IL GRAVE, CENSURABILE EPISODIO DELLA SCUOLA PRIMARIA DI CASELLE IN PITTARI ( SALERNO )

Salerno, 23 maggio 2014

 

Ambrogio Ietto

 

A difesa del bambino

Le immagini riprese dalle videocamere collocate in alcune aule della scuola primaria di Caselle in Pittari,  ben mimetizzate dai Carabinieri  della Compagnia di Sapri ed inserite nel telegiornale RAI di oggi, non alimentano dubbi sul comportamento violento, censurabile per ogni adulto impegnato a  redarguire e a sanzionare l’eccesso di vivacità di minori ma assolutamente improponibile per un ambiente educativo e di apprendimento qual è un’aula scolastica che accoglie allievi frequentanti il quinquennio iniziale del lungo itinerario formativo ed impegnati  nella conquista dei traguardi  previsti dalla recenti ‘Indicazioni Nazionali’ tra i quali rientrano, anche alla luce di specifiche ‘Raccomandazioni’ del Parlamento Europeo, non  solo l’imparare ad imparare ma anche le competenze ‘ sociali e civiche’.

E tra queste ultime non può né deve rientrare la subcultura della prevaricazione, dell’uso sanzionatorio delle mani, dell’intimidazione, delle offensive minacce verbali, dell’umiliazione, dell’istigazione ad assumere comportamenti omissivi ed omertosi nei confronti del prossimo, con particolare riferimento ai rispettivi genitori.

La magistratura inquirente di Lagonegro, nel cui ambito circoscrizionale rientra il comune di Caselle in Pittari, fino a qualche mese fa facente parte del tribunale di Sala Consilina ( Salerno ) annesso, a seguito della razionalizzazione delle sedi giudiziarie a quello della cittadina lucana, sulla base delle inequivocabili immagini, ha avuto la conferma della fondatezza delle sofferte, frammentate, confidenziali informazioni trasmesse, tra esitanti monosillabi, dai fanciulli ai rispettivi genitori.

Ebbene quelle madri e quei padri, appartenenti – come evidenzia il sito ufficiale del Comune – ad una comunità ‘ attiva, laboriosa, caratterizzata da una realtà contadina, artigianale e manifatturiera ‘ forse un tempo si sarebbero schierati a favore degli insegnanti, condividendo una possibile valenza pedagogica della direttività e del dispotismo.

Ai nostri tempi il processo di avanzamento della democrazia, nonostante gli evidenti limiti sempre più emergenti nella gestione della cosa pubblica, un percorso scolastico più lungo e più ricco di stimoli, le positive sollecitazioni culturali ricavabili dai talk show e dalla navigazione internet, hanno contribuito ad elevare non di poco la tensione a favore di una scuola che ponga al centro dell’azione formativa la persona del bambino, del fanciullo e dell’adolescente.

Due insegnanti che sbagliano, su di un esercito di oltre 728.000 loro colleghi impegnati quotidianamente su 7. 878.661 alunni frequentanti la scuola statale, dall’infanzia alla secondaria di secondo grado, vanno sicuramente sanzionati per la gravità degli atti compiuti.

Bene hanno fatto i magistrati inquirenti a richiamare l’art. 572 del codice penale ( maltrattamenti in danno di minore affidato per motivi di educazione e di istruzione ) .

Certo, fa riflettere il richiamo delle aggravanti previste dai commi 11 ter (soggetto minore ) e 11 – quinquies ( maltrattamenti in presenza e in danno di un minore di anni 18 ).

Il fanciullo è considerato dal legislatore ‘soggetto debole’ e, in quanto tale, va difeso e tutelato.

Un obbligo, questo, da richiamare  a chiare lettere e che investe, in primo luogo,  coloro che l’hanno generato.

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