DE LUCA VITTIMA DELLA PERSONALE AMBIZIONE E DI UN LINGUAGGIO SPREGIUDICATO ED INCOERENTE

 

Salerno, 1 Marzo 2014

 

Ambrogio IETTO

 

Addio sogni di gloria

 

Il “ VINCENZOSTAISERENO “  collocato ieri quale macrotitolo di apertura sulle sei colonne di ‘Cronache del Salernitano’, nel confermare lo straordinario intuito giornalistico e il notevole potenziale di creatività del suo direttore Tommaso D’Angelo, voleva garbatamente raccomandare al sindaco De Luca di non prendersela troppo per la molto probabile  esclusione dalla lista dei vice ministri e dei sottosegretari  del governo Renzi.

La conferma del mancato inserimento era nell’aria non per la scaramantica dichiarazione del sindaco di ‘voler restare a lavorare a Salerno’ per i tanti impegni da soddisfare in loco ma per alcuni  motivi facilmente intuibili.

Di certo non c’è stato il veto da parte del Nuovocentrodestra che non avrebbe avuto sufficienti titoli per tentare di entrare nel merito di una vicenda tutta di casa democratica.

La decisione va attribuita sicuramente  al presidente del Consiglio che, anche in considerazione di alcune raccomandazioni interne alla sua segreteria, in particolare quelle della casertana Pina Picierno responsabile nazionale del settore ‘Legalità e Sud’, vituperata ed offesa da De Luca in pieno transatlantico a Montecitorio perché aveva osato redarguirlo per la querelle della decadenza da sindaco, avrà giudicato non garantito nel tempo il sostegno ricevuto dal sindaco di Salerno in occasione delle ultime primarie.

Da scaltro toscano il giovane, ambizioso premier  avrà valutato, inoltre,  l’entità delle critiche che gli sarebbero arrivate, all’interno del suo stesso partito, per l’eventuale inserimento di De Luca nella compagine governativa dopo il tiremmolla sul doppio incarico durato dieci mesi.

Ovviamente Renzi è stato ben attento nel non raccogliere le sollecitazioni eventualmente partecipategli da Franceschini a favore di un incarico di sottosegretario da assegnare ad Alfonso Andria magari nello stesso comparto della cultura e del turismo. Se avesse assunto una simile decisione avrebbe rotto definitivamente con De Luca al quale sarà già arrivata una sua telefonata – promessa  a sostegno di una candidatura a presidente della giunta regionale della Campania.

Si sa che il promettere non costa nulla e che anche questa prospettiva va incontro a forti resistenze non solo partenopee.

Non aiutano di certo De Luca affermazioni del tipo ‘ squadrismo travestito da moralismo’  coniate con tono arrogante dal segretario locale del PD Nicola Landolfi.

Insomma sembra proprio che i sogni di gloria di De Luca siano destinati a sciogliersi come neve al sole. Legame spasmodico col potere localistico, ricerca inesauribile di nuovi spazi istituzionali, linguaggio spregiudicato ( emblematiche le espressioni sprezzanti utilizzate nei confronti del sistema retributivo da lui ratificato per tre lustri a favore dei dipendenti della ‘Centrale del latte’ ), costituiscono fattori non secondari per un probabile percorso futuro da compiere lungo un malinconico  viale del tramonto.

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