SALERNO: AZIONE MIRATA PER IMPEDIRE A POCHE VOCI LIBERE DI ESPRIMERE GIUDIZI CRITICI NEI CONFRONTI DI DE LUCA, GOVERNATORE DELLA CAMPANIA ED IMPERATORE DI SALERNO

Salerno, 20 luglio 2015

Ambrogio Ietto

VERSO IL PENSIERO UNICO

La conquista del governatorato della Campania da parte dell’onorevole De Luca sta alimentando motivazioni sopite in tutti i settori della vita organizzata. Avrà tutti i difetti il nostro ex sindaco ma è politico di razza, uomo di parola che non lascia a piedi chi gli è stato effettivamente vicino e gli ha dimostrato fedeltà.
Una prima, significativa conferma si è avuta nel delicato comparto della sanità per il quale sono stati annunciati provvedimenti importanti tra i quali l’attesa stabilizzazione del personale precario. Questo annuncio è avvenuto tenendo accanto il medico Enrico Coscioni che, già portatore di un’esperienza significativa in campo regionale, fu collocato nella recente consultazione elettorale nella lista di supporto “Campania libera “.
Qui, però, l’esuberanza e la carica di simpatia di Aniello detto Nello Fiore hanno avuto decisamente la meglio con oltre 5.000 voti di distacco nei riguardi dello stesso Coscioni, precipitato al secondo posto.
Nella pedagogia deluchiana, però, Coscioni andava rilanciato, delegandolo, così, a curare i rapporti tra la variopinta e diversificata realtà sanitaria pubblica e privata e la stanza regionale dei bottoni.
Anche a causa di questi non trascurabili segnali di attenzione e di valorizzazione delle risorse umane disponibili, nei riguardi del presidente della regione, lucano di nascita ma salernitano di fatto, è oggi rivolta un’attesa speciale da parte di quanti ritengono e sono convinti che egli possa davvero soddisfarla.
Mondo imprenditoriale e mercantile, apparati sindacali, pubblico impiego stanco e demotivato, desideroso di fruire di un comando presso un ufficio ove non si lavori troppo, comparto dell’informazione e della comunicazione in continuo affanno per oggettive difficoltà collegate alla stagnante crisi economica, costituiscono quell’area dei postulanti che hanno chiesto, ripropongono la richiesta, sperano, attendendo l’intervento miracoloso di San Vincenzo da Ruvo del Monte.
Si ritiene, così, che il potere possa essere aiutato anche cercando di far zittire le pochissime voci libere disponibili sul mercato dello scarno e preoccupato volontariato culturale.
Ecco, allora, entrare in scena, soggetti squallidi, miserevoli e miserabili, assolutamente privi di un dignitoso retroterra culturale, già ampiamente sconfitti dalla vita per oggettiva ignoranza ed eccesso di autoreferenzialità e di presunzione.
Essi, votati alla cattiveria e al servilismo, avvalendosi di temporanei strumenti di mal affidato comando, avviano un’opera di formale epurazione culturale che, nel rendere apparentemente vincente il pensiero unico, contribuiscono a distruggere se stessi.

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