ALL’OSPEDALE DI SALERNO INFERMIERI TRUFFALDINI E PREPOSTI ALLA VIGILANZA COMPIACENTI ED OMERTOSI ZA

Salerno, 24 Settembre 2015

Giocare con la vita altrui
Le notizie che la gente comune apprende sull’ennesimo scandalo ideato e prodotto presso il nostro ospedale alimentano un senso di ripugnanza, di vero e proprio disgusto.
Con la signorilità e la straordinaria fiducia nei riguardi del prossimo, qualità eccezionali che gli sono proprie, il procuratore della Repubblica dr. Corrado Lembo tenta di attutire l’effetto delle dieci ordinanze di misura cautelare di tipo interdittivo, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno dr. Sergio De Luca ed eseguite dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Salerno.
Il procuratore capo, infatti, pur ammettendo la presenza, presso il Ruggi d’Aragona, di tantissimi (dipendenti ) ‘ che avevano condotte illeciti ‘, aggiunge: ‘per fortuna ci sono tanti lavoratori onesti’ anche se è stato scoperto che ‘ ben 850 persone hanno avuto, più o meno la stessa condotta’.
I dati numerici che vengono offerti all’opinione pubblica, invece, sono non solo allarmanti ma autorizzano ad ipotizzare un clima diffuso di copertura e di omertà che per lungo tempo ha aleggiato tra le corsie del nostro nosocomio.
Queste signore e questi signori i quali, d’intesa con colleghi che, nel turno successivo, li avrebbero sostituiti nel gaudente ruolo, hanno potuto fruire della misericordiosa cecità e della solidarietà interessata di caposala, medici responsabili di reparto e dei preposti alla direzione sanitaria.
In concreto centinaia di dipendenti pubblici, incaricati della cura e della tutela di ammalati, hanno dato vita ad una corale azione truffaldina per fare abusivamente, in orario di lavoro, la quotidiana spesa per la propria famiglia, per recarsi dal parrucchiere, per passare il tempo giocando a carte, per effettuare la passeggiata romantica in riva al mare con la collega compiacente.
Ovviamente non sono state quantificate la qualità e la quantità del danno prodotto sul fisico e sulla psiche di decine di pazienti.
L’entità del fenomeno, nonostante la benevola rendicontazione del procuratore della Repubblica, genera non poche negative considerazioni sul nostro sistema sanitario, sulla gestione clientelare dei concorsi e delle assunzioni, sulla diffusa perdita di essenziali richiami etici che tengano conto dei doveri del dipendente pubblico, della delicatezza dei compiti assegnati, della primaria attenzione che si deve nei riguardi di chi soffre e rischia di perdere la vita.
Anche questo ennesimo scandalo è segno dei tempi: tempi di diffusa immoralità, di discutibile gestione del denaro pubblico da parte della classe politica e tecnica, di indegna propensione a rinunciare a quanto resta della propria dignità personale.

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