L’INDAGINE GIUDIZIARIA SULL’USO DEI FONDI EUROPEI PER LA RICERCA UMILIA QUANTI SI ADOPERANO CON GENEROSITA’ PER LO SVILUPPO DEL PAESE E LA VALORIZZAZIONE DI GIOVANI TALENTI

 

Salerno, 15 Marzo 2014

 

Ambrogio IETTO

Inchiesta sull’Università di Salerno:

non è giusto né corretto sparare nel mucchio

 

Il rilievo dato dalla stampa, in particolare quella di respiro regionale e locale, all’inchiesta avviata dalla magistratura sulla gestione dei fondi europei presso il Dipartimento di matematica della nostra Università, si giustifica per un motivo essenziale: l’opinione pubblica, quotidianamente mortificata dalle tante notizie che si rincorrono sulla disgregazione etica della pubblica amministrazione, continua a conservare, nonostante i poco lusinghieri risultati, una considerazione positiva nei riguardi del sistema formativo scolastico ed universitario.

Leggere o ascoltare note di dettaglio riguardanti una presunta poco corretta utilizzazione di fondi riservati alla ricerca, valutato anche dagli osservatori internazionali un settore di investimento scarsamente irrorato dalla politica italiana, alimenta indignazione e sdegno in quanto incide in misura determinante sullo sviluppo socio – economico del Paese e sulle prospettive di valorizzazione dei giovani nostri talenti.

L’ultima edizione del QS World University Rankings, che classifica le migliori università del mondo sulla base di un accreditato metodo di valutazione analitica riguardante  3000 atenei, colloca l’Università di Bologna, che è in cima alla classifica nazionale, al 188esimo posto del  ranking ( grado più elevato ). Nelle prime dieci posizioni si ritrovano solo atenei inglesi ed americani.

Nell’ultima rilevazione si riscontra un complessivo, generale miglioramento delle università italiane grazie a ‘La Sapienza’ di Roma, al Politecnico di Milano, all’Università statale di Milano e all’Università di Pisa. L’ateneo salernitano, nella classifica 2013 delle università pubbliche italiane elaborata dal Censis, è graduato, con punti 79, al decimo posto tra le grandi università che hanno tra i 20.000 e i 40.000 allievi iscritti. E’ immediatamente preceduta, al nono e all’ottavo posto, da Milano Bicocca e Roma Tor Vergata. La sua, quindi, è una collocazione dignitosa che è uguale a quella acquisita dall’ateneo di Bari e migliore di quella delle università di Catania e della Federico II di Napoli  nella speciale graduatoria degli atenei con oltre 40.000 studenti.

Tra gli indicatori presi in esame rientrano i servizi, vale a dire il numero dei pasti erogati e il numero di posti alloggio, le borse di studio e i contributi concessi agli studenti, le strutture ( posti aule/iscritti, biblioteche/iscritti e laboratori/iscritti ), l’indicatore ‘web’, cioè il punteggio assegnato ai rispettivi siti internet sulla base della funzionalità e dei contenuti, infine il livello di internazionalizzazione, vale a dire il numero degli iscritti stranieri sul totale degli studenti, la spesa degli atenei e degli enti deputati al diritto allo studio a favore della mobilità degli allievi.

Tutto sommato, dunque, un ateneo, il nostro, dignitosamente considerato.

La dichiarazione rilasciata agli organi di informazione dal giovane rettore Aurelio Tommasetti sottolinea la cultura della trasparenza e della legalità che anche, in questa delicata, sofferta esperienza, deve contraddistinguere l’ateneo salernitano.

Sparare nel mucchio non è atteggiamento corretto né costruttivo.

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