25^ GIORNATA DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA

Salerno, 21 Novembre 2014

Ambrogio IETTO

BAMBINI ED ADOLESCENTI RICERCANO GENITORI
SIGNIFICATIVI, CAPACI DI PORSI QUALI INTERLOCUTORI PREFERITI

Ieri 20 novembre in 190 Stati del pianeta, tutti aderenti all’ONU e, quindi, anche in Italia, è stata celebrata la “ Giornata dell’infanzia e dell’adolescenza “ i cui diritti furono ufficialmente proclamati e sanciti nel lontano 1989 dalla speciale Convenzione approvata dalle Nazioni Uniti.
Nella nostra città e nei centri più importanti della provincia diverse sono state le iniziative organizzate, in prevalenza, da associazioni di volontariato e da gruppi professionali di docenti impegnati nella quotidianità a contatto con bambini e con adolescenti.
Per questa ricorrenza non sembra superfluo offrire all’attenzione dei lettori qualche riflessione che enuclei alcune considerazioni riguardanti esigenze e diritti profondamente avvertiti da queste due fasce deboli del processo evolutivo della persona umana.
Sono bisogni comuni che riguardano la quotidianità e che emergono soprattutto nelle società avanzate tra le quali viene annoverata anche l’Italia. Come si sa lo stadio dell’infanzia raccoglie, pur nelle sue articolazioni interne, il periodo che va dalla nascita ai sei anni. E’ questa una stagione delicatissima della vita.
Gli ultimi dati dell’Istituto Nazionale di Statistica rilevano un calo consistente delle nascite e un aumento considerevole del numero degli anziani. Il contenimento demografico è fenomeno conseguente ad una serie di problemi: gravità della situazione economica, alto tasso di disoccupazione giovanile, mancati piani governativi per l’edilizia popolare, carenza di asili nido, superamento della struttura familiare di un tempo e fragilità nei rapporti di coppia, ricorrenti patologie che non concedono ad uno dei due partner il dono della fecondità, in alcuni casi anche l’indisponibilità, da parte della coppia, ad accettare la sicura pratica delle rinunce e dei sacrifici.
L’arrivo di un bambino, pertanto, s’identifica giustamente con un evento ricco di emozioni e di attese per il suo futuro. La presenza di nonni ancora autonomi ed attivi consente di affrontare le inevitabili difficoltà di questa fase. In questi casi è bene che gli anziani si adeguino pedissequamente alle indicazioni suggerite dai genitori e, in particolare, dalla madre del piccolo in materia di alimentazione, di igiene, di ambientazione. Una rottura dei rapporti all’interno della coppia, ipotesi oggi sempre più frequente, impone il massimo sforzo da parte dei due partner per ricercare linee di indirizzo convergenti verso la possibile condizione di serenità auspicabile per il piccolo che, purtroppo, sempre più si trasforma in strumento di trattativa e di liti per i due genitori.
Le istituzioni pubbliche sono chiamate sempre più ad intervenire a favore dell’infanzia con una ben programmata serie di interventi: asili nidi, educatrici a livello condominiale, servizi sanitari, spazi pubblici, aree verdi, campi gioco attrezzati in rapporto alle diverse fasce d’età.
I bisogni degli adolescenti sono i medesimi per quanto riguarda la qualità dei rapporti coi genitori e con le altre figure adulte con le quali essi entrano frequentemente a contatto. Il superamento della crisi d’identità, propria di questo stadio del percorso evolutivo, presuppone un’intesa molto forte tra i genitori, i docenti e i responsabili di altre agenzie formative che eventualmente entrano in gioco ( adulti impegnati nel volontariato giovanile, oratori parrocchiali, scuole di calcio e di danze, referenti di associazioni sportive e ludico – ricreative frequentate dai ragazzi ).
Il richiesto patto di corresponsabilità educativa va discusso e responsabilmente sottoscritto dalle diverse componenti chiamate in causa. E’ questa la stagione dei primi amori, della fioritura delle prime nette manifestazioni riguardanti l’identità sessuale delle ragazze e dei ragazzi, delle primarie forme di aggregazione giovanile che si ricompongono in modo compatto il sabato e la domenica sera.
E’ un periodo in cui tutto il tempo donato dai genitori ai figli è guadagnato, consente di rafforzare la qualità delle relazioni e di accreditarsi quali interlocutori significativi e preferiti.

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