IOSEPH ANDREAS PAUSEWANG, IL PRIGIONIERO – PITTORE TEDESCO, E I PADRI STIMMATINI: UNA PAGINA D’AMORE E DI RICONCILIAZIONE NELLA DOLOROSA STORIA DELLO SBARCO DI SALERNO

Salerno, 9 Febbraio 2014

 

Ambrogio IETTO

 

Bellizzi e la Germania

 

Questa sera , presso l’aula consiliare del municipio di Bellizzi, incontro a più voci tra referenti istituzionali, l’Arcivescovo Primate di Salerno mons. Luigi Moretti, la Comunità religiosa dei Padri Stimmatini, il console onorario di Napoli della Repubblica Federale della Germania ing. Giovanni Caffarelli e Geremia Paraggio, presidente dell’associazione culturale ‘ Feudo Ron Alfrè’.

Si discuterà sulla produzione pittorica di Joseph Andreas Pausewang, un giovane militare tedesco probabilmente appartenente alla 16^ Panzer Division, che prese parte alla disperata difesa del litorale da Magazzeno a Foce Sele dall’attacco della Quinta Armata anglo- americana, guidata  dal generale Mark Clark, nel corso della ben nota ‘ Operazione Avalanche’.

Tra gli interlocutori invitati al tavolo dei relatori ci sarà anche chi scrive che, per semplici motivi d’anagrafe, ebbe modo di conoscere e di restare catturato, da ragazzino ovviamente privo di ogni potenzialità artistica , dall’estro creativo del bel giovane trentaseienne ‘ dagli occhi azzurri e dai capelli d’oro ‘, nato in un piccolo villaggio della Bassa Slesia non molto lontano da Dresda, la ‘ Firenze della Germania’, che Pausewang frequentò dall’età di 15 anni e dove ebbe modo, visitando spesso la locale pinacoteca, di ammirare tele di Raffaello, Antonello da Messina,Tiziano, Giorgione, Correggio, Veronese.

Fatto prigioniero dagli anglo – americani Joseph Andreas, in attesa del rimpatrio come tutti i suoi commilitoni, fu accolto, in condizione di semilibertà, da don Beniamino Miori, sacerdote stimmatino parroco della chiesa di Picciola – Farinia.

L’intuito, il carisma missionario e la favorevole predisposizione ai rapporti umani del sacerdote agevolarono la relazione tra i due. Pezzi e strisce di vecchi teloni, utilizzati in precedenza per la copertura di camion militari, e pennelli con colori racimolati alla meglio dal dinamico sacerdote consentirono a Pausewang di realizzare tele particolarmente  espressive dell’identità cristiano – cattolica del prete stimmatino.

A Bellizzi, sfuggito  più volte alla repressione tedesca, svolgeva le sue funzioni di parroco della chiesa del Sacro Cuore don Cesare Salvadori, conterraneo più giovane di don Beniamino di ben 25 anni, sacerdote anch’egli della stessa Congregazione delle Sacre Stimmate di N. S. Gesù Cristo, fondata da San Gaspare Bertoni, promotore di scuole popolari, formatore del clero, carismatico predicatore,  canonizzato da Papa Giovanni Paolo II nel 1989.

Trasferito al vicino campo di accoglienza di Sant’Antonio di Pontecagnano il pittore, accreditato al confratello da don Beniamino, realizzò importanti opere sempre di ispirazione religiosa che volle donare alla chiesa del Sacro Cuore e, quindi, ai padri Stimmatini cui tanto deve la comunità di Bellizzi per la meritoria opera di evangelizzazione e di promozione sociale del vecchio borgo rurale minacciato all’epoca dal morbo della malaria tipico delle aree paludose.

L’iniziativa di questa sera tende a coinvolgere la comunità locale e le istituzioni per una razionale e competente opera di restauro delle preziose tele. Si aspira anche, grazie alla presenza del console onorario ing. Caffarelli , a costruire rapporti organici con la comunità tedesca di Lohne nella Bassa Sassonia, nel Nord Ovest del Paese, ove nel locale museo sono esposti altri importanti lavori del pittore – prigioniero, morto precocemente d’infarto a 46 anni, e dove vivono i suoi figli.

Nello stesso museo è possibile reperire  una breve frase scritta da Pausewang: ‘ Ma la memoria resta’. L’incontro a più voci di questa sera consente di recuperare una pagina non bella della memoria che, però, alimentò, nel rapporto denso di emozioni tra  Joseph Andreas di religione evangelica e i due preti stimmatini, il senso dell’appartenenza ad un Padre comune, il valore dell’arte quale mezzo di comunicazione e di elevazione spirituale, la dimensione umana della sofferenza e la cultura della riconciliazione e della pace.

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