Archivio per luglio, 2014

NUOVE PRESCRIZIONI DELLA CURIA SALERNITANA O ECCESSO DI AUTORITA’ DA PARTE DEL PARROCO DI ACERNO ?

24 luglio 2014

 

Salerno, 24 luglio 2014

 

Ambrogio IETTO

Le virtù civili secondo la Chiesa

Nella mattinata di ieri mercoledì si sono svolti, presso la chiesa parrocchiale di Acerno, i funerali religiosi di Pasquale Palma, docente in pensione delle scuole secondarie superiori, all’inizio dell’attività d’insegnamento maestro di ruolo nelle scuole primarie di Salerno città, mediatore didattico di riconosciuta competenza, particolarmente attento a favorire la conquista della conoscenza e dei saperi da parte dell’allievo mediante percorsi di apprendimento concretamente collegati con contestuali iniziative di ricerca sperimentale a contatto con la natura e col territorio, cantore straordinariamente sensibile alle bellezze del Creato, attento osservatore e descrittore della flora e della fauna che circonda ed anima il centro più suggestivo dei Monti Picentini con le cime del Polveracchio e del Cervialto.

L’amore consolidato verso l’ampio e suggestivo pianoro acernese spinse Pasquale Palma, nel corso della sofferta, lunga malattia, ad esprimere alla moglie e alle figlie il desiderio di essere seppellito nel cimitero dell’amena località, circondata dai boschi di aceri, dai tanti alberi di castagno con le foglie lanceolate e frastagliate, dai faggi d’alto fusto e vivacizzata, di tanto in tanto, dal lontano, subdolo rumore della lontra e del ghiro.

Chi scrive, amico ed estimatore da mezzo secolo del defunto, tra l’altro servitore della Patria in vita anche col grado di ufficiale dei bersaglieri, prima dell’inizio della cerimonia funebre, ha osato chiedere, con la dovuta delicatezza, al parroco celebrante la possibilità di poter partecipare, al termine del rito religioso, alla folta comunità presente in chiesa, una molto breve sintesi delle essenziali virtù civiche manifestate dal defunto nel corso della sua feconda e lineare esistenza.

Con altrettanto garbo il sacerdote gli negava questa possibilità che eccezionalmente poteva essere presa in considerazione sempre che il testo del brevissimo intervento fosse stato redatto per iscritto, sotto forma di preghiera, e ratificato dallo stesso celebrante. Il parroco precisava che queste prescrizioni rientrano nelle raccomandazioni – disposizioni emanate a suo tempo dall’arcivescovo dell’archidiocesi di Salerno – Acerno – Campagna mons. Luigi Moretti.

Ovviamente lo scrivente prendeva doverosamente atto del divieto, partecipando poi da credente al successivo rito.

Analogo impedimento veniva espresso nei riguardi di alcuni allievi dell’istituto di istruzione superiore ‘Ferrari’ di Battipaglia, di cui è dirigente la figlia del defunto Daniela Palma, intenzionati a partecipare con brevissime loro intenzioni alla preghiera dei fedeli.

Impegnato da tempo nel laicato cattolico, di cui era attivo sostenitore lo stesso defunto, è la prima volta che mi capita di vivere un’esperienza di questo tipo. Ho seguito gli esiti della recente conferenza stampa nel corso della quale sono state esternate le disposizioni di Mons. Moretti sulle procedure da rispettare in materia di processioni. Non conosco, invece, provvedimenti specifici assunti relativamente alla conduzione delle cerimonie funebri.

Se quanto partecipato dal parroco di Acerno dovesse risultare fedele a posizioni ufficiali assunte dalla curia salernitana ne scaturirebbero forti perplessità contenute in alcuni essenziali interrogativi:

‘ Un’esistenza umana, contraddistinta dall’espletamento di compiti pubblici, quale può essere la delicata funzione educativa offerta a decine di generazioni di fanciulli e di giovani nel rispetto di forti richiami valoriali convergenti con le indicazioni pedagogico – didattiche offerte dallo Stato e coerenti con la visione cristiana della vita e dell’educazione, può costituire una testimonianza con valenza esemplificativa per i conoscenti presenti al rito funebre ? ‘.

E più semplicemente: ‘ Le virtù civiche ampiamente riconosciute dalla comunità interessata e dalle istituzioni preposte contribuiscono a delineare un profilo accettabile di cristiano ? ‘.

Infine: ‘ Il troppo citato ed elogiato modo di essere e di comportarsi di Papa Francesco quando si tradurrà in testimonianza coerente di vita e di effettiva evangelizzazione cristiana da parte di non pochi sacerdoti e vescovi ? ’.

 

L’ATTENZIONE MANIFESTATA NEI RIGUARDI DEI CONSIGLIERI DI OPPOSIZIONE E’ SEMPRE FINALIZZATA AL CONSEGUIMENTO DI UN FINE

19 luglio 2014

Salerno 19 luglio 2014

Ambrogio IETTO

Lo strano fascino di De Luca

 

Il corsivo breve, ma molto delicato, apparso ieri su ‘ Cronache del Salernitano’ e collocato  in posizione sottostante ad un titolo ad effetto attinente ad un severo rimprovero proferito dal sindaco De Luca ad un consigliere comunale ufficialmente accreditato nell’alveo della minoranza, fa esplicito riferimento all’effettivo stato di sudditanza della cosiddetta opposizione identificata con Forza Italia.

Non addentro ai processi disaggregativi ed aggregativi che si sono attivati nel corso della corrente consiliatura mi chiedo, con atteggiamento di certo non provocatorio, se sia mai esistita un’opposizione all’interno del consiglio comunale di Salerno da quando, dopo l’esperienza di sobillatore sindacale, Vincenzo De Luca prese nel 1993 il timone della conduzione amministrativa della città.

Qualche larvato segnale di dialettica vivace all’interno del Salone dei marmi si percepì soltanto durante la chiamata a sindaco della città di Mario De Biase, costretto, per chiara disposizione del capo, a subire la marcatura stretta di alcuni consiglieri  comunali di ortodossa fede deluchiana e di tre – quattro  funzionari  delegati a concedere o meno l’assenso per questo o quell’intervento da effettuare dopo aver ricevuto la direttiva dal sindaco- ombra migrato, per il momento, a Palazzo Montecitorio a Roma.

La storia recente non ha difficoltà ad annotare l’incapacità – immaturità dell’intera area del centrodestra a tentare di elaborare un’ipotesi di percorso politico – amministrativo alternativo all’egemonia deluchiana. Nel 2011 erano maturate  condizioni  decisamente favorevoli per partecipare alla comunità salernitana un progetto di città, esteso alle entità amministrative autonome contigue ( Pontecagnano, Vietri sul Mare, San Mango Piemonte, Pellezzano, Baronissi ), che favorisse, grazie ad un itinerario preparatorio contraddistinto da incontri e dibattiti aperti a gruppi professionali, alle aggregazioni produttive e mercantili e, soprattutto, ad associazioni culturali, alla componente accademica e alla cosiddetta intellighenzia, la possibile delineazione della vocazione – missione del capoluogo di provincia e del suo hinterland.

Si trattava di dimostrare come una visione autenticamente liberale della democrazia partecipativa risultasse il contraltare di un sistema di potere personalistico – narcisistico  strutturato su base egemonica e clientelare.

Carfagna e Cirielli, personaggi suffragati da incarichi governativi ed amministrativi di rilevante importanza, diedero vita ad un’infantile baruffa che, di fatto, determinò la designazione dell’avvocato Ferrazzano a candidato sindaco della città. Il voltafaccia della stessa, espresso poco dopo l’insuccesso subito a seguito di una campagna elettorale asfittica ed inconcludente, costituì l’emblematica manifestazione dell’inaffidabilità politico – amministrativa della designata e  dell’anonima accolita degli eletti nelle liste non di marca originariamente deluchiana.

Il sindaco, si sa, è portatore di un molto strano fascino: è persona dotata di un dignitoso retroterra culturale e di una lunga navigazione politica effettuata tra le insenature subdole ed ipocrite del vetero – marxismo del tempo che fu.

Egli sa bene che il modo più semplice per catturare consenso è quello di promettere e di  dispensare  incarichi e  riconoscimenti. De Luca non sa sorridere, l’espressione sua facciale quasi sempre è votata all’arrabbiatura, all’arroganza e alla presunzione.

A cominciare dai suoi collaboratori più vicini e dagli stessi assessori egli è temuto come un maestro d’altri tempi che affidava ad una discutibile scala di valutazione il numero di bacchettate da somministrare all’allievo in rapporto alla natura della mancanza commessa.

Nei riguardi dei consiglieri dichiaratisi di opposizione è anche concessivo di una forzosa apertura delle labbra percepita come sorriso o di una leggera e rapida pressione effettuata sulla spalla e se, donna, anche di un complimento stiracchiato pregno di un’ipocrisia spiccatamente maschilista.

Questa la strategia ammiccante che viene percepita come disponibilità a concedere. Una volta accettato l’atto di cortesia si entra nel meccanismo che alcuni volgarmente definiscono ricatto e che in modo più elegante può passare come attesa del riscontro dovuto.

GIANFRANCO VALIANTE DIMISSIONARIO DAL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA

18 luglio 2014

 

Salerno, 17 luglio 2014

 

Ambrogio IETTO

 

L’esempio del sindaco di Baronissi ( Salerno )

 

Finalmente sulla stampa si legge una più che buona notizia: a Baronissi, avantieri, Gianfranco  Valiante, sindaco neo eletto dell’importante centro della Valle dell’Irno, ha formalizzato, così come imposto dalla legge, le dimissioni da consigliere regionale, optando definitivamente per il gravoso compito di primo responsabile della vita amministrativa della città.

Non è di tutti i giorni poter evidenziare decisioni del genere stante la  brutta, diffusa consuetudine, tra quanti svolgono vita politica attiva, di ricercare ogni escamotage per dribblare più o meno astutamente quanto previsto dal legislatore.

Pertanto l’atto di Valiante va salutato con pieno favore nell’auspicio che altri, nelle medesime situazioni di incompatibilità, si comportino alla stessa maniera. Con questa decisione vengono a cadere le considerazioni che volevano Valiante acriticamente legato al carro del sindaco De Luca che, dal punto di vista dei personali comportamenti in fatto di doppio incarico, non è stato in un recente passato pedagogo esemplare per i suoi più fedeli seguaci.

Non sono molto esperto in fatto di compensi collegati a ruoli svolti all’interno delle pubbliche amministrazioni ma ritengo che l’accettazione dell’incarico di sindaco di Baronissi, da parte di Valiante, presupponga per lui anche una sostanziosa perdita in fatto di indennità spettanti in considerazione del più vantaggioso trattamento di consigliere regionale investito anche della responsabilità di presidente della commissione regionale preposta alla cultura della legalità e alla lotta alla camorra.

Gianfranco Valiante, in fatto di impegno politico – amministrativo, continua un percorso intrapreso a suo tempo dal compianto suo papà Aldo, più volte eletto amministratore al Comune di Salerno.

Nipote di Mario Valiante, già parlamentare e sottosegretario di Stato, e di un compianto altro fratello del padre in passato consigliere regionale, Gianfranco, come suo papà, ha fruito, soprattutto in precedenti esperienze elettorali,  dell’apporto fedele e solidale della vasta famiglia dei postelegrafonici.

D’Altro canto egli è stato dirigente provinciale delle Poste Italiane per due anni a Salerno e per un altro successivo biennio a Napoli.

Personalmente ho avuto la fortuna di conoscerlo e di stimarlo nel corso di una breve mia presenza all’interno della giunta comunale di Salerno guidata all’epoca dall’ottimo Mario De Biase. Un rapporto, il nostro, alimentato da profonda stima e anche da sincera, fruttuosa amicizia.

Lo attende un compito delicato che va ben oltre gli impegni pubblici assunti col proprio elettorato. Baronissi è confinante con la  parte alta della città. La sua collocazione, vitale per la promozione culturale anche in considerazione della presenza in quel territorio del Campus universitario che ospita il Dipartimento di Medicina e Chirurgia, si pone metaforicamente come porta, non solo della Valle dell’Irno, ma dell’intero entroterra irpino.

Al di là di una riflessione sistematica da elaborare sull’ipotesi di realizzare una città metropolitana, che senza inficiare le rispettive autonomie amministrative dei comuni contigui, si sforzi di predisporre un disegno organico di pianificazione territoriale facilitante anche la migliore organizzazione e la relativa gestione di servizi comuni, permangono esigenze ineludibili di buon vicinato col capoluogo di provincia. L’equilibrio, il senso della misura, l’esperienza maturata in altre responsabilità amministrative costituiscono referenze non trascurabili  per il neo – sindaco cui vanno i migliori auguri di “Cronache del Salernitano”.

I PENSIERI SCRITTI DEL SINDACO DE LUCA

13 luglio 2014

Salerno, 13 luglio 2014

 

Ambrogio IETTO

Verba volant, scripta manent

 

Non ho mai ascoltato una sola puntata dell’omelia settimanale che, tramite video, il sindaco De Luca tiene ai suoi amministrati. Non l’ho fatto per superbia né per mancanza di riguardo verso il primo cittadino ma soltanto perché quel tempo riesco ad utilizzarlo in modo più produttivo per me.

I puntuali comunicati che l’ufficio – stampa del Comune trasmette via e-mail agli iscritti all’Ordine dei giornalisti, compresi gli umili pubblicisti come me, sono oggetto, però, da parte mia, di doverosa, particolare attenzione.

Analogo interesse, così, ho manifestato anche verso il testo che sintetizza l’intervento di venerdì scorso. Bene, un’analisi puntuale di questo comunicato, sicuramente riletto dall’onorevole De Luca, consente di cogliere espressioni offensive rimarcate ancora una volta nei confronti di ‘ un comitatino di tre sfaccendati con la pancia piena o di una sedicente associazione ambientalista ‘.

In verità che ‘ Italia Nostra ‘ si vanterebbe solo di essere un’aggregazione ecologista mentre, secondo De Luca, non lo sarebbe in realtà,   a me sembra espressione falsa ed infondata. ‘ Italia nostra ‘ ha 59 anni di vita, tra i suoi fondatori si ricordano i nomi di Umberto Zanotti Bianco, Giorgio Bersani, Elena Croce; a Salerno essa è rappresentata da degna persona, la professoressa Raffaella Di Leo, che personalmente ricordo per il suo impegno culturalmente onesto e serio all’interno del Consiglio scolastico provinciale di cui fu componente elettivo in rappresentanza dei docenti della scuola secondaria di secondo grado dell’intera nostra provincia.

Intanto sono stati proprio questi comitati e gruppi a condurre un’azione mirata che, investendo anche  la magistratura amministrativa, ha contribuito ad elevare il tasso di sensibilità dei concittadini contro l’ecomostro del Crescent.

La prosa deluchiana diventa scaltra, addirittura subdola nei riguardi della Soprintendenza e della magistratura inquirente. Con la prima istituzione la discussione, secondo il sindaco, andrebbe avanti ‘ in modo sereno e tranquillo ’.

Eppure un passo della relazione del Soprintendente considera il giudizio della Commissione comunale sul paesaggio una “ valutazione del tutto autoreferenziale e priva di giustificazioni”. Questa non sembra proprio una manifestazione di arrendevolezza o, peggio, di debolezza.

Nei riguardi della magistratura la strategia del primo cittadino, per quanto confermativa di una consolidata abilità nel navigare in acque burrascose, lancia ai giovani inquirenti qualche raccomandazione  sia pure sotto forma di strumentale auspicio.

Il primo cittadino, infatti, si augura soltanto che essi non si lascino prendere da stanchezza o da noia e che elevino la soglia dell’attenzione. Il pericolo, infatti,  secondo De Luca, andrebbe individuato nella possibile deformazione dei fatti. L’esortazione, infine, si trasforma in vero rimprovero, come per dire : ‘ ragazzi miei, badate bene: l’area della piazza posta sotto sequestro è il frutto di una decisione errata ‘. “Noi ne abbiamo chiesto il dissequestro per fare i lavori di collegamento tra il lungomare e la piazza “.

E’ bene, quindi, che ci si regoli di conseguenza.

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