Archivio per febbraio, 2014

MERITA ATTENZIONE LA PARTICOLARE ATTENZIONE RIVOLTA DAL NEOPRESIDENTE DEL CONSIGLIO AI DOCENTI E AL PRECARIO STATO DELL’EDILIZIA SCOLASTICA

25 febbraio 2014

 

Salerno, 25 Febbraio 2014

 

Ambrogio IETTO

 

RENZI E LA SCUOLA

 

Nel momento in cui una brutta notizia, diffusa nel primo pomeriggio di oggi dalle Agenzie di stampa, fa soffrire ancora una volta l’istituzione scolastica statale per un’indagine avviata dalla Procura di Napoli in merito al concorso a dirigente scolastico i cui esami orali si vanno concludendo  in questi giorni, va apprezzato con particolare favore il lungo riferimento dedicato agli insegnanti e alla scuola dal neopresidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi  nella parte iniziale delle sue dichiarazioni rese al Senato della Repubblica lunedì e oggi significativamente riprese alla Camera dei deputati.

L’ex sindaco di Firenze non gode particolari simpatie da parte di chi scrive che, di certo, non può condividere la tecnica di vero, spregiudicato  arrembaggio da lui adottata per togliere il proprio compagno di merenda Letta dal traballante timone di Palazzo Chigi, ormai ridotto ad un poco rassicurante naviglio in gran tempesta.

Ebbene Renzi, per quanto criticato da non pochi opinionisti di grido per aver immaginato di parlare al popolo televisivo e non ai senatori, improvvisando a braccio e non leggendo un discorso a volte ‘provocatorio’ nei riguardi dei senatori, ‘pieno di buchi’ nei contenuti e senza mai aver citato  vocaboli quali ‘Sud, Mezzogiorno’ et similia, ha osato da subito riferirsi a maestri e professori, alla caduta del livello di prestigio sociale nei riguardi di questi insostituibili mediatori di cultura, pagati anche male così come è in pessime condizioni lo stato di migliaia di edifici scolastici disseminati lungo il territorio italiano.

Anzi per questo delicato problema Renzi ha anticipato la destinazione di quattro miliardi di lire a favore di comuni e province per un piano razionale di interventi rispettivamente per le scuole d’infanzia, le primarie e le secondarie di primo e di secondo grado.

Ora l’interrogativo diffuso che si legge e si ascolta ovunque riguarda il reperimento di queste risorse.

Nel corso dell’intervento del giovane, disinibito premier ha alimentato interesse anche l’interconnessione concettuale che egli ha compiuto, mettendo in relazione l’incidenza negativa che ha sul PIL l’alta percentuale di donne prive di occupazione extradomestica , il grave deficit di nascite in Italia e la carenza, in particolare nei grossi centri urbani del territorio meridionale, di asili nido.

Il neopresidente del governo italiano potrà risultare nei fatti un abile chiacchierone.

Al momento, però, ha il merito di avere collocato  la precarietà del sistema scolastico – formativo italiano nel contesto di un più ampio discorso  che vede nella scuola e nella ricerca il vero, fondamentale volano  per una seria prospettiva di sviluppo e di crescita del Paese.

Il che non è di poco conto.

LA FASE CALANTE DEL SINDACO DI SALERNO

23 febbraio 2014

 

Salerno, 22 Febbraio 2014

Ambrogio IETTO

Bocciatura per De Luca

Vincenzo De Luca ha fatto del tutto per guadagnarsi la bocciatura da parte del neo-presidente del Consiglio.  A giocargli contro non sono stati i 65 anni suoi contro l’età media dei 48 anni dei sedici ministri che oggi giureranno dinanzi al Capo dello Stato né il suo sguardo arcigno e scostante che avrebbe potuto produrre delicate manifestazioni di fastidio e di insofferenza da parte delle otto belle donne otto che ingentiliscono da oggi il salone delle riunioni di Palazzo Chigi.

Sicuramente non ha alimentato l’indisponibilità di chi doveva decidere sul suo inserimento o meno nella lista dei ministri nemmeno la sindrome acuta dell’ambizione e del potere di cui egli è afflitto da sempre. Anzi di questa patologia il portatore  per eccellenza è proprio il Matteo da Firenze che, ricordando il letterato – politico suo concittadino Lorenzo de’ Medici e i suoi famosi due versi  ‘ chi vuol essere lieto, sia: di doman non c’è certezza’, non ha avuto indugi e, da spregiudicato gladiatore, ha rottamato e mandato allo scasso il garbato Letta in men che non si dica.

Allora quali i possibili motivi della bocciatura di De Luca ?

In primo luogo il suo velleitarismo derivante dalla presunzione di poter fare il bello e il cattivo gioco grazie a quell’enfatizzato 87% di consensi acquisiti tra i suoi acritici seguaci del partito democratico, dipendenti esclusivamente dalla sua volontà e, quindi, disposti a seguirlo ovunque egli decidesse di andare.

Di questi flussi migratori da lui pilotati il sindaco è stato ineguagliabile maestro.

L’ha dimostrato anche quando la sua truppa è passata in toto da Bersani a Renzi. L’ha confermato, poi, nel corso dell’ultimo anno attraverso la ridicola manfrina della non decadenza.

L’intelligente, simpatico contributo di Simona Brandolini sul ‘ Corriere del Mezzogiorno’ di ieri conferma l’ulteriore pretesa di De Luca di imbrigliare Assunta Tartaglione, la neo-eletta alla segreteria campana del partito democratico, nella conduzione dell’esecutivo al solo fine, percepita la bocciatura governativa, di condizionare la sua designazione a candidato alla presidenza della giunta regionale nella prossima consultazione elettorale.

Insomma De Luca sembra affetto, metaforicamente scrivendo, di una sorta di ‘ fuoco di Sant’Antonio’ che gli produce instabilità, impazienza, ricerca affannosa di una collocazione istituzionale degna del suo passato e della sua forza all’interno di un partito al suo esclusivo servizio almeno localisticamente .

Oggi usciranno le dichiarazioni di rito: tradimento di Renzi, Sud dimenticato ( davvero squilibrato questo governo dal punto di vista territoriale !), ipocrita enfatizzazione della sua scelta di continuare a lavorare per Salerno, un giudizio negativo sull’esecutivo da scuola dell’infanzia costituito dall’ amico del momento Matteo Renzi.

Solita spocchia.

IL TERRITORIO DI BELLIZZI, ‘ TERRA DI FRONTIERA’, TRA POSIDONIA ED AMINA, ANTICO NOME DI PONTECAGNANO

18 febbraio 2014

Bellizzi ( Salerno ), 18 Febbraio 2014

IN NOME DI

JOSEPH ANDREAS PAUSEWANG

 

Tra la comunità più viva e partecipe di Bellizzi, importante centro della Piana del Sele, non si è ancora spenta l’eco dell’interessante manifestazione culturale che, voluta dall’associazione “ Feudo Ron Alfré”, presieduta dall’infaticabile artista Geremia Paraggio e fatta propria dall’Amministrazione comunale nelle persone del sindaco Salvioli e dell’assessore al ramo Alessandro Paolillo, ha voluto recuperare il meglio del patrimonio pittorico lasciato alla Congregazione dei Padri Stimmatini dal pittore tedesco Joseph Andreas Pausewang, uno dei tanti soldati tedeschi fatti prigionieri dalle truppe della Quinta Armata del generale Clark in occasione dello sbarco del settembre 1943.

La presenza di Mons. Luigi Moretti, arcivescovo Primate di Salerno, di don Silvano Controne, sacerdote stimmatino originario di Bellizzi ed attuale padre provinciale per l’Italia meridionale della predetta Congregazione, di Guido Arzano, presidente della Camera di Commercio, Industria e Agricoltura di Salerno, del sindaco di Pontecagnano Ernesto Sica, nel dare particolare lustro all’evento, ha inteso anche raccogliere il messaggio congiunto degli originari nuclei  insediatisi a Bellizzi  agli inizi degli anni Trenta e delle migliaia di famiglie che hanno deciso, in questi ultimi anni, di scegliere l’accogliente centro urbano quale  privilegiata sede residenziale.

La manifestazione ha  favorito, così,  la comune presa di consapevolezza,  tra vecchie e nuove generazioni, di poter ipotizzare un futuro non privo di significativi richiami storico – culturali.

Il recupero di questa dimensione è stato affidato, nel corso della manifestazione,  al concittadino Ambrogio Ietto che ha ricondotto le possibili radici del borgo malarico di un tempo al VII° /VI° secolo a. C. quando, con lo sviluppo poderoso di Posidonia, l’attuale Paestum, e la penetrazione verso Sud degli Etruschi ad Amina, antico nome di Pontecagnano, l’attuale Bellizzi fu terra di frontiera, di transito e di interscambio commerciale e culturale tra le due identità degli emigranti coloni di Sibari, fondatori di Posidonia, e degli Etruschi, eredi della cultura villanoviana.

DALLA SPOCCHIA DI RENZI AL SELF – CONTROL DI LETTA

15 febbraio 2014

 

Salerno, 15 Febbraio 2014

 

Ambrogio IETTO

I farisei e le figurine di LETTA

 

Al di là dei modesti risultati acquisiti dal governo Letta, va almeno recuperato nel comportamento dello sfiduciato presidente del Consiglio uno stile, un modo di essere e di agire radicalmente diversi dalla spocchia, dalla spavalderia  e dalla spregiudicatezza renziana.

Al sindaco di Firenze sono stati sufficienti appena dieci minuti per liquidare, dinanzi ai componenti della direzione nazionale dei democratici, il compagno di partito e conterraneo toscano. Anche se profondamente amareggiato per l’essere stato costretto a bere il calice contenente cicuta, la cui miscela è stata attentamente preparata da una folla di ben 136 compagni di cordata, molti dei quali hanno fatto il salto della quaglia negli ultimi giorni quando, a calcoli ben fatti, si sono convinti della vittoria scontata dell’astro nascente, ha raccomandato ai collaboratori più prossimi di ‘ evitare polemiche e di essere sobri e sereni’, aggiungendo che il giovedì 13 febbraio  doveva caratterizzarsi come ‘ il giorno del silenzio ’.

In modo più discreto, però, ha aggiunto: “ I farisei mi hanno sfiduciato; ho capito che i mediatori mi avevano teso un tranello”.

Ecco il richiamo sia pure sofferto ai farisei, soggetti separati dal volgo come i loro antenati, ipocriti, simulatori e, secondo le accuse formulate all’epoca da Gesù, amanti del formalismo e dell’apparenza. Questa volta essi non hanno salvato nemmeno l’apparenza e, dietro il movimentismo e la spietatezza del capopopolo Renzi, hanno ideato e concretizzato l’imboscata senza salvare nemmeno la forma e il decoro personale e collettivo.

E quando gli ambigui personaggi Zanda e Speranza gli hanno offerto, quale contentino – risarcimento, un ministero di prima categoria,  l’allievo della referenziata Scuola Superiore Sant’Anna ha proferito: “ Non siamo al mercato; la mia dignità non è in vendita “.

Così l’ormai tradito Premier si è sollevato, recuperando anche l’autenticità del miglior prodotto della sua esistenza: i  tre pargoli Giacomo, Lorenzo e Francesco ai quali da tempo non riusciva a comprare le figurine di calciatori del marchio ‘ Panini ‘.

Ora la raccolta dei migliori big del calcio nazionale potrà essere completata anche grazie al ritorno a casa del papà. Peccato che tra le pagine dell’albo più diffuso tra gli allievi del primo ciclo d’istruzione mancherà quella riservata ai personaggi  della politica.

L’editore aveva pensato in origine di dedicare ad essi uno speciale spazio per aiutare ragazzi e docenti della scuola di base a svolgere, con una didattica più vivace, il curricolo di ‘ Cittadinanza e Costituzione’ previsto dalle ‘Indicazioni Nazionali ‘.

Poi ha pensato bene di rinunciarvi, ricordandosi dei troppi ipocriti saltimbanchi che siedono a Montecitorio e a Palazzo Madama.

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