LA FASE CALANTE DEL SINDACO DI SALERNO

 

Salerno, 22 Febbraio 2014

Ambrogio IETTO

Bocciatura per De Luca

Vincenzo De Luca ha fatto del tutto per guadagnarsi la bocciatura da parte del neo-presidente del Consiglio.  A giocargli contro non sono stati i 65 anni suoi contro l’età media dei 48 anni dei sedici ministri che oggi giureranno dinanzi al Capo dello Stato né il suo sguardo arcigno e scostante che avrebbe potuto produrre delicate manifestazioni di fastidio e di insofferenza da parte delle otto belle donne otto che ingentiliscono da oggi il salone delle riunioni di Palazzo Chigi.

Sicuramente non ha alimentato l’indisponibilità di chi doveva decidere sul suo inserimento o meno nella lista dei ministri nemmeno la sindrome acuta dell’ambizione e del potere di cui egli è afflitto da sempre. Anzi di questa patologia il portatore  per eccellenza è proprio il Matteo da Firenze che, ricordando il letterato – politico suo concittadino Lorenzo de’ Medici e i suoi famosi due versi  ‘ chi vuol essere lieto, sia: di doman non c’è certezza’, non ha avuto indugi e, da spregiudicato gladiatore, ha rottamato e mandato allo scasso il garbato Letta in men che non si dica.

Allora quali i possibili motivi della bocciatura di De Luca ?

In primo luogo il suo velleitarismo derivante dalla presunzione di poter fare il bello e il cattivo gioco grazie a quell’enfatizzato 87% di consensi acquisiti tra i suoi acritici seguaci del partito democratico, dipendenti esclusivamente dalla sua volontà e, quindi, disposti a seguirlo ovunque egli decidesse di andare.

Di questi flussi migratori da lui pilotati il sindaco è stato ineguagliabile maestro.

L’ha dimostrato anche quando la sua truppa è passata in toto da Bersani a Renzi. L’ha confermato, poi, nel corso dell’ultimo anno attraverso la ridicola manfrina della non decadenza.

L’intelligente, simpatico contributo di Simona Brandolini sul ‘ Corriere del Mezzogiorno’ di ieri conferma l’ulteriore pretesa di De Luca di imbrigliare Assunta Tartaglione, la neo-eletta alla segreteria campana del partito democratico, nella conduzione dell’esecutivo al solo fine, percepita la bocciatura governativa, di condizionare la sua designazione a candidato alla presidenza della giunta regionale nella prossima consultazione elettorale.

Insomma De Luca sembra affetto, metaforicamente scrivendo, di una sorta di ‘ fuoco di Sant’Antonio’ che gli produce instabilità, impazienza, ricerca affannosa di una collocazione istituzionale degna del suo passato e della sua forza all’interno di un partito al suo esclusivo servizio almeno localisticamente .

Oggi usciranno le dichiarazioni di rito: tradimento di Renzi, Sud dimenticato ( davvero squilibrato questo governo dal punto di vista territoriale !), ipocrita enfatizzazione della sua scelta di continuare a lavorare per Salerno, un giudizio negativo sull’esecutivo da scuola dell’infanzia costituito dall’ amico del momento Matteo Renzi.

Solita spocchia.

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