UN NOVECENTO RICCO DI EVENTI SIGNIFICATIVI PER LA CHIESA

Ambrogio Ietto

 

Quattro papi insieme

 

Non è mai accaduto nella storia della Chiesa e dell’umanità: in duemila anni, infatti,  solo ieri sono stati insieme  quattro papi, due santi e due vivi. Lo straordinario regista di questo evento eccezionale è stato, ovviamente,  papa Francesco che il 5 luglio 2013 firmò il decreto di canonizzazione di papa Angelo Giovanni Roncalli ( Giovanni XXIII ) e di Carol Józef Wojtyla ( Giovanni Paolo II ), stabilendo per entrambi  domenica 27 aprile quale  unica  data per la cerimonia della santificazione  alla quale hanno partecipato circa 900 mila fedeli, 120 delegazioni straniere, 24 capi di Stato e 50 capi di governo tra presidenti e vice presidenti di consigli dei ministri.

Alla concelebrazione ha partecipato anche il papa emerito Benedetto XVI che il primo maggio 2011 aveva presieduto in piazza San Pietro la cerimonia di beatificazione di Papa Wojtyla. Quest’ultimo pontefice, a sua volta, aveva proclamato beato Giovanni XXIII il 3 settembre 2000.

Come è possibile riscontrare trattasi di un intreccio di eventi significativi per la storia della Chiesa ma anche per i quattro pontefici.

Dei due santi chi scrive ha due ricordi incancellabili: guidati da Maria Badaloni, all’epoca sottosegretario di Stato alla Pubblica Istruzione e presidente nazionale dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici, ci ritrovammo in udienza speciale, a diretto contatto di Papa Roncalli, nella qualità di delegati al settimo congresso nazionale dell’AIMC del 1962.

Mancavano alcuni mesi al famoso ‘ discorso della luna’ dell’11 ottobre 1962. Giovanni XXIII volle sollecitare noi maestri per primi, nel tornare alle nostre aule, a dare una carezza a nome suo ad ognuno dei nostri allievi. Diffuso tra i presenti fu il sentimento della commozione. La dimensione della magistralità veniva colta dal pontefice nel gesto più protettivo ed incoraggiante per un’infanzia deputata a percorrere i sentieri della conoscenza.

Più avanti negli anni, al congresso nazionale dell’AIMC del 1995, l’amabilità di don Giulio Cirignano, all’epoca assistente nazionale dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici, agevolò un’interlocuzione breve ma molto intima ed intensa tra chi scrive e Papa Giovanni Paolo II.

Già la timida alba  primaverile del 16 aprile 1964 aveva regalato all’estensore di questi ricordi e a sua moglie particolari espressioni di incoraggiamento da parte di Padre Pio da Pietrelcina poi beatificato ed elevato anch’egli alla dignità degli altari  da papa Giovanni Paolo II. Questi, da giovane sacerdote, si era recato a confessarsi dal padre cappuccino a San Giovanni Rotondo e  nel novembre 1962, da Vescovo di Cracovia, trovandosi a Roma per il Concilio Vaticano II,  aveva scritto una lettera urgente in latino a Padre Pio, sollecitandolo a intercedere con la preghiera a favore della professoressa Wanda Poltawska, sua amica e collaboratrice, madre di quattro bambine, in fin di vita per un cancro alla gola. Undici giorni dopo l’inoltro a mano della lettera la signora polacca era guarita all’improvviso.

Papa Roncalli, invece, aveva sofferto molto per le insinuazioni che arrivavano contro Padre Pio da ambienti ecclesiali. Lodò Iddio quando l’arcivescovo di Manfredonia mons. Andrea Cesarano, già conosciuto dal pontefice in Bulgaria, definì Padre Pio ‘ uomo di Dio e santo’.

Il Novecento, pertanto, può definirsi un secolo glorioso per la Chiesa: san Pio da Pietrelcina, testimone della sofferenza e della povertà; Papa Giovanni XXIII, figlio di contadini della Bergamasca, prototipo della semplicità, ideatore e gestore del Concilio Vaticano II e del processo di evangelizzazione della Chiesa Universale; papa Giovanni Paolo II, uno degli artefici più significativi del crollo dei sistemi del socialismo reale; papa Benedetto XVI, rinunciatario al ministero di vescovo di Roma, successore di San Pietro,  modificatore di fatto, con le sue dimissioni, della Costituzione Vaticana;  infine Papa Francesco, primo pontefice proveniente dal continente americano, che ogni giorno di più conquista la simpatia dell’umanità vivente per la profondità delle sue affermazioni e per la straordinaria semplicità dei suoi atti e dei suoi gesti.

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