LA DIFESA DELL’ISTITUTO AGRARIO STATALE DI EBOLI: QUANDO LA POLITICA E’ FATTA AD USUM DELPHINI

Domenica 4 gennaio 2015

Ambrogio IETTO

CANFORA E LA SCUOLA

La scuola italiana, intesa in senso lato, non è esente da responsabilità per quanto riguarda il suo impegno ad innovarsi al fine di rispondere sempre meglio ai processi di cambiamento in atto anche nella nostra società e per soddisfare bisogni essenziali di natura educativa e formativa avvertiti dai nostri ragazzi. L’autonomia che, alla fine del secolo passato, un legislatore attento concesse alle istituzioni scolastiche voleva costituire lo strumento necessario per rendere più agevole questo compito.
Articolata in autonomia didattica, organizzativa, di ricerca, di sperimentazione e di sviluppo, alle scuole veniva offerta la possibilità di adattare la propria offerta formativa alle richiamate necessità del nostro tempo, ravvivate dall’utilizzazione di strumenti didattici prodotti dall’evoluzione della tecnica e della tecnologia e da una mediazione pedagogica e didattica affidata a docenti preparati ed attenti innovatori. Va riconosciuto, purtroppo, che questi obiettivi stentano ad essere raggiunti e che l’autonomia concessa e dichiarata non di rado si va trasformando in anarchia e in passerella autoreferenziale per coloro che in queste istituzioni operano.
Da alcuni giorni la stampa locale dedica spazio alla querelle emersa da una decisione della nascente nuova Provincia di accorpare l’Istituto Tecnico Statale Agrario ‘ Giustino Fortunato’ di Eboli all’Istituto Professionale per l’Agricoltura di Lamia – Salerno che vanta già sedi distaccate ad Angri, Castel San Giorgio, Battipaglia e Capaccio.
I criteri seguiti non sono noti. I nostri tentativi di approdare per via informatica al sito ufficiale dell’Amministrazione Provinciale per prendere conoscenza della relazione che accompagna il ‘Piano Provinciale di dimensionamento della rete scolastica’, purtroppo, non hanno dato risultati.
Una sufficiente dose di esperienza e di buonsenso consente, però, di convincersi che l’operazione di abbinamento puzza terribilmente di bruciato e risente dell’incidenza negativa che un uso strumentale della politica può determinare.
Si legge che l’Istituto ‘Fortunato’ di Eboli è frequentato da 1113 allievi mentre il Professionale per l’Agricoltura offre i suoi servizi formativi a 664 studenti così sparsi: 110 a Lamia di Salerno, 190 ad Angri, 124 a Castel San Giorgio, 134 a Battipaglia e 106 a Capaccio.
Se a sollecitare la proposta fossero stati motivi prevalenti di risparmio, cioè l’eliminazione degli oneri stipendiali di un dirigente scolastico e di un direttore dei servizi di segreteria, l’accorpamento andava deciso a favore dell’Istituto Tecnico Agrario di Eboli per più consolidate radici storiche, per migliore qualità del curricolo e per maggiore consistenza della popolazione scolastica.
Invece finora la manovra è stata condotta inspiegabilmente (!) a favore di un anemico Istituto Professionale per l’Agricoltura che, coi suoi 664 studenti racimolati in ben 5 località importanti della provincia, riesce a stento a sopravvivere secondo i parametri fissati dalla legge n. 183 del 2011, comunemente denominata legge di stabilità 2012.
Nel caso in oggetto, poi, è molto strano il comportamento dell’autorità politica, cioè dell’Amministrazione provinciale di Salerno, che si pronuncia a favore dell’accorpamento di due istituti dotati entrambi dei parametri numerici sufficienti a sopravvivere secondo le leggi vigenti. In altri termini con questa proposta si sottraggono al territorio salernitano due posti di lavoro di qualifica dirigenziale e direttiva al fine di definitivamente stabilizzare la posizione di uno dei due dirigenti scolastici che, guarda caso, di tanto in tanto compare nelle elezioni amministrative quale candidato non eletto del partito democratico.
Le informazioni che si ricavano dal curriculum vitae del presidente della provincia di Salerno e sindaco di Sarno Giuseppe Canfora sono lusinghiere.
Trattasi di un dirigente medico responsabile, presso l’Ospedale di Sarno, dell’Unità operativa complessa di anestesia e rianimazione. Viene evidenziato anche l’ottimo suo retroterra culturale di stampo classico – umanistico con referenziati hobby nella fotografia, nella letteratura, nella musica classica e nel cinema. Prestato alla politica gli va suggerito di non rinunciare all’affinata sua autonomia critica e al suo buonsenso di galantuomo, evitando di prestare ascolto a consiglieri piuttosto interessati.

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