice, consolidato proprio limite: possedere un concetto molto discutibile della democrazia e del ruolo dei corpi intermedi ed essere convinto che il vangelo – verità sia solo quello scritto da lui.

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