E’ POSSIBILE ORIENTARE LA PASTORALE FAMILIARE ANCHE VERSO LE MOLTE COPPIE IN DIFFICOLTA’ ?

 

Salerno, 5 giugno 2014

 

Ambrogio Ietto

 

Quale famiglia ?

Gli ultimi convegni pastorali celebrati dalla Curia salernitana ripropongono, con tagli ed approfondimenti differenziati, il tema della famiglia all’interno della comunità sociale con specifica attenzione all’ambito proprio di ciascuna parrocchia.

Trattasi di un’opzione voluta dall’Arcivescovo mons. Luigi Moretti ed ampiamente condivisibile.

E’ fuor di dubbio, infatti, che all’origine dello stato di crisi diffusa della società italiana si trovi proprio una famiglia debole, incerta, contraddistinta da radicali sconvolgimenti strutturali e, al suo interno,  da legami interpersonali sostanzialmente fragili e critici.

Il ben noto vescovo mons. Rino Fisichella e  don Francesco De Crescenzo, nel corso della prima sessione dei lavori del convegno, che si sono conclusi questa sera presso il seminario di Pontecagnano – Faiano, hanno offerto alla foltissima platea di sacerdoti e di animatori ecclesiali, impegnati presso le tante parrocchie rientranti nella circoscrizione dell’arcidiocesi di Salerno, spunti particolarmente interessanti recuperati, nel contributo di mons. Fisichella, dall’Esortazione Apostolica di Papa Francesco ‘ Evangelii Gaudium ‘  e, nella relazione del sacerdote stimmatino, da significative esperienze sul campo.

Gli approfondimenti tematici, che si sono concretizzati ieri sera in specifiche sedute laboratoriali  animate dai partecipanti, con insistente frequenza si sono soffermati su quel che resta oggi della famiglia tradizionale.

I recenti dati offerti qualche giorno fa dal Rapporto dell’Istat evidenziano le ultime  tendenze demografiche che, nel sottolineare l’accentuazione dell’invecchiamento, evidenziano  anche la bassa propensione ad avere figli. Infatti, mentre si vive sempre più a lungo, persiste in Italia un livello molto basso di fecondità (1,42) contro una media europea dell’1,58  e in una situazione di oggettiva inferiorità nei riguardi della Francia ( tasso di fecondità pari a 2 figli a donna) e  del Regno Unito (1,92 ).

Le stesse cifre riguardanti provvedimenti giudiziari  definiti nel 2011 confermano un processo di frammentazione dell’istituto familiare davvero preoccupante: ben 88.797 le separazioni e 53.806 i divorzi. Ogni anno nascono non meno di 80.000 bambini da coppie di fatto ( il doppio di 10 anni fa).

Recenti rilevazioni  confermano una diminuzione consistente dei matrimoni, una diffusa tendenza alla posticipazione delle nozze, un incremento dei matrimoni celebrati con rito civile ( nel 2010 sono stati il 36,52 % ), un aumento della quota di nascite avvenute fuori dal matrimonio, l’accentuarsi di una mentalità individualistica non molto propensa a dar vita ad un’esperienza stabile di coppia e, ancor di più , alla disponibilità a procreare.

Per la Chiesa, pertanto, l’azione evangelizzatrice verso una coppia costituita  da una donna e da un uomo che, per prevalenti dinamiche di natura affettivo – relazionale, decidono di ‘mettersi insieme ‘, risulta particolarmente complessa.

Si tratta di svolgere un’azione preventiva di straordinaria delicatezza che consenta di scoprire la gioia di un processo graduale di affinamento delle due identità personali nell’intento di elaborare un progetto di vita convergente verso il concepimento e la genitorialità.

Per le tante, troppe coppie in difficoltà relazionale si tratta di intervenire, anche con professionalità esperte del settore, per rideterminare condizioni favorevoli alla cultura del dialogo e del rispetto reciproco.  Una Chiesa, consapevole anche della mancanza di una politica funzionale alla costituzione e al consolidamento della famiglia e tuttora priva in assoluto di interventi mirati per il lavoro, la casa, l’incentivazione alla procreazione, non può che limitare il proprio intervento ad un’azione mirata al rafforzamento della dimensione spirituale della personalità di entrambi i componenti della coppia.

E’ soltanto qualcosa anche se troppo poco per contenere la fuga da unioni stabili, arricchite anche da un ‘desco fiorito d’occhi di bambini ‘.

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