“” ARRIVERA’ PRESTO, ALL’ITALIA INTERA, L’IMMAGINE DI UNA CLASSE DIRIGENTE FATTA DI DIGNITA’ ISTITUZIONALE”: LA SENTENZA FAVOREVOLE DEL GIUDICE INGALLUZZISCE ULTERIORMENTE UN UOMO CONTRASSEGNATO DA ECCESSI DI AUTOSTIMA E DA PERICOLOSA VANAGLORIA

Salerno, 03 luglio 2015

Ambrogio IETTO

BUON LAVORO PRESIDENTE

Educati da sempre al senso dello Stato, al rispetto delle leggi e alla doverosa considerazione dei pronunciamenti della magistratura, salutiamo con doverosa presa d’atto quanto deciso dalla prima sezione civile del Tribunale ordinario di Napoli.
Con questa sentenza Vincenzo De Luca potrà legittimamente presentare al neo – eletto consiglio regionale la sua proposta di programma, sarà nella piena facoltà di designare il suo vice presidente e di individuare gli assessori che lo affiancheranno nella gestione del governo regionale.
Finalmente si passerà dalle parole ai fatti.
La dichiarazione pronunciata dal neo presidente subito dopo aver appreso della sentenza favorevole è, purtroppo, ancora una volta esplosiva: “Sarà sempre più chiaro che la vecchia Campania dei luoghi comuni non esiste più. Arriverà presto, all’Italia intera, l’immagine di una classe dirigente fatta di dignità istituzionale, di concretezza operativa, di rigore spartano. Lavoreremo a testa alta per affrontare e risolvere i problemi e valorizzare in pieno le nostre potenzialità”.
Ancora una volta a De Luca sono mancati il senso della misura, la piena consapevolezza dell’entità e della qualità delle questioni da aggredire e da portare a soluzione, un briciolo di umiltà che gli donerebbe davvero tanto sia nell’articolazione del linguaggio sia nel misurato ridimensionamento della personale alterigia.
Di proclami deluchiani l’Italia intera ha avuto modo di riempirsi l’addome. Anche quando il neo presidente ha voluto commentare la sentenza della magistratura salernitana sull’abuso di potere che gli è costato lo stressante tiremmolla di questi ultimi giorni.
Gli sia ben chiaro che i salernitani sono contenti dell’accoglimento del ricorso redatto e formalizzato contro il decreto firmato dal suo segretario di partito e presidente del Consiglio Renzi. Essi, che a distanza di ben 22 anni gli hanno confermato una fedeltà nei consensi incastonata nel rapporto sette su dieci, chiedono a De Luca di non considerare capoluogo e territorio provinciale suo personale feudo, di non continuare a dare disposizioni da eseguire ai suoi fedeli adepti che gravitano, in attesa, lungo i corridoi di Palazzo di Città, di lasciare la comunità libera di poter gestire la propria fetta di autogoverno senza subire ramanzine di sorta. La differenza sostanziale che traccia un solco profondo tra la visione che De Luca ha della polis e la parte sana della città sta proprio nei concetti di libertà e di democrazia. Per De Luca l’opzione metodologica scelta da sempre si colloca nell’eccesso di direttività e di autoritarismo.
La comunità che lascia, affidata ad un primo cittadino che ha goduto soltanto della scelta personale e fiduciaria dello stesso De Luca, è matura per crescere e migliorare la propria qualità della vita. De Luca la sostenga pure nel corso del prezioso suo mandato e non accentui la presunzione di fare della Campania un modello di governo da imitare.
Sul rigore spartano vada cauto.
La stessa Grecia, proprio per aver rinunciato a quel modello pedagogico che pur le era di casa, si trova ora nei guai che tutti conosciamo. Buon lavoro, presidente De Luca.

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