UNA COMUNITA’ DISEDUCATA DA UN MENTORE CATTIVO ED INADEGUATO

Ambrogio Ietto

Salerno, 31 Ottobre 2015

UN GREGGE PAZIENTE ED UN PASTORE VIOLENTO

Le parole proferite, nel corso della trasmissione televisiva condotta da Lilli Gruber , dal presidente della regione Vincenzo De Luca nei riguardi di Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, sono ancora una volta gravi ed offensive.
La giovane Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme e collega di partito, ha atteso invano le scuse di De Luca che, invece, con arrogante ironia, ha dichiarato come alcuni commenti letti sul suo modo di dire e di comportarsi ad “ Otto e mezzo “ l’abbiano turbato e commosso.
Miguel Gotor, docente di storia moderna a Torino e senatore dello stesso suo partito, ha definito le espressioni verbali di De Luca “ inqualificabili, segno di una volgarità e di una inciviltà che non dovrebbe avere cittadinanza nel partito democratico”.
Arturo Scotto, deputato di Sel di Torre del Greco, ha giudicato De Luca portatore di un nutrito “ livello di barbarie “ mentre il siciliano Claudio Fava, vice – presidente della commissione Antimafia, sottolinea che proprio De Luca, usando il medesimo linguaggio della camorra, non meriterebbe di esistere.
Questi ed altri severi giudizi sono tutti di uomini politici militanti nell’area sinistra del Parlamento. Non risultano espressi commenti nel merito da parte di politici salernitani. Né ritiene opportuno di intervenire nella querelle il presidente del Consiglio e segretario del partito democratico Matteo Renzi il quale, nei riguardi di De Luca, conferma sempre di più un atteggiamento prudente e timoroso anche se il suo vice Lorenzo Guerini, prendendo coraggio, riesce a considerare soltanto “sbagliate” le parole di De Luca. Insomma si percepisce nell’aria un diffuso atteggiamento di omertà che, come si sa, è consuetudine culturale dei luoghi da essa dominati.
Noi, che siamo stati amministrati per circa venti anni da De Luca e che per un così lungo lasso di tempo siamo stati destinatari mille volte di insulti e di epiteti di ogni tipo, senza mai lamentarci, finiamo con l’accettare di fatto di far parte di una comunità incivile e barbara.
In sostanza è stata la nostra Salerno a convincere De Luca che è proprio questo il linguaggio da utilizzare per meritare rispetto ed ossequioso silenzio dagli altri.
Insomma, col nostro tacere, col consenso elettorale, col plebiscito espresso a suo favore manifestiamo da oltre venti anni soddisfazione nell’essere considerati facenti parte di un gregge paziente, orgogliosi di essere guidati da un pastore violento ed aggressivo.

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