RENZI E DE LUCA: I DUE COMPARI ENTRAMBI FAUTORI DEL MOTTO ” CHI VINCE GOVERNA”

Salerno, 28 maggio 2015

Ambrogio IETTO

IL FUTURO DELLA CAMPANIA

Occorreva a noi elettori campani anche il pronunciamento delle sezioni unite civili della Corte di Cassazione sulla competenza del giudice civile e non del giudice amministrativo a pronunziarsi sulla legge Severino.
Ora, ad essere realisti, procediamo tutti nella nebbia più fitta, incapaci di predire cosa accadrà nel caso in cui i risultati della consultazione elettorale di domenica prossima dovessero pronunciarsi favorevoli all’ex sindaco di Salerno.
Esperti di grido, nel commentare la decisione assunta dai giudici che occupano il complesso che Giuseppe Zanardelli, all’epoca ministro della giustizia, volle che assumesse una monumentalità di stile templare, si lanciano anche nel formulare ipotesi inerenti ai tempi di cui disporrebbe il candidato del partito democratico, ipotetico vincitore della kermesse contro l’avversario Caldoro, per nominare il vice – presidente della giunta regionale e i componenti della cosiddetta squadra degli assessori.
Emotività e non ragione spingerebbe ad esprimere l’auspicio sulla possibile vittoria di Caldoro al primario fine di non imbattersi subito in difficoltà e procedure derivanti dall’ipotizzato successo di De Luca.
Allora anche alla luce di queste elementari considerazioni, che tengono ben conto dei tempi brevissimi dei Tar e delle inestricabili lungaggini della giustizia ordinaria, val la pena di richiamare alla mente i comportamenti assunti da coloro più direttamente interessati all’avvenuta candidatura a presidente della Campania dell’onorevole Vincenzo De Luca.
In primo luogo il diretto interessato che ha sempre identificato la presidenza della regione come la meta più aurea da raggiungere per un professionista della politica. Nel caso suo l’acquisizione di questo traguardo avrebbe significato e significherebbe, in primo luogo, la possibilità concreta di intervenire in via definitiva sull’assetto urbanistico della città che ha amministrato per quattro mandati e che, di certo, porta nel cuore.
Il che comporterebbe la gestione di straordinarie risorse, di consistenti prospettive occupazionali, e della non trascurabile incentivazione dell’indotto collegato.
La “Carta De Luca”, però, è stata deliberatamente voluta e giocata dal segretario nazionale del partito democratico e presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi che, da subito, ha collegato la possibilità – necessità di riconquistare la Campania, dopo la disastrosa gestione Bassolino, solo con la candidatura di Vincenzo De Luca.
Avrà pure un significato l’esplicito ringraziamento espresso da De Luca a Renzi, all’inizio della convention di pochi giorni fa al Mediterranea Hotel di Salerno, per avergli consentito di correre alle primarie contro Cozzolino.
Ebbene, all’epoca, De Luca era già destinatario di condanna ad un anno di reclusione per abuso di ufficio. Potevano, dunque, essere individuati altri concorrenti.
Invece Renzi ha preferito, scaltramente, di investire su De Luca che ora è difeso a spada tratta in quanto vincitore delle primarie.
Pertanto, da queste alchimie, da manovre più occulte che chiare, con due protagonisti caratterialmente simili, il cui comune motto è “ chi vince governa “, dipende il futuro della Campania.
Sarà possibile leggere in tempi non lunghi il contenuto di un decreto di ineleggibilità per De Luca firmato dal ministro degli Interni Alfano e ratificato dal presidente del consiglio Matteo Renzi, alias segretario del partito democratico, aggregazione politica di appartenenza dello stesso De Luca ?

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