A SINISTRA NON POCHE LE CRITICHE DIRETTE AL SINDACO DE LUCA

ANTIDELUCHIANI DELLA PRIMA E DELLA SECONDA ORA
di Ambrogio Ietto
La lettera scritta da Andrea Zolferino al nostro direttore e puntualmente pubblicata ieri, a pagina 4 da ‘Cronache’, testimonia l’ appartenenza del fedele lettore all’esile schiera degli antideluchiani della prima ora. Chi scrive conosce, infatti, Zolferino da oltre mezzo secolo, da quando egli, bravo conducente dei filobus e, quindi, pullman della Sometra – Atacs, oggi Cstp, si dilettava a suonare la batteria, i cosiddetti strumenti a percussione, in un complesso di cui faceva parte anche il compianto amico Carmine De Rosa e che allietava le domeniche di luglio e di agosto dei clienti frequentanti il dancing ‘ Serenella ‘ di Bellizzi. Tra un brano musicale e l’altro, propri del fortunato repertorio degli ‘ anni sessanta’, spesso si determinavano favorevoli condizioni per far riferimento alla sua ortodossa militanza sindacale nella Cgil e alla fedele accettazione del verbo comunista che lo motivava, la domenica mattina, a diffondere ‘ L’Unità’ tra i passanti di Corso Vittorio Emanuele e di piazza Portanova. Zolferino, come tanti suoi compagni, frequentando assiduamente la sezione di appartenenza, si rese conto col tempo che il messaggio di democrazia, di cittadinanza attiva e di solidarietà partecipato dal militante Vincenzo De Luca risultava sempre più in contrasto coi suoi comportamenti e, soprattutto, col modo con cui questi gestiva la leadership provinciale nel PCI e nel PDS e il potere nella conduzione delle istituzioni pubbliche cui era stato chiamato dall’ampio suffragio elettorale. Di questi limiti ebbe modo di rendersi conto direttamente anche chi scrive che, catapultato in qualità di indipendente e di assessore ai rapporti con l’Università all’interno della giunta De Biase, riscontrò in quella sede i ricorrenti ostacoli frapposti, soprattutto dalla burocrazia di vertice di Palazzo di Città di dichiarata fede deluchiana, all’azione amministrativa del sindaco dell’epoca. Così, ad inizio di aprile del 2006, maturò in situazione l’idea di presentare in giunta un documento di sostegno alla ricandidatura a sindaco della città del buon De Biase. Tra l’apparente sconcerto dei tre assessori di stretta marca deluchiana ( Picarone, Guerra e De Maio ) si colse il senso delle decisioni assunte altrove di un ritorno di De Luca alla guida della comunità salernitana. Il particolare ricordato, accompagnato dalle immediate dimissioni dello scrivente motivate in sede di successiva conferenza stampa, non ebbe un significativo effetto sugli organi di informazione all’epoca in prevalenza allineati sulle posizioni del parlamentare ripropostosi come sindaco di Salerno. Ora, da qualche tempo, anche sul nostro ‘Cronache’, si leggono considerazioni e valutazioni piuttosto severe sul conto di De Luca e sui suoi metodi di gestione della cosa pubblica. La lettera di Andrea Zolferino dimostra che, in passato, emerse una dose di più fine senso critico all’interno dei quadri sindacali e della ‘ manovalanza’ del partito che nella intellighenzia cittadina e nella comunità accademica schierate tradizionalmente a sinistra.

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