LE COPPIE ARCOBALENO OGGI FESTEGGIANO LA LORO UNIONE, SFILANDO LUNGO IL MARE DI SALERNO

Salerno, 03 Maggio 2015

Ambrogio IETTO
COSA VOGLIONO LE COPPIE ARCOBALENO

Stamani il nostro bel lungomare pullula di donne e di uomini sorridenti che si accompagnano a bambini e bambine, anch’essi sorridenti. Alcune ricerche di parte li definiscono ‘ meno conformisti e più tolleranti’ dei loro coetanei. Probabilmente è davvero così.
Convivere all’interno di un microgruppo, che si vuole chiamare famiglia, ed osservare più volte, nel corso della giornata, che i due adulti uomini o le due donne che stanno sempre insieme si abbracciano, si scambiano tenerezze, e, addirittura, si baciano ‘ come usano fare per strada’ soltanto una donna e un uomo, significa consolidare nel tempo una scena che, diventando per loro abituale, potrebbe orientarli, invece, a considerare, desuete, strane e anomale le tante manifestazioni di tenerezza che soprattutto ragazze e ragazzi si scambiano ad ogni piè sospinto.
Ma cosa significa essere meno conformisti ?
Semplicemente non essere del tutto allineati ad opinioni e a comportamenti prevalenti nella società organizzata. Sembra piuttosto scontato, quindi, un esito del genere in considerazione del fatto che convivere con adulti omosessuali, che vanno d’accordo e che, addirittura, si amano, finisce col risultare del tutto ovvio a bambini piccoli.
Il problema vero è acclarare cosa può verificarsi nel tempo in figli di coppie omosessuali diventati adulti. Ha cercato di dare una risposta a questo interrogativo un’altra ricerca, resa nota poco più di due anni fa dall’Università del Texas e curata dal sociologo Mark Regnerus. Essa, invece, dà risultati che vanno in senso contrario.
L’indagine, infatti, ha avuto un campione di 2.988 soggetti dai 18 ai 39 anni, figli di omosessuali, compresi 163 adulti cresciuti da coppie di mamme lesbiche e 73 adulti allevati da padri gay. Ebbene questi ragazzi, dotati per la loro età di più spiccato spirito critico e di consolidata autonomia di giudizio, pensano di più al suicidio (12% contro il 5% di figli di coppie regolari ), risultano più propensi al tradimento ( 40 % contro il 13% ) e alla disoccupazione (28% contro l’8 %). Si ritrovano in terapia psicologica il 19% contro l’8 %. Nel 40 % dei casi, addirittura, hanno contratto una patologia trasmissibile sessualmente contro l’8% dei figli di coppie eterosessuali. Risultano anche più inclini al fumo e alla criminalità, presentando, in sintesi, un profilo sociologicamente più problematico.
La ricerca si conclude con l’affermazione che affrontano la vita da adulti in modo decisamente migliore i ragazzi con genitori sposati, soprattutto quando il loro matrimonio dura anche nel prosieguo della vita. Qual è, allora, il significato dell’odierna manifestazione voluta a Salerno anche perché, da tempo, svolgono attività di lettrici di madre lingua, presso il nostro ateneo, due signore francesi che si dichiarano lesbiche con una bambina ottenuta da una delle due mediante fecondazione assistita ?
La sfilata al lungomare tende a sensibilizzare l’opinione pubblica e, in particolare, la classe politica a prendere atto che le coppie omosessuali aspirano al matrimonio e che circa la metà di esse dichiarano di volersi ritrovare genitori.
Monsignor Moretti, il nostro arcivescovo, con grande correttezza ha espresso il suo parere contrario, collocandosi, ovviamente, nella medesima posizione della chiesa ufficiale (Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 2357/2358 ). Su questo aspetto particolare del problema molti ricordano le parole pronunciate poco più di un anno fa da Papa Francesco: ”Se qualcuno è gay ed è alla ricerca del Signore ed ha buona volontà, allora chi sono io per giudicarlo ?”.
Diverso, dunque, il pensiero di Mons. Moretti sull’aspettativa di matrimonio e della possibile adozione di bambini da parte delle coppie Arcobaleno. La Chiesa, come si sa, identifica il matrimonio con l’unione tra un uomo e una donna con l’auspicata prospettiva della procreazione. La stessa nostra Carta Costituzionale, dagli articoli 29 al 31, nel considerare la famiglia ‘ come società naturale fondata sul matrimonio’ impone ai genitori contraenti il dovere e il diritto di ‘ mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio’.
Può darsi che il tempo aiuterà la comunità delle ‘Famiglie Arcobaleno’ a vedere acquisite e riconosciute le loro attese.
Frattanto alimenta ulteriori riflessioni un libro recentemente uscito per i tipi Mondadori. E’ stato scritto da Francesca Vecchioni, figlia del noto cantautore Roberto. S’intitola ‘T’innamorerai senza pensare’.
E’ questa una frase della canzone ‘Figlia’ che Roberto , padre di Francesca, dedicò a Francesca quando nacque.
Ebbene oggi Francesca è donna matura che ha scoperto la propria sessualità, è diventata adulta, ha fatto le sue scelte, innamorandosi di un’altra donna. Ora anch’ella aspira a diventare genitrice in compagnia della sua compagna.

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