ERCOLE MANCINI, SUO PADRE, ERA DI BELLIZZI ( SALERNO )

 

Salerno, 2 Maggio 2014

 

Ambrogio IETTO

 

Omaggio a Roberto Mancini

 

Sabato mattina a Roma, presso la basilica di San Lorenzo, si celebrano  i solenni funerali di Roberto Mancini, l’ispettore superiore della Polizia di Stato, spentosi l’altro giorno a Perugia a seguito dell’azione distruttiva svolta sul suo organismo dal linfoma di Hodgkin contratto nel corso dell’intensa ed attenta attività investigativa svolta nella qualità di prezioso ed insostituibile collaboratore della Criminalpol.

Gli ultimi suoi anni di vita sono stati di particolare sofferenza ma anche di ferma denuncia dell’oneroso, irreversibile  prezzo da pagare per un servitore dello Stato impegnato, con intelligenza acuta  e spiccata caparbietà, nella ricerca dei legami saldi che dal 1994 in poi sono emersi, nell’attività delittuosa dello sversamento di rifiuti tossici in Campania, tra liberi professionisti, pubblici amministratori, esponenti della grande industria e clan camorristici.

Il povero Mancini fu il redattore di una prima, articolata denuncia che partecipava alla Procura della Repubblica di Napoli il fiorente business attivatosi in particolare in quell’area territoriale della nostra regione che avrebbe preso il nome di ‘Terra dei fuochi’.

Il suo impegno testardo è andato avanti per anni, collaborando anche, in qualità di consulente, con la Commissione Parlamentare sul ciclo illegale dei rifiuti.

Le dichiarazioni espresse dal Presidente della Repubblica Napolitano, dai presidenti del Senato e della Camera dei Deputati evidenziano la straordinaria testimonianza di impegno civile e  di fedeltà alle istituzioni offerta da Roberto Mancini che portava in sé sangue della nostra terra.

Scrivo, infatti, questa nota nel ricordo commosso anche del papà di Roberto, Ercole Mancini, mio amico carissimo della Bellizzi di oltre mezzo secolo fa.

Allora eravamo davvero pochi i ragazzi residenti nel borgo paludoso della Piana del Sele.

Ercole era di certo il più vivace ed allegro di tutti, pronto a dar vita, col suo senso ludico e scherzoso della vita, a contesti e situazioni che rendevano meno piatta la nostra adolescenza.

Più di una volta mi incontrai con lui, nel mese di agosto, in quel di Fiuggi, all’interno di un rudimentale maneggio ove un contadino ciociaro metteva a disposizione dei nostri bambini, previo  compenso di poche lire, un asinello ed un morello.

Roberto, spentosi a 53 anni, a quattro/cinque anni di età era già molto bravo nel cavalcare i piccoli equini. Il papà, residente allora a Subiaco, ne era orgoglioso.

Non poteva immaginare ciò che la vita avrebbe riservato a Roberto: tanta gloria ma a quale prezzo!

I commenti sono chiusi.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi