Archivio per ottobre, 2015

DE LUCA: UN PERSONAGGIO SPESSO DILEGGIATO

12 ottobre 2015

Ambrogio Ietto

Salerno, 11 Ottobre 2015

DE LUCA TRA TRAVAGLIO E CROZZA

Vincenzo De Luca ha piena consapevolezza di essere ormai un personaggio conosciuto, almeno televisivamente, in ogni angolo d’Italia. La campagna elettorale per la conquista del governatorato della Campania lo ha portato a contatto, sia pure a distanza, con milioni di persone che sono rimasti favorevolmente impressionati dalla sua grinta, da un atteggiamento decisionista espresso verbalmente ed accompagnato, quasi sempre, da considerazioni piuttosto gravi nei confronti di terzi.
All’interno del partito di pertinenza egli non è ben visto. I positivi rapporti con Renzi sono giustificati da fattori contingenti. Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani, esponenti della minoranza del Partito Democratico, lo hanno scaricato dopo aver constatato la qualità e l’entità dell’amalgama maturato tra l’ex sindaco di Salerno e il premier, non certamente per intercessione del nostro Patrono san Matteo ma per comprensibili motivi di convenienza politica.
Travaglio, esponente storico della cultura accusatoria e protestataria, non ha avuto mai simpatia per De Luca che, nel corso di un comizio elettorale tenuto cinque anni fa, si augurò di “incontrare quel grandissimo sfessato e pipì di Marco Travaglio di notte, al buio “.
Sere fa Travaglio, invitato nella qualità di direttore de ‘Il fatto quotidiano’, presso il salottino televisivo di Lilli Gruber, colse subito l’occasione per stigmatizzare la posizione tollerante e faziosa assunta dal Partito Democratico nei riguardi di De Luca, condannato in primo grado dalla Magistratura di Salerno per abuso di ufficio e candidato – eletto alla presidenza della Campania.
L’attuale presidente della Campania si è sempre dichiarato orgoglioso anche di questa condanna, precisando che un amministratore pubblico non gratificato da un avviso di garanzia può identificarsi con una ‘ chiavica’, termine dialettale col quale si definisce una fogna. Come per dire che un avviso di garanzia o una condanna consentono di paragonare il destinatario del provvedimento ad una cavità d’acqua limpida e potabile.
Insomma, secondo il pensiero di De Luca, chi amministra danaro pubblico è tout court considerato disponibile a non attenersi a quanto stabilito dalla norma.
L’altra sera sul personaggio De Luca è ritornato anche Crozza nel fortunato programma “ Crozza nel Paese delle Meraviglie “. Come è noto la scorsa settimana De Luca, trovandosi in terra irpina a Mercogliano, nella qualità di presidente della Campania, assunse impegno ad elettrificare la linea ferroviaria Salerno – Avellino.
I collaboratori di Crozza avevano avuto notizia dell’attuale, contorto tracciato ferroviario riconducibile al reame borbonico. Così il comico – umorista ha pensato bene di collocare, lungo quella linea ferroviaria, l’imprenditore informatico americano Bill Gates che si aggira con aria smarrita, pensando di trovarsi nell’area meridionale di San Francisco coincidente con la santa Clara Valley, comunemente denominata ‘Silicon Valley’ per la forte concentrazione di fabbriche di semiconduttori e microchip.
Le informazioni acquisite da Crozza, a quanto pare, sono state piuttosto parziali. Sono mancati, ad esempio, riferimenti al contesto olfattivo di Solofra e della Solofrana.
Fedelmente interpretato è ritornato, però, il De Luca grintoso, arrogante e arrabbiato, molto gradito ai suoi ammiratori salernitani e non.

DE LUCA UN PERSONAGGIO PREFERITO PER IL PUBBLICO DILEGGIO

12 ottobre 2015

IL BIBLISTA DON GIULIO CIRIGNANO E IL PENSIERO DI PAPA FRANCESCO: CAMMINARE MANO NELLA MANO CON IL SIGNORE DELLA VITA

8 ottobre 2015

LA FASE CONCLUSIVA DEL SINODO

Tra non molto avrà luogo la ripresa del Sinodo su i problemi della famiglia. Questioni delicate, la confusione in campo rischia di essere alta. Per questo motivo se è’ chiaro che ognuno ha diritto di esprimere il proprio punto di vista, altrettanto chiara deve essere la consapevolezza circa alcuni avvenimenti della Chiesa italiana che hanno una qualche attinenza anche con la imminente discussione per la semplice ragione che i protagonisti di quei fatti continuano a mostrare lo stesso atteggiamento di chiusura. Ma niente paura, il Papa ha le idee chiare.
Primo fatto. Nei cinquanta anni che ci separano dal Concilio, personalità del mondo cattolico ed alcuni movimenti si sono distinti per una continua azione di contenimento della prorompente spinta conciliare. Decenni orsono, da qualcuno perfino la parola “dialogo” era considerata poco opportuna! Dobbiamo dimenticare tutto ciò? Non dovremmo chiedere a quanti si sono distinti in tale atteggiamento di prendere coscienza del danno arrecato?
Secondo fatto. Il “martirio” della Azione Cattolica nel periodi della presidenza Monticone e Mons. Tagliaferri negli ormai lontani anni 1980-1986. Fu messa in atto una azione di disturbo e disinformazione, addirittura con il coinvolgimento della stessa persona del Papa. Chi visse quegli anni ne ricorda la grande sofferenza . Solo con il coraggio di lasciarsi alle spalle quella triste vicenda dopo aver indicato chiaramente le responsabilità sarà possibile alla Chiesa Italiana di riprendere speditamente il suo cammino.
Prima di procedere all’ elencazione di altri fatti significativi è opportuna charire che cosa essi hanno a che fare con la imminente discussione sulla famiglia. Esigenza giustissima anche se ingenua. Infatti, come già detto, sono sempre le stesse persone che impudicamente continuano ad intervenire nel tentativo di ostacolare l’azione dello Spirito che esorta la sua Chiesa a guardare avanti e realizzare quella fuoriuscita dalla stagione post-tridentina peraltro solennemente autorizzata dal Vaticano II. Fuoriuscita da una determinata immagine di Chiesa, da una superata modalità liturgica, dal rapporto mancato con la modernità, dalla anacronistica impostazione etica, dall’analfabetismo biblico e così via enumerando Siamo in presenza di quell’insieme di pensieri, devozioni, pratiche che hanno intessuto in profondità il nostro modo di vivere la fede, un mondo che si rivela ora, per molti aspetti nella sua fragilità. Dunque stanno davanti a noi un nuovo esodo ed una fuoriuscita dal passato magistralmente delineati nella “Evangelii Gaudium” in cui Papa Francesco ha già detto quanto basta per una felice ripartenza.
Terzo fatto. La emarginazione continua del cattolicesimo democratico nelle sue figure più rappresentative, a cominciare da quella del Prof. Lazzati. Figure importanti per la memoria del Concilio. In nome di quella specie di leggenda metropolitana che va sotto il nome di anticomunismo, si è tentato di far apparire non in linea con San. Giovanni Paolo II quanti non facevano dichiarata opposizione ad una ideologia che in realtà era morta da decenni e che aveva nella politica italiana rappresentanti assolutamente irrilevanti. Il comunismo storico si era suicidato con le sue stesse mani. Così, con la risibile definizione di catto-comunisti si bollavano quanti non si allineavano a questa valutazione
Quarto fatto. Il sostegno offerto per oltre venti anni al progetto politico Berlusconi-lega che ha rappresentato quanto di più anti-cristiano si potesse pensare. L’anticomunismo utilizzato come una gigantesca foglia di fico per coprire pesanti vergogne. Idolatria del denaro, disprezzo dell’avversario politico, esilio per ogni forma di solidarietà, conflitto di interessi, dilagante corruzione e chi più ne ha più ne metta. Il mondo cattolico è stato trascinato in questa opera di sostegno da un gruppo di responsabili che non solo hanno amato impicciarsi di politica ma, quel che è peggio, lo hanno fatto dalla parte sbagliata. Chi legge i primi due capitoli della “Evangelii Gaudium” non può trattenersi dal constatare che quello, e solo quello era il discorso da fare. Un discorso di politica alta, in grado di illuminare le coscienze per un impegno laicale nella area politica, serio e responsabile. Come mai i protagonisti di quel misero passato non avvertono il bisogno di chiedere perdono al popolo di Dio? Perché continuano a parlare senza pudore? Certo, hanno diritto di parlare, purché nella consapevolezza della loro estraneità al profilo di Chiesa proposto dai gesti e dalle parole di Papa Francesco. Parole di fedeltà al Vangelo e, nello stesso tempo, fedeltà alla realtà. Se questi inossidabili conservatori avessero assistito, tanto per fare un esempio, alle violazioni del sabato fatte dal Signore, da che parte sarebbero stati? Se fossero stati in casa di Simone quando entrò la donna di facili costumi avrebbero avuto i pensieri del fariseo padrone di casa oppure quelli di Gesù? E se fossero stati presenti alla cena di addio avrebbero impedito a Giuda di raccogliere dalle mani del Salvatore il pezzo di pane? Come è noto, Gesù, con amore, lo offrì al discepolo traditore. Non solo. Lo dette anche a Pietro che poco dopo lo avrebbe rinnegato. Il cuore di Gesù era grande. In ogni caso non è possibile tenere insieme l’alto discorso politico della “Evangelii Gaudium” e le scelte politiche fatte dal gruppo dei responsabili della Chiesa italiana in quel periodo. Non è proprio possibile.
Quinto fatto. La ossessiva ripetizione di valori non negoziabili e l’insistenza maniacale sui temi di bioetica in totale dimenticanza del valore fondamentale dell’esperienza cristiana familiare quale è l’amore. Che ci siano valori irrinunciabili per la coscienza cristiana non c’è dubbio. Ma se li chiamiamo “non negoziabili” li trasportiamo su un piano che non è loro proprio con la conseguenza di pretendere di affermarli per legge anche per coloro che cristiani non intendono dichiararsi. In una realtà sociale a cui si appartiene senza aver l’obbligo di esibire il certificato di battesimo, in una società pluralista, i cristiani dovranno imparare a rinunciare ad affermare il proprio punto di vista appoggiandosi alla istituzione statale. Libera Chiesa in libero stato significherà sempre di più, per la Chiesa, confidare sulle sue sole forze per promuovere la mentalità evangelica senza con questo rinunciare a contribuire alla costruzione di una società più giusta e solidale. Anche nell’aula sinodale non mancheranno rappresentanti di questa ultima categoria, i difensori dei valori non negoziabili. Rientrano in questo discorso perché la loro ristretta mentalità avrà modo di dispiegarsi anche in relazione ai problemi legati all’esperienza familiare. Tuttavia possiamo augurarci che nel pensare ai problemi del pianeta famiglia abbiano il buon gusto dell’umiltà per provare, almeno un po’, la gioia di farsi servi del vangelo della misericordia.
Sesto fatto. E’ il più importante e quello che fa comprendere tutti gli altri. Potrebbe essere indicato come la pervicace indifferenza di molti responsabili nei confronti di quella strepitosa novità costituita dalla presenza di Papa Francesco. Da questo punto di vista la situazione non è allegra. Molti cercano di nascondere tale dannoso atteggiamento con il ripetere alcuni dei luoghi più comuni della sua predicazione. Ma, non con le sole parole occorre mettersi in sintonia bensì con la sua mente ed il suo animo. Come per l’evento conciliare, si cerca di far naufragare la novità nel comodo criterio della continuità. Una domanda: come mai si è fatto così poco per introdurre il popolo di Dio nel progetto pastorale per l’immediato futuro della Chiesa mirabilmente espresso nella “Evangelii Gaudium”(n.1)? Perché non si chiama a darne ragione? Perché non si impedisce a questo gruppo dirigente di mantenere inchiodata ad una stagione che non c’è più il popolo cristiano? Perché non si rimuove chi ha dato così scarsa prova di discernimento? E’ difficile comprendere. L’unica risposta possibile: forse la saggezza del Papa è più grande della nostra pur legittima impazienza. Sicuramente egli vede più lontano.
Rimane un problema: con il Vangelo della misericordia si possono tradire le parole di Gesù? Il pericolo esiste e sarà bene tenerlo presente. Ma la paura di tradirle non può impedirci di metterle in relazione all’uomo di oggi, alla sua complessità, al suo cuore malato non solo come lo era duemila anni orsono ma così come la ricerca scientifica ha messo in evidenza e la vita moderna ha visibilmente ampliato. Il sogno sponsale di Gesù rimane intatto, ma solo lui può conoscere le ragioni della sua mancata realizzazione. Se solo lui può conoscerle al pastore serio di oggi non resta che fare appello alla coscienza dei singoli sposi per invitarli a confidare nel perdono di Dio e nel suo amore misericordioso per vivere le eventuali nuove responsabili ripartenze affettive, che spesso sono il risultato di fattori a loro stessi misteriosi, camminando mano nella mano con il Signore della vita.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi