RIFLESSIONI SUL SINODO DELLA FAMIGLIA: UN PREZIOSO CONTRIBUTO DI DON GIULIO CIRIGNANO EMERITO BIBLISTA

Firenze, sabato 18 ottobre 2014
don Giulio Cirignano, biblista
Rimettere al centro della vita l’amore
in alternativa ad un inossidabile conservatorismo

Finalmente, al Sinodo sulla famiglia si sono sentite alcune voci di conservatori inossidabili. Perché finalmente ? Perché queste voci invece di irritare sono causa di consolazione ? Per una ragione molto semplice: perché aiutano a comprendere da che parte stanno la verità ed il bene della Chiesa. Dalla parte opposta alla loro.
Non possiamo dimenticare, infatti, che per quanto riguarda la Chiesa Italiana, e solo la Chiesa Italiana, quelle voci provengono, per lo più, da persone che per molti anni avevano imposto un clima inaccettabile. Vogliamo ricordare alcuni dei fatti più emblematici ?
Al primo posto metterei il martirio dell’Azione Cattolica durante la presidenza Monticone. Chi ha vissuto quegli anni in diretta non può né dimenticare né sminuire la gravità di quanto in quegli anni si verificò.
Al secondo posto ricorderei la sistematica opposizione al cattolicesimo democratico nelle sue figure più rappresentative. Un nome vale, come esempio, per tutti. Quello del prof. Giuseppe Lazzati, rettore dell’Università Cattolica.
Al terzo posto ricorderei, non senza profonda tristezza, il sostegno più o meno palese al progetto politico di questi ultimi venti anni, il più anticristiano che si possa ipotizzare. Quello imperniato sul berlusconismo e Lega. I valori non negoziabili e l’anticomunismo sono stati la gigantesca foglia di fico dietro cui nascondere comportamenti inaccettabili: corruzione, idolatria del denaro, conflitti giganteschi di interesse, cialtroneria sessuale e via elencando. Tutto si è sopportato.
Infine, ultimo elemento di assoluta gravità, la progressiva formazione di un gruppo – guida della Chiesa sulla base della conformità al detentore del potere. Ne è venuto fuori una classe di ‘signor sì ‘, di sodali, seguito da un popolo di vaste proporzioni con un alto tasso di incapacità al coraggio e alla sincerità della testimonianza, vera e propria parresia, e alla coscienza critica.
L’irruzione imprevedibile, anzi assolutamente non programmata dello Spirito nella persona di Papa Francesco, ha messo in evidenza una maniera nuova di pensare la vita, la proposta cristiana, l’evangelizzazione e, con essa, la necessità di un profondo cambiamento.
Quanti si erano dimenticati del Concilio e delle sue coraggiose consegne, alla formidabile ventata di aria fresca di Papa Francesco avrebbero dovuto fare un passo indietro, prendere atto della propria estraneità al nuovo clima, riconoscere che proprio con le loro stesse mani avevano deposto ogni autorevolezza.
Non lo hanno fatto e non c’era da aspettarsi che lo facessero. Non lo faranno. Solo la natura potrà dare una mano a Papa Francesco e alla Chiesa. Per ora non ci resta che osservare, con dolente compiacenza, l’involontario contributo che stanno dando alla ricerca della verità e del bene con le loro dichiarazioni.
Continuino, continuino a parlare, a ripetere le loro rigidità dottrinali, in totale inconsapevolezza della realtà. Anche chi non è addentro alle questioni può, così, farsi un’idea circa il pensiero e il cuore di Gesù: stanno dall’altra parte.
Il punto di vista più drammatico delle posizioni degli inossidabili conservatori consiste nel collegare con un aspetto tutto sommato semplice, quale quello dell’accesso all’eucaristia, la dimensione dottrinale circa il matrimonio. Quando mai ? Certo, per questo come per altri problemi si potrà discutere, in futuro, se il grande cambiamento in atto non spinga ad una ermeneutica diversa rispetto a quella tradizionale. Ma ora il problema è molto più piccolo: è quello del livello di colpevolezza in una determinata situazione.
E’ possibile che tutto ciò che ha attinenza con il sesso o con il corpo debba rivestirsi di un così alto livello di colpevolezza da escludere dalla comunione con Dio ? Ci siamo sostituiti a Dio ? Ma quale immagine di Dio viene fuori da questa maniera di considerare le cose ? E’ possibile che un Dio che ha intessuto l’uomo di sessualità consideri tutto ciò che ha a che fare con essa, ma non in linea con la dottrina, sia colpa mortale ? Certo,abbiamo sempre avuto questo atteggiamento, anche riguardo ad aspetti più semplici del matrimonio: sulla masturbazione, sui preservativi, sui pensieri e gli sguardi, su i desideri.
Tutto e sempre peccato mortale!
Ora, nel distacco enorme tra i principi e la coscienza di gran parte della gente, ne paghiamo le conseguenze.
Non si tratta di passare ad una concezione morale più lassista ma solo più equilibrata ed umana. Forse, se rimettiamo al centro della vita l’amore, certamente non la rendiamo più facile ma, probabilmente, solo più felice.

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