LE NOSTRE COMUNITA’ IN PERMANENTE SITUAZIONE RISCHIO

Salerno, 14 Novembre 2014
Ambrogio IETTO
Cultura della prevenzione

E’ da oltre un mese che la penisola italiana è sottoposta a fenomeni climatici piuttosto complessi e non sempre rilevabili in chiave preventiva. Piogge violente, improvvise e marcatamente localizzate, per i danni che provocano, stanno contribuendo a rendere ancora più grave un’economia sofferente e per niente in grado di intraprendere la tanto auspicata fase della ripresa e della crescita.
La posizione geografica e geologica di Salerno città e di molte località delle nostre due costiere, l’amalfitana e la cilentana, presenta molte affinità col paesaggio e col contesto idrogeologico di borghi e centri abitati ove l’abbondanza della pioggia caduta e la presenza di corsi d’acqua anche di modesta entità, oltre a determinare danni gravissimi alle abitazioni e alle cose in esse contenute, hanno mietuto, purtroppo, anche vittime.
Le dichiarazioni raccolte tra la cittadinanza colpita da simili sinistri convergono verso considerazioni piuttosto simili: una carente politica di tutela ambientale, interventi di assestamento territoriale mai compiuti nonostante allarmanti precedenti climatici o effettuati con pressapochismo e superficialità, una tendenza a rilasciare concessioni edilizie in contesti ambientali e paesaggistici scarsamente sostenibili.
Nei giorni passati, in occasione del sessantesimo anniversario della gravissima alluvione che colpì con centinaia di vittime Salerno e diverse località della costiera amalfitana, emittenti televisive e quotidiani offrirono immagini e reportages di quel tragico evento mentre politici e pubblici amministratori confermarono il loro impegno ad adoperarsi al meglio per avviare una campagna mirata ad una prevenzione funzionale soprattutto alla tutela ambientale.
In giro, però, non si vedono maestranze impegnate a liberare le decine di rigagnoli letteralmente ostruiti da cumuli di rifiuti abbandonati da cittadini irresponsabili e da erbe selvatiche cresciute naturalmente e mai tagliate.
La stessa considerazione va espressa per le migliaia di tombini ostruiti da fango nei coperchi di ghisa o di cemento che coprono i sottostanti canaletti di scolo delle acque piovane anch’essi pieni di materiale di risulta. La solerzia e la diligenza dei pubblici amministratori vanno considerate e valutate anche e, soprattutto, in relazione alla loro cultura della prevenzione e del buon senso.

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