PAOLO MACRY, EDITORIALISTA DEL ‘ CORRIERE DEL MEZZOGIORNO’, GIUDICA ” IRRIVERENTE ” L’ATTIVITA’ PORTUALE DI SALERNO CHE, NIENTEDIMENO, OSA ‘ COMPETERE’ COL PORTO DI NAPOLI ‘

Salerno, 1 Maggio 2014

Ambrogio IETTO

Salerno e il suo porto

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti  Maurizio Lupi ha nominato ieri il prof. Francesco Karrer, già presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e docente di urbanistica presso l’università ‘La Sapienza’ di Roma, nuovo commissario del porto di Napoli in sostituzione dell’ammiraglio Felicio Angrisano. L’incarico, che ha un limite temporale di sei mesi, riattiva l’attenzione sulla proposta di riforma della legge n. 84/1994,  finalizzata a rispettare i vincoli derivanti dalla mappatura della rete transeuropea dei trasporti elaborata dall’Unione Europea e, quindi, a razionalizzare l’attività delle autorità portuali, aggiornandone le funzioni  anche mediante processi aggregativi e il coinvolgimento di altri soggetti operanti nella filiera logistica.

Il disegno riformistico, ora all’attenzione del Parlamento, tende a soddisfare “ l’improcrastinabile necessità di costituire nel nostro Paese una rete integrata di trasporti, indispensabile per ridurre i costi dell’inefficienza logistica” ( tesi del Partito Democratico ).

Secondo questa impostazione prende corpo l’obiettivo di privilegiare forme di aggregazione delle autorità portuali dal basso verso l’alto, incentivandole alla collaborazione orizzontale, ovvero alla ‘ fusione ‘ che può essere richiesta dalle stesse autorità al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Sull’ auspicata ipotesi di un processo aggregativo che muova, su iniziativa reciproca, dalle autorità portuali di Salerno e di Napoli, vige il detto plurisecolare che il compianto mio cugino Antonio Sassano, figlio di un fratello di mia madre emigrato dopo il primo dopoguerra a New York, ebbe a proferire quando ci siamo incontrati e conosciuti per la prima volta: ‘ Paisà, si Salierno tenesse ‘o puorto, Napule fosse muorte ‘. Pertanto sembra evidente che, se dovesse essere chiamata a decidere l’autorità governativa, la preferenza andrebbe  a favore della struttura portuale napoletana.

In un recente editoriale Paolo Macry, a proposito di ‘guerre interne al Mezzogiorno’, faceva testuale riferimento alla “irriverente decisione del porto di Salerno di diventare un competitore del porto di Napoli”. Che l’autorevole storico abruzzese trapiantato a Napoli utilizzi l’aggettivo ‘ irriverente’ per definire l’impegno serio e responsabile  dell’autorità portuale salernitana, nel tentare di competere col porto napoletano, la dice lunga sul grado di contagiosità  della  supponenza di non pochi intellettuali partenopei. Se il porto di Salerno registra, in rapporto all’anno scorso, il 30% in più nel movimento di container, il  35% in più per le auto nuove e i trailer, il 15 % in più nel traffico delle merci varie e il 10 % in più per il traffico dei passeggeri, vorrà dire pur qualcosa.

Se Lupi ieri ha dovuto sostituire l’ammiraglio Angrisano nella responsabilità di commissario del porto di Napoli ha dovuto pur tener conto che lo stesso comandante generale delle Capitanerie di Porto non ha potuto far di più, ad esempio, nel recupero degli oltre 20 milioni di euro dovuti per oneri di concessione non riscossi. Infatti il recupero si è fermato ad un milione ed ottocentomila euro.

Ancora, mentre a  Napoli il Grande Progetto accusa gravissimi ritardi,  a Salerno sono stati già pubblicati i bandi di gara per il proprio Grande Progetto; in aggiunta  avanzano speditamente  i lavori per la Porta Ovest.

Piuttosto chiara la lettera del presidente del Gruppo Gallozzi sul ‘ Corriere del Mezzogiorno’ che ha preceduto soltanto di 24 ore il citato editoriale del prof. Macry sullo stesso giornale.

Essa enumera i demeriti dell’autorità portuale napoletana che negli anni si sarebbe “ contraddistinta nell’esprimere una sintesi completa di tutti i mali cronici”  da riassumere “ in commissariamento, scarsa capacità di provvedere alla crescita infrastrutturale, mancato incasso dei canoni demaniali, mancata creazione delle migliori condizioni possibili per favorire la competitività delle imprese  private “.

Encomiabili ed esplicite anche  le dichiarazioni nel merito di Raimondo Pasquino, rettore emerito dell’Università, commissario straordinario del Cstp  e presidente del Consiglio comunale di Napoli: “ sulla testa dei salernitani non possono passare le decisioni dei napoletani che non sono stati capaci di designare un presidente  per un anno ed ora vorrebbero, con l’accorpamento, imporre i propri nomi  “.

La difesa dell’autonomia dell’autorità portuale di Salerno, però, non può ignorare la deplorevole, stagnante situazione dell’aeroporto di Bellizzi – Costa d’Amalfi e la fallimentare esperienza dell’interporto di Battipaglia.

L’Europa auspica la realizzazione di efficienti ed efficaci sistemi logistici, utilizzando anche forme di partenariato pubblico – privato. Salerno, grazie soprattutto a ben distinti tratti di natura antropologica, è nella capacità e nelle condizioni di distinguersi anche nel trasporto portuale.

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