Archivio per settembre, 2015

ALLIEVI, DOCENTI E DIRIGENTI A SCUOLA DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA

29 settembre 2015

Napoli 28 Settembre 2015
A SCUOLA COL PRESIDENTE

Mattinata di forti emozioni ieri, al quartiere Ponticelli di Napoli, ove, presso l’istituto tecnico – professionale ‘Sonnino’, si è svolta la cerimonia di apertura ufficiale dell’anno scolastico.
Migliaia di allievi, da quelli frequentanti le classi terminali del ciclo primario ai licealisti, provenienti dalle diverse regioni dell’Italia meridionale, hanno fatto da cornice alla toccante, significativa manifestazione svoltasi alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella.
La scelta di questo istituto di istruzione superiore non è stata occasionale almeno per due essenziali motivi: il primo perché trattasi di istituzione scolastica impegnata da tempo ad assicurare a ragazzi provenienti, in prevalenza, dai centri urbani vesuviani un itinerario formativo orientato verso profili professionali intermedi di non difficile accesso alla realtà lavorativa; il secondo perché l’attività di promozione culturale e professionale animata dal ‘ Sannino’ penetra, in modo indiretto, in un contesto sociale piuttosto fragile e, quindi, bisognevole di stimoli funzionali ad una diffusa presa d’atto dell’incidenza significativa che può essere svolta da un’istituzione educativa intesa soprattutto quale centro di educazione e di formazione permanente nel territorio .
Collegamenti audiovisivi con diverse scuole del Nord, del Sud e del Centro d’Italia, condotti intelligentemente da Fabrizio Frizzi, hanno favorito di fatto il coinvolgimento all’evento dell’intero sistema scolastico del Paese.
Ovviamente era presente anche il ministro dell’istruzione e dell’università Stefania Giannini che, in un breve intervento, ricordando la figura di Davide Sannino, il giovane cui è intitolato l’istituto di Ponticelli assassinato per aver osato sfidare la violenza di un rapinatore, ha evidenziato che l’Italia, anche per questo richiamo, ha un debito aperto verso il suo futuro, verso chi nelle scuole ha imparato la dignità del non piegarsi.
Circondato dal presidente della regione onorevole Vincenzo De Luca, da una folta schiera di parlamentari e di sindaci dei comuni circostanti, da dirigenti generali del Ministero dell’istruzione, da rappresentanti di gruppi professionali della scuola, tra i quali, per l’Associazione Italiana Maestri Cattolici i dirigenti nazionali Giuseppe Desideri ed Antonietta D’Episcopo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha salutato, con espressioni toccanti, i tanti allievi e docenti presenti, testimoni significativi di una scuola che, affrontando anche l’emergenza dei diverti tipi di mafie che albergano in tutto il territorio nazionale e, con opera pedagogica attenta e mirata, con incalcolabili sacrifici, tanta speranza e immancabile coraggio, supera tentazioni omertose e negativi condizionamenti presenti in alcune aree fragili del Paese.
Il presidente Mattarella, col tono sommesso cui ci sta abituando, ha confermato l’antico, consolidato attaccamento che ha sempre manifestato nei riguardi della scuola.
In particolare dirigenti e docenti hanno significativamente sottolineato con sostenuti applausi il contributo da lui offerto tra gli anni 1989 e 1990 quando fu chiamato nel governo Andreotti a reggere il dicastero di Viale Trastevere.
Furono anni di grande fervore: nella scuola primaria si introdusse di fatto la pluralità dei docenti, dando piena attuazione ai programmi emessi in precedenza. Un salto di qualità si ebbe con l’indizione della prima ed unica Conferenza nazionale sulla scuola che, per tre giorni, raccolse alla periferia di Roma, le aggregazioni più significative del mondo produttivo, sindacale e professionale.
In quell’occasione giuristi, operatori del settore, sindacalisti ed esponenti del mondo produttivo si confrontarono in spirito costruttivo e propositivo.
Le conclusioni tracciate da Mattarella, all’epoca ministro dell’istruzione, si concentrarono sulla definitiva affermazione dell’autonomia delle singole istituzioni scolastiche, sulla necessità di puntare sull’attività didattica, sull’autovalutazione delle singole scuole, sulla centralità dell’azione formativa a tutela della dignità della persona.
Nell’intervento di ieri, in occasione dell’inaugurazione ufficiale dell’anno scolastico, il presidente della Repubblica, consapevole di parlare a Napoli e, quindi, nella capitale del Mezzogiorno d’Italia, non ha avuto indugi nell’evidenziare che soltanto la scuola, la formazione e la cultura fanno da argine significativo alla violenza e ad ogni forma di prevaricazione espressa dai diversi tipi di mafie.
“ Ragazzi, permettetemi di dirvi: andate a scuola! Non ne fuggite. Non fatevi vincere dalla sfiducia. La scuola è vostra, così come vostro è il futuro”.
Questa l’espressione conclusiva proferita dal presidente Mattarella e raccolta dalla vasta platea con un lungo, significativo, applauso.

I SINDACATI PERDONO SEMPRE DI PIU’ CREDIBILITA’ QUANDO TENTANO DI RIDIMENSIONARE FATTI E FENOMENI DI STRAORDINARIA GRAVITA’: L’ASSENTEISMO DI MASSA AL NOSOCOMIO DI SALERNO

27 settembre 2015

Ambrogio Ietto

Domenica 27 Settembre 2015

TUTTI INNOCENTI

Oggi è domenica. Per i credenti è il giorno del Signore. Per quanti non hanno il dono della fede è soprattutto il giorno del riposo, della distensione, del pieno recupero degli affetti familiari, della passeggiata fuori porta, del coinvolgimento nei risultati dei vari campionati di calcio.
A quanto pare l’odierna festività deve caratterizzarsi anche come giornata della dimenticanza, dell’oblio, della rimozione.
Sono soprattutto i rappresentanti sindacali degli infermieri del nosocomio ‘Ruggi d’Aragona’ che stanno chiedendo aiuto alla psicoanalisi per portare avanti e completare il processo inconscio col quale vogliono escludere dalla coscienza quanto è stato rilevato dagli inquirenti, a cominciare da quanto ha dichiarato agli organi di informazione il procuratore capo della Repubblica dr. Lembo.
Così una rappresentante di categoria si dichiara orgogliosa del lavoro che lei e i suoi colleghi svolgono. Anzi va oltre, sostenendo che il complesso ospedaliero in tanto riesce ad erogare i servizi essenziali di assistenza e di cura in quanto è generosamente sostenuto da questo esercito di altruisti e di generosi.
Poi sempre la pasionaria, costretta ad entrare nel merito dell’abominevole vicenda dell’assenteismo di massa, comincia a rallentare la fluidità del suo messaggio verbale: rivela che ella era a conoscenza di “alcune anomalie”, dei “ comportamenti di alcuni individui” a suo dire puntualmente segnalati a chi di dovere.
Poi, non potendo negare il consistente numero di suoi colleghi indiziati, le cui assenze sono già state considerate ingiustificate dalla Procura della Repubblica, richiama ipotetiche “idiosincrasie “ presenti “ nei regolamenti che produce “ l’azienda ospedaliera “.
A suo avviso sono queste “idiosincrasie “ a generare confusione in quanto ricattatorie e vessatorie nei confronti del personale”.
Come si sa il personale infermieristico che ora viene assunto deve essere in possesso della laurea triennale in scienze infermieristiche.
Quindi la rappresentante sindacale intelligentemente utilizza il vocabolo “ idiosincrasia” che, nel linguaggio medico, sta a significare “incapacità da parte dell’organismo di assumere determinate sostanze senza che si manifestino reazioni di tipo allergico”.
Rimanendo nel gioco metaforico la sindacalista ha voluto solo partecipare all’opinione pubblica che i suoi colleghi indiziati di assenteismo hanno manifestato incapacità ed indisponibilità nei loro organismi a considerare e ad assumere il lavoro quale farmaco che eleva la dignità della persona umana.
Ecco perché si è prodotta una collettiva manifestazione di natura allergica che ha spinto la folta schiera di salvatori della nostra salute ad abbandonare il posto di lavoro per raggiungere il tavolo di gioco, la sedia del parrucchiere e, meglio ancora, il romantico bagnasciuga della Marina di Vietri sul Mare.

ALL’OSPEDALE DI SALERNO INFERMIERI TRUFFALDINI E PREPOSTI ALLA VIGILANZA COMPIACENTI ED OMERTOSI ZA

24 settembre 2015

Salerno, 24 Settembre 2015

Giocare con la vita altrui
Le notizie che la gente comune apprende sull’ennesimo scandalo ideato e prodotto presso il nostro ospedale alimentano un senso di ripugnanza, di vero e proprio disgusto.
Con la signorilità e la straordinaria fiducia nei riguardi del prossimo, qualità eccezionali che gli sono proprie, il procuratore della Repubblica dr. Corrado Lembo tenta di attutire l’effetto delle dieci ordinanze di misura cautelare di tipo interdittivo, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno dr. Sergio De Luca ed eseguite dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Salerno.
Il procuratore capo, infatti, pur ammettendo la presenza, presso il Ruggi d’Aragona, di tantissimi (dipendenti ) ‘ che avevano condotte illeciti ‘, aggiunge: ‘per fortuna ci sono tanti lavoratori onesti’ anche se è stato scoperto che ‘ ben 850 persone hanno avuto, più o meno la stessa condotta’.
I dati numerici che vengono offerti all’opinione pubblica, invece, sono non solo allarmanti ma autorizzano ad ipotizzare un clima diffuso di copertura e di omertà che per lungo tempo ha aleggiato tra le corsie del nostro nosocomio.
Queste signore e questi signori i quali, d’intesa con colleghi che, nel turno successivo, li avrebbero sostituiti nel gaudente ruolo, hanno potuto fruire della misericordiosa cecità e della solidarietà interessata di caposala, medici responsabili di reparto e dei preposti alla direzione sanitaria.
In concreto centinaia di dipendenti pubblici, incaricati della cura e della tutela di ammalati, hanno dato vita ad una corale azione truffaldina per fare abusivamente, in orario di lavoro, la quotidiana spesa per la propria famiglia, per recarsi dal parrucchiere, per passare il tempo giocando a carte, per effettuare la passeggiata romantica in riva al mare con la collega compiacente.
Ovviamente non sono state quantificate la qualità e la quantità del danno prodotto sul fisico e sulla psiche di decine di pazienti.
L’entità del fenomeno, nonostante la benevola rendicontazione del procuratore della Repubblica, genera non poche negative considerazioni sul nostro sistema sanitario, sulla gestione clientelare dei concorsi e delle assunzioni, sulla diffusa perdita di essenziali richiami etici che tengano conto dei doveri del dipendente pubblico, della delicatezza dei compiti assegnati, della primaria attenzione che si deve nei riguardi di chi soffre e rischia di perdere la vita.
Anche questo ennesimo scandalo è segno dei tempi: tempi di diffusa immoralità, di discutibile gestione del denaro pubblico da parte della classe politica e tecnica, di indegna propensione a rinunciare a quanto resta della propria dignità personale.

DE LUCA CHIEDE PER LUI E PER I CONSIGLIERI DELLA REGIONE CAMPANA UN CONSISTENTE AUMENTO DELL’INDENNITA’ DI CARICA

18 settembre 2015

Ambrogio Ietto

Editoriale pubblicato sul quotidiano “ Le Cronache”
di venerdì 18 settembre 2015

Una colletta per De Luca

C’è molta attesa in città per la processione del Santo Patrono di lunedì prossimo. L’attenzione non è alimentata solo dal desiderio di osservare il comportamento dei portatori delle diverse statue che fanno da corona a quella ancora più austera e venerata del Santo Patrono. Su questa vicenda sembra che sia stata raggiunta una ragionevole intesa tra l’arcivescovo Mons. Moretti e i generosi fedeli che si rendono disponibili a sostenere ancora una volta una non trascurabile fatica fisica al fine di dare lustro al Santo Protettore e alle molte altre statue che gli fanno corona.
L’interrogativo che viene riproposto ad ogni piè sospinto da fedeli e non fedeli riguarda la presenza o meno, al seguito della processione, dell’ex sindaco onorevole Vincenzo De Luca, ora presidente della giunta regionale della Campania.
E’ evidente che in caso di presenza aumenterà ulteriormente il tasso di timidezza e di riverenza dell’architetto Napoli, sindaco effettivo della città.
Al momento De Luca non ha avuto indugi nel richiedere un dignitoso aumento del compenso mensile per lui, per gli assessori e per i componenti del Consiglio regionale. Egli, infatti, prima di pensare alla possibilità di lanciare una pubblica colletta a favore suo e dei collaboratori, si è recato presso il Senato della Repubblica ove non ha avuto perplessità nel partecipare la gravità del problema.
In verità egli era stato chiamato dalla speciale Commissione parlamentare incaricata di discutere e di offrire successivamente all’assemblea indicazioni riguardanti proprio la riforma del Senato. L’ascolto del presidente della giunta regionale della Campania era doveroso per una serie di motivi: la prospettiva di fare di Palazzo Madama la sede dei rappresentanti eletti delle autonomie locali ( regioni, province e comuni), la possibilità di ascoltare una voce autorevole per la storia politico – amministrativa maturata proprio nella gestione di un’importante provincia e di una referenziata regione d’Italia, seconda per superficie solo alla Lombardia, la presenza di un amministratore regionale voluto a quel posto proprio dal presidente del Consiglio dei ministri e regolarmente incardinato all’interno del Partito Democratico.
I cronisti parlamentari precisano che, non appena De Luca si è seduto dinanzi ai commissari, è entrato subito nel merito delle retribuzioni. Poverino, doveva dimostrare soprattutto ai suoi consiglieri di fiducia Picarone, Amabile, Fiore, Cascone e, perché no, Maraio, di essere una persona di parola.
Così ha richiamato la legge regionale n. 38 del 24 dicembre 2012 che già si poneva il problema dell’adeguamento al decreto legge n. 174/2012 e della modifica alla legge regionale n. 13 del 1996.
Senza mezzi termini egli ha chiesto che ai politici regionali venga aumentato lo stipendio che, in Campania, è proprio una miseria. Infatti risponde appena a 6.200 euro netti.
L’aumento, ha sostenuto l’ex sindaco di Salerno, dovrebbe equiparare la retribuzione dei consiglieri regionali almeno a quella dei parlamentari.
Egli, inoltre, non ha trascurato la personale sua posizione retributiva e, quindi, senza giri di parola, ha precisato che “ ci sono presidenti di Regione che alla mattina non vanno in ufficio ma in trincea”. Ovviamente alludeva alla sua persona che quasi ogni giorno è costretto a raggiungere la presidenza napoletana, entrando per la porta di servizio a causa dei cortei di protesta che si ritrovano puntualmente dinanzi la sede regionale a manifestare dissenso per decisioni non condivise e subìte.
Il presidente, nel rimarcare che egli è un governatore attento, responsabile e che rischia anche tanto, ha colto l’occasione per riprendere severamente quanti si fanno coinvolgere dalla ‘deriva populista e demagogica’, prendendosela contro il ceto politico che, al contrario, merita comprensione ed atti concreti di solidarietà.
Se il Parlamento non avrà dato concreti segnali di condivisione delle istanze legittime partecipate da De Luca, un gruppo di giovani volontari si va già organizzando per raccogliere risorse che elevino lo stato d’animo del presidente e dei suoi consiglieri.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi