PREOCCUPANTI I DATI DELLA CARITAS SALERNITANA SULLE NUOVE POVERTA’

Domenica, 22 Febbraio 2015

Ambrogio IETTO
POVERTA’ E CHIESA

I dati sul disagio e sulla povertà, frutto di una ricerca puntuale ed esaustiva condotta dalla Caritas dell’arcidiocesi di Salerno ed illustrati nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella sede di via Bastioni, sono molto eloquenti.
Si rilevano una diffusa richiesta di aiuto per soddisfare le necessità primarie ( viveri, vestiario, farmaci, pagamento delle utenze per luce ed acqua, ecc. ), un aumento del numero degli italiani che bussano ai molti centri di ascolto operanti presso le parrocchie, una percentuale non trascurabile di anziani – pensionati ormai facenti parte organicamente dell’area del vero e proprio disagio sociale.
Un intervento pacato e pensoso di don Marco Russo, direttore della Caritas, ha evidenziato un’esigenza prioritaria che s’impone sempre di più in un contesto socio – economico particolarmente debole qual è il nostro: la realizzazione di una casa di accoglienza che consenta di ospitare bisognosi senza famiglia dimessi prematuramente dagli ospedali, italiani, comunitari ed extracomunitari privi di un tetto ospitale e costretti a trascorrere la notte all’addiaccio, clochard e vagabondi ancorati ad abitudini di vita autolesionistiche.
Il progetto di don Marco risale all’epoca in cui egli assunse la responsabilità della direzione della Caritas. Sono trascorsi sei -sette anni e in questo lasso di tempo c’è stato un solo, positivo segnale d’attenzione da parte dell’Amministrazione comunale di Salerno che ha messo a disposizione un suolo per la realizzazione dell’edificio.
Sembra legittimo osservare se da parte della Chiesa locale siano state compiute delle attente e non epidermiche rilevazioni, nell’ambito dell’intero territorio dell’arcidiocesi, in grado di individuare strutture immobiliari di proprietà della Curia, inutilizzate o scarsamente usate, da adattare alla bisogna e far fronte in tempi brevi ad emergenze sempre più impellenti.
Un atto pedagogicamente significativo, ad esempio, sarebbe stato quello, una volta riconsegnato dall’autorità giudiziaria il complesso della Colonia San Giuseppe, di destinarlo all’uopo.
Sarebbe stata una manifestazione concreta, significativa, sconcertante per tanti cristiani che manifestano perplessità e tiepidezza nei riguardi di una Chiesa che cita troppo spesso gesti ed atti di Papa Francesco ma che trova non poche difficoltà ad imitarli e a farli propri.

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