DE LUCA IN DIFFICOLTA’ PER UNA DIGNITOSA ASCESA AL GOVERNO DELLA REGIONE ED UN CENTRODESTRA DIVISO, PRIVO DI CULTURA POLITICA

Salerno, 10 Febbraio 2015
Ambrogio IETTO
UNA POLITICA DA FRATELLI/COLTELLI
Ascoltare dichiarazioni ed interviste date alle emittenti televisive, leggere le cronache locali sui quotidiani, prendere atto delle rassicurazioni dei bene informati significa semplicemente perder tempo. Salerno e provincia non hanno mai raggiunto un buio così fitto in politica.
Al centro della curiosità popolare rimane sempre e soltanto Vincenzo De Luca con la sua tenace ottusità, l’immancabile aggressività, la patologica autoreferenzialità. Il resto è vuoto assoluto, è anche stupido tentativo di attribuire ad altri/e la responsabilità per un preannunciato, non improbabile insuccesso ove mai, come sembra, si dovesse andare a prossime consultazioni elettorali per il forzoso rinnovo dell’amministrazione comunale del capoluogo.
Il sindaco autoproclamatosi emerito continua a credere nella possibilità di partecipare da protagonista alla prossima campagna elettorale per le regionali. Scaricato più volte a Roma dagli emissari di Renzi, ora viene sottolineata l’inopportunità della sua candidatura, rimettendo almeno al 60% dei componenti dell’assemblea regionale del PD il pronunciamento su un potenziale candidato unico e condiviso.
Frattanto De Luca rivendica le sue benemerenze tra le quali enumera l’ortodossa fedeltà alla linea del partito democratico e la preziosa referenza di applicare a Palazzo Santa Lucia di Napoli ‘ il metodo Salerno, un metodo per fare della regione non il luogo della clientela, della palude burocratica, della disamministrazione, ma un motore di sviluppo in grado di creare migliaia di posti di lavoro e di risolvere le grandi emergenze’.
Il testo in corsivo e correttamente virgolettato è testualmente ripreso dal comunicato trasmesso dal solerte ufficio – stampa del Comune.
Il cittadino salernitano serio sa che il metodo De Luca, col quale si identifica il cosiddetto metodo Salerno, almeno per quanto riguarda il capitolo ‘clientela’, non ha l’eguale nemmeno nei pochi Paesi al mondo in cui si governa a struttura rigidamente dittatoriale.
La querelle sulla decadenza e l’interessato temporeggiamento dei consiglieri comunali esprimono in termini eloquenti la comune, diffusa preoccupazione di tirare la corda al massimo nella speranza di guadagnar tempo e prepararsi nella forma migliore all’inevitabile tenzone elettorale.
Frattanto l’anestesista Canfora, presidente della Provincia, si rivela il più fedele esecutore delle direttive che arrivano dal vicino Palazzo di Città. Anche l’operazione “ Fondazione Ravello “ ha confermato l’acritica, scialba designazione di innominati rappresentanti sempre pronti ad entrare nella stanza dei bottoni di entità culturali quale premio alla loro cieca fedeltà al padre – padrone.
Bene ha fatto Brunetta, nonostante pareri avversi, a resistere nel rispetto delle norme che regolano la vita interna della Fondazione.
L’onorevole Cirielli, dal canto suo, preferisce fare l’uccello di malaugurio, anticipando i sicuri, positivi esiti elettorali che si avranno a Salerno a favore dell’onorevole De Luca. Ora una provocatoria proposta di candidatura a sindaco di Salerno, da parte di Gigi Casciello a nome di Forza Italia, lo vede in difficoltà. Se non accetta è perché si dichiara convinto della sconfitta. In caso contrario dovrà battersi con tutte le sue forze e capacità per tentare di dare il definitivo colpo di grazia a De Luca.
Non fa male, però, ricordare al parlamentare veteromissino che la sua aggregazione politica, in occasione delle elezioni di secondo grado per la presidenza della Provincia, non indugiò un attimo nel silurare il sindaco di Mercato San Severino Giovanni Romano aspirante a quella carica.
Ora il centrosinistra e i deluchiani, in particolare, insidiano la Fondazione Ravello proprio grazie alla cortesia ricevuta qualche mese fa da una parte del centrodestra salernitano.
E’ naturale dedurre che il detto “ Fratelli Coltelli” ha ancora una sua attualità.

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