TANTE DOMANDE E NON POCHI PERCHE’ SULLA VITA DEL CANTAUTORE NAPOLETANO

Salerno, 07 Gennaio 2015

Ambrogio IETTO

NON POCHE RISERVE SUL MODO DI VIVERE
E DI AGIRE DI PINO DANIELE

E’ dato ricorrente che i grandi personaggi, della musica o della politica, della poesia o della letteratura, della finanza o dello sport, lasciano quasi sempre, dopo la loro scomparsa, una scia di polemiche alimentate dagli stessi ammiratori se non proprio da diretti congiunti.
L’Agenzia Ansa ha lanciato la notizia che la Procura della Repubblica di Roma indaga contro ignoti per omicidio colposo, avendo disposto anche l’autopsia del corpo del noto cantautore. Due mogli, una compagna, cinque figli generati da due donne diverse, tre fratelli, tutti affetti da cardiopatia congenita, due sorelle quasi cieche, costituiscono un vissuto complesso convergente su un solo dato: l’orgoglio comune di essere comunque congiunti di una delle più belle espressioni della musica napoletana, nazionale ed internazionale.
Per il resto tensioni, pareri discordanti, posizioni differenziate. Già le prime notizie di ieri annunciavano lo svolgimento dei funerali a Roma e sottolineavano che i ritorni in vita a Napoli di Pino Daniele, in visita alla madre ora defunta o alle sorelle, venivano effettuate sempre di notte o all’alba.
Queste informazioni non potevano non alimentare considerazioni anche critiche: come uno dei più puntuali e sofferti cantori-poeti di Napoli, si era isolato in un podere tra i comuni di Magliano ed Orbetello, in provincia di Grosseto, ed aveva deciso di acquisire residenza ufficiale a Roma, lontano dalla Napoli dalle ‘ mille culture’ ma anche dalle ‘ mille paure’ ?
Già per le contrastanti posizioni emerse sul presunto ritardo dell’autoambulanza, dotata di medico a bordo e di defibrillatore, e sul viaggio in auto, guidata dalla compagna, dal grossetano all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, è stato necessario, da parte delle autorità mediche, precisare gli appena 19 minuti intercorrenti tra la telefonata della richiesta di intervento e il rientro in sede degli stessi soccorritori.
Anche le parole pronunciate da don Renzo Campetella, che ha celebrato i funerali al santuario del Divino Amore, evidenziano una non bella situazione di aperto contrasto tra i congiunti del defunto.
Rivolto a loro il sacerdote ha scandito: “ Mi raccomando, state uniti. E’ il più bel regalo che potete fare a Pino, altrimenti avrà fallito come padre e come uomo “.
Poi ha aggiunto con un chiaro riferimento autobiografico: “ Da quando so che ho un tumore, campo bene e ringrazio Dio. Arriverà quel momento anche per me “.
Cosa aggiungere ?
Pino Daniele sapeva di avere una cardiopatia congenita, che a 27 anni aveva subito un intervento di angioplastica e che a 30 anni era stato necessario sottoporsi al primo bypass. Il suo cardiologo dottor Achille Garspardone ha dichiarato che ‘ la sua vita era appesa ad un filo. Infatti un unico vaso vascolarizzava il suo cuore’.
Conclusione temporanea e un po’ ardita:
una situazione clinica precaria, una vita professionale necessariamente intensa e faticosa, una situazione familiare complicatissima. Tenuto conto che il pensiero della morte non lasciava mai la mente di Pino Daniele, tanto da dare motivazione, in una sua canzone, al correre delle vecchiette in chiesa con la corona in mano, perché egli, da personaggio pubblico, non ha cercato di porre ordine testamentario almeno su dove ricevere i solenni funerali ?
Fortunatamente è arrivata la notizia del raggiunto accordo: un dignitoso pareggio tra Napoli e Roma.

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