L’ORIGINALE TESI DI UN CERTO FARAONE SOTTOSEGRETARIO ALL’ISTRUZIONE PUBBLICA E PARITARIA: L’OCCUPAZIONE DEGLI EDIFICI SCOLASTICI CONSENTE ANCHE A RAGAZZE E A RAGAZZI DI ‘ CONSUMARE AMORI’ DENTRO I ‘SACCHI A PELO’

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO RENZI

Ambrogio Ietto
Medaglia d’Oro ai Benemeriti
della Scuola, della Cultura e
dell’Arte (DPR del 2.6.1983)
ambrogio.ietto@gmail.com
335/6787446 Salerno, 6 dicembre 2014

Dr. Matteo Renzi
Presidente del Consiglio dei Ministri
ROMA
presidente@pec.governo.it
Onorevole Presidente,
la disturbo per una questione particolarmente delicata, qual è l’occupazione degli istituti scolastici da parte di gruppi di studenti del secondo ciclo di istruzione, ora al centro dell’attenzione generale anche a causa della lettera inviata al quotidiano ‘ La Stampa’ dall’onorevole Davide Faraone, da pochi giorni elevato dalla S. V. alla dignità di Sottosegretario di Stato alla Pubblica Istruzione, all’Università e alla Ricerca.
L’iniziativa unidirezionale del parlamentare ed uomo di governo è stata dallo stesso confermata con un successivo, secondo intervento in cui egli riafferma che ‘ sulle occupazioni’ non torna indietro e che le stesse ‘servono a crescere’.
Sconcerta davvero la tesi enfatizzata dal Faraone, di per sé non solo molto discutibile ma decisamente infelice per un dichiarato servitore dello Stato. Egli afferma che ‘ non basta il suono di una campanella per fermare l’energia che si crea, cresce e muove in una scuola per poi contagiare il mondo fuori ‘. Al di là di ogni metafora il dotto uomo di governo è convinto cha l’odierna comunità scolastica, all’interno dell’istituzione educativa frequentata, risenta di una condizione di vita coatta, forzatamente condizionata da un’impostazione pedagogico – didattica direttiva, mortificatrice del potenziale di creatività e di pensiero divergente di cui sono portatori autentici i ragazzi ed i giovani di oggi.
Di conseguenza, sempre secondo il politico, questo clima impedirebbe di fatto l’azione di contagio che ideali, fermenti, valori emotivo – cultural – relazionali giovanili discussi ed alimentati a scuola dovrebbero o potrebbero determinare nella realtà circostante. Ecco perché l’occupazione dell’edificio scolastico frequentato dalla scolaresca andrebbe ‘istituzionalizzata’ in quanto esperienza pedagogica determinante per alimentare ‘ la voglia di far politica’ e la ‘ passione civile’ e tanto preziosa da consentire agli studenti l’acquisizione di un patrimonio di competenze e di modi di essere sufficiente addirittura per ricoprire in futuro il ruolo di ‘ leader in un’azienda’.
Il Faraone, continuando nella sua farneticante elaborazione, manifesta nostalgia per queste esperienze giovanili che avevano anche il merito di far ‘consumare amori ‘ dentro i ‘ sacchi a pelo ‘ a tante ragazze e a tanti ragazzi molti dei quali, grazie proprio a quelle esplorazioni erotiche, ‘hanno trovato la propria anima gemella’.
Egregio Presidente,
sono certo che anche lei sia rimasto psicologicamente disturbato da considerazioni di questo tipo che tendono a ricondurre l’Italia ad una stagione che ha segnato irreversibilmente il calo pauroso dell’identità culturale del cittadino medio.
Faraone è nato nel 1975 ed è stato concepito, così si legge sul suo blog alla voce ‘info’, dal papà ‘ dirigente della Cgil siciliana’ che ‘ sin da piccolo lo portava con sé alle riunioni sindacali’. ‘Vivendo quell’ambiente’ ( è sempre il diretto interessato che costruisce la narrazione ) egli ‘ è venuto a contatto con i problemi del mondo del lavoro ’. Senza rendersene conto il narratore conferma che ad incidere in modo significativo sulla costruzione dell’identità della persona sono fattori endogeni e fattori esogeni. Egli, evidentemente, fu concepito in un momento di ebbrezza erotico – sindacale vissuto intensamente dai suoi genitori e, in seguito, nel corso dell’infanzia, della fanciullezza e della gioventù, non fece altro che ascoltare ed assimilare, dentro e fuori casa, informazioni e relative considerazioni espresse nel particolare vocabolario sindacalese che ha intelligentemente riproposto tra cittadini diseredati della sua Palermo, ricavandone poi, in sede di consenso elettorale, consistenti vantaggi strumentalmente utilizzati nelle sedi istituzionali e all’interno del partito.
Una volta approdato a viale Trastevere il sottosegretario Faraone ritiene opportuno trasformare la cosiddetta sede della Minerva in un arrugginito laboratorio di idee imbevute di una puerile demagogia mirante ad ottenere il consenso di una parte della realtà studentesca, facendo mostra di condividerne malumori e rivendicazioni.
Contingenze particolari, prodotte dall’esigenza primaria di assicurare il necessario equilibrio interno ai partiti e ai governi, consolidano da tempo il convincimento di assegnare responsabilità riguardanti il comparto dell’istruzione pubblica e paritaria a soggetti giudicati fastidiosi, seccatori, privi di competenze specifiche, tuttologi di professione. Purtroppo le risorse aspiranti ad un ‘ posto al sole’ da tenere necessariamente in considerazione quasi sempre risultano portatrici di vuoto culturale e di pressappochismo.
Si sa che questa non è più la stagione dei Gentile, dei Croce, dei Lombardo Radice, degli Spadolini, dei Valitutti, dei De Mauro. Ma, di grazia, non è nemmeno il tempo di un Faraone qualsiasi. Di ‘maestri’ di questo tipo la scuola italiana non ha proprio bisogno.
La tanto vituperata Democrazia Cristiana ebbe almeno rispetto degli operatori del settore ed assegnò a quel dicastero le sue migliori risorse: da Gonnella a Segni, da Ermini a Moro, da Gui a Sullo, da Scalfaro a Malfatti, da Franca Falcucci a Maria Badaloni.
Il progetto suo e del suo governo sulla ‘ buona scuola’, per essere validamente sostenuto e, quindi, realizzato, necessita, in primo luogo, di testimoni significativi e credibili.
Si impegni anche a tal fine.
Con ossequi,

Ambrogio Ietto

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