PARTITO DEMOCRATICO E CENTRODESTRA IN CAMPANIA: MATRIMONIO INFECONDO

Salerno, 15 Novembre 2014

Ambrogio IETTO

CAMPANIA INFELIX

Quanta tristezza accompagna la nostra riflessione! Nell’epoca romana, non meno di duemila anni fa, i nostri antenati si trovavano a vivere un’esistenza decisamente migliore. Nascevano e si moltiplicavano in una terra chiamata ‘ felix’, cioè prosperosa, feconda, contraddistinta da un clima mite, sostanzialmente sereno.
Dall’anno 273 prima della venuta di Cristo essi avevano tolto alla confederazione lucana anche Paistom, aggiustandole il nome in Paestum.
Da Capua alla piana del Sele, allora non abbandonata all’incuria, si valorizzava, così, al meglio il terreno mentre lungo la suggestiva e gradevole costa potenti e ricchi erigevano ville sontuose e comode.
Oggi, per un insieme di motivi, la nostra regione può essere denominata ‘ Campania infelix ‘. I latini consideravano il vocabolo ‘ infelix’ un aggettivo di seconda classe che, nella successiva fase della lingua volgare e dei dialetti italici, assunse l’attuale significato di ‘ sfortunata, sventurata, sterile, infruttuosa, improduttiva’.
Perché regione sfortunata e sventurata?
Semplicemente perché nel corso dei secoli è andata incontro ad una classe dirigente incapace di valorizzarne al meglio le straordinarie potenzialità paesaggistiche e climatiche che il dio Creatore aveva voluto assegnarle. Tanto che anche un cataclisma, un grande sconvolgimento naturale, un disastro calamitoso quale l’eruzione del Vesuvio si trasformò in una straordinaria fonte di ricchezza tuttora compromessa dall’egoismo autodistruttivo dei cosiddetti scioperi selvaggi delle maestranze e dall’inettitudine di una mediocre governance.
Lo spietato, patologico, sconcertante attivismo delle aggregazioni camorristiche ha fatto il resto, rendendo infeconde e addirittura micidiali quelle terre, trasformandole in un’incontrollata, pericolosa polveriera pronta a distribuire il seme della morte anche nelle vite dei loro stessi loro congiunti.
A dare il colpo di grazia alla regione Campania ancora una volta è un’incapace, irresponsabile classe politica.
Si legge, infatti, che sia in gestazione un assurdo patto che porterebbe il partito democratico ad affrontare la prossima campagna elettorale per il rinnovo del governo regionale in alleanza programmata col Nuovo Centrodestra.
Si ascoltano, così, le giuste rimostranze di componenti importanti sia dell’aggregazione di Renzi sia del partitino del duo Alfano – Quagliariello. L’operazione tenderebbe, da una parte, ad evitare le primarie, relegando a comparse personaggi del calibro di De Luca e Cozzolino, e, dall’altra, a ridimensionare le possibilità di rielezione dell’attuale presidente Caldoro.
Chi scrive è convinto che questa aggregazione non darebbe il risultato agognato. Ad impedirglielo è, soprattutto, la sicura discesa in campo di De Luca i cui comportamenti futuri risultano ben chiari ad un osservatore neutro: compiere tutti gli sforzi per rispettare una procedura segnata dall’adempimento delle primarie; in caso di designazione dall’alto di un personaggio legittimato da Renzi e, quindi, di un superamento del passaggio preselettivo, il sindaco richiamerebbe a raccolta le forze racimolate all’interno del PD, della destra, del centrodestra, dell’area laica e del … diavolo e scenderebbe egualmente e, comunque, in campo col sogno della vittoria ma anche col sicuro sfizio di dare una lezione a coloro che praticano la cosiddetta politica politichese.
Infantile la posizione di Alfano e compagni. Caldoro, è vero, non ha mostrato carisma nella comunicazione e nel rapporto diretto con le comunità locali ma, da commissario governativo, ha fatto rientrare nei limiti la gestione fallimentare della sanità e, da presidente della giunta regionale, ha elevato di molto la percentuale dei fondi utilizzati ed erogati dall’Europa, sostenendo opere importanti che stanno contribuendo anche a modificare il volto di Salerno.
In questo contesto la Campania di oggi accusa uno dei più alti tassi di disoccupazione giovanile, di improduttività, di corruzione e di criminalità. Non c’è certo da essere soddisfatti.
L’infecondità rende un po’ tutti sterili ed infelici.

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