SALERNITANA: DOPO IL COMPRENSIBILE ENTUSIASMO DELLA PROMOZIONE IN “B” NECESSITA SUBITO PREDISPORRE UNA COMPAGINE QUALIFICATA, IDONEA AD AFFRONTARE LE DIFFICOLTA’ PROPRIE DELLA SERIE ‘CADETTI’. I PRECEDENTI STORICI CONFERMANO CHE GLI ANNI SUCCESSIVI AD UNA PROMOZIONE SEGNANO L’INCONTENIBILE, PIU’ O MENO IMMEDIATO, RITORNO NELLA SERIE DI PROVENIENZA

Ambrogio Ietto

Salerno, 26 Aprile 2015

DALLA SPERANZA ALL’ ENTUSIASMO

La psicologia definisce la speranza uno stato emotivo di fondamentale importanza dal punto di vista motivazionale in quanto può essere guida all’azione umana anche di fronte agli ostacoli più gravi e può dare una ragione all’insieme delle richieste, anche le più impossibili, della vita, all’infuori della possibilità evidente ed immediata del soddisfacimento di bisogni e desideri.
Ai tanti cittadini salernitani e non, tifosi della squadra del cuore ritornata, nel giorno della ‘ liberazione dalla Serie C ‘, finalmente al campionato cadetti, va riconosciuta la presenza stabile, nell’identità personale di ciascuno di loro, di questo stato emotivo consolidatosi, nell’inevitabile avvicendamento delle diverse generazioni, durante quasi cent’anni di storia del sodalizio granata.
E’ sufficiente sfogliare l’annuario, oggi anche informatico, delle diverse società sportive riconducibili al club calcistico cittadino d’eccellenza, per giudicare non solo giustificata ma anche terapeutica questa condizione dell’animo aperta alla sicura fiducia nella realizzazione di ciò che si desidera. Limitandoci soltanto a scorrere gli anni che vanno dal 1947 ad oggi ci si imbatte in un’alternanza di risultati ahimè poco incoraggianti che, anziché far scemare l’entità e la qualità del sentimento della speranza, alla fine contribuiscono a rafforzarla. Infatti la gioia della promozione in serie A, raggiunta nel campionato 1946/47, ebbe la durata breve di un campionato. L’anno dopo ci fu la retrocessione in B dalla quale si precipitò, dopo otto anni, in serie C.
Durò un decennio il purgatorio in questa serie per risalire al campionato superiore nel torneo cadetti nel 1965/66. Purtroppo l’anno dopo di nuovo in C; un’attesa di oltre 20 anni e, quindi, l’agognato ritorno in B nel campionato 1988/1989. Appena fino al 1990/91 e, inesorabile poi, la retrocessione in serie C. La speranza si potenzia ulteriormente e questa volta si registrano due salti in ascesa: campionato 1993/94 si ritorna in B, 4 anni di permanenza e, quindi, nel 1997/98 ci si riaffaccia nella serie A.
Appena il tempo di adattarsi piuttosto male e l’anno dopo si precipita di nuovo in B. Poi è tutto un succedersi di vicende anche mortificanti collegate a fallimenti e a dissesti finanziari che spingono la società nel burrone della serie D.
E’ il 2011 quando il sindaco De Luca, informato anche dell’amore nascente, poi miseramente fallito, tra l’onorevole Mara Carfagna e Marco Mezzaroma, individua in questi e in suo cognato Claudio Lotito il duo che potrà liberare dall’inferno calcistico la Salernitana.
Comprensibili interessi politici, quelli del sindaco De Luca da una parte e quelli di segno opposto del costituendo centrodestra della Carfagna, si mescolano in modo molto forte con le motivazioni meramente più venali di Lotito.
Si sigla, così, il patto che vedrà il neo patron Lotito manifestare sempre più l’esigenza di riempire l’Arechi di spettatori.
L’altro ieri finalmente l’arrivo anticipato della promozione in B e la contestuale esplosione dell’entusiasmo in tante persone che in troppi anni hanno accumulato frustrazioni ed amarezze di ogni tipo. In una fase storica in cui tutto sembra girare al contrario ( crisi economica, disoccupazione crescente nonostante le promesse di Berlusconi e di Renzi in campo nazionale e dello stesso De Luca in sede locale, perdita diffusa di fiducia nella politica quale strumento essenziale per la risoluzione dei problemi della comunità, crescita incontenibile delle dissociazioni familiari, senso ricorrente di solitudine nell’individuo e via di questo passo! ) la vittoria anticipata di un campionato importante e il ritorno tra le grandi del calcio nazionale generano e non riescono a contenere una gioia che, in pochi minuti, si trasforma in vero, esplosivo entusiasmo.
Così anche chi di calcio non capisce nulla, la casalinga, il vecchio pensionato, la stessa ragazza che per un intero campionato ha cantato “ perché, perché la domenica mi lasci sempre sola per andare a vedere la partita di pallone’, si sorprendono ad applaudire il pullman granata, stipato da giocatori e tifosi, che avanza lentamente lungo le strade cittadine, e sperano anche che questa promozione significhi finalmente anche un po’ di benessere per la città.

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