Archivio per settembre, 2016

UNA STUPIDA FORMA DI LAICISMO

23 settembre 2016

STUPIDA FORMA DI LAICISMO

di Ambrogio Ietto

La cronaca di ieri dei quotidiani salernitani ha informato l’opinione pubblica che all’atto dell’omaggio floreale da offrire, secondo consolidata tradizione, all’icona di San Matteo  sovrastante piazza Flavio Gioia, una manifestazione questa di riverenza e di ossequio personalmente espressa dall’arcivescovo primate Monsignor Luigi Moretti, non ha preso parte alcun rappresentante dell’Amministrazione comunale mentre sono stati doverosamente presenti sia il prefetto Salvatore Malfi sia il questore Pasquale Errico. La notizia, in verità, alimenta meraviglia ma non più di tanto in considerazione del fatto che l’attuale sindaco della città Vincenzo Napoli  coglie, con caparbia frequenza, occasioni particolarmente  favorevoli, secondo una sua parziale e discutibile ottica, per socializzare la personale posizione di testimone istituzionale di agnosticismo, cioè di quella corrente di pensiero che sostiene l’opportunità di manifestare indifferenza di fronte ai problemi religiosi e, quindi, alle manifestazioni di culto. Napoli è certo della necessità di escludere le dottrine religiose e le istituzioni che se ne fanno interpreti dal funzionamento della cosa pubblica in ogni sua articolazione. Convinto che la separazione tra la sfera pubblica della politica e la sfera privata della fede religiosa è, quindi, un elemento essenziale del laicismo, il sindaco Napoli riconosce, a modo suo, in questa divisione una condizione necessaria per il benessere dell’uomo, per il rispetto della sua dignità e per il libero e creativo sviluppo delle sue capacità. Si sa, però, che il laicismo è orientamento tendenzialmente individualista e razionalista. L’attuale sindaco, dimenticando di essere il rappresentante di una città abitata prevalentemente da cattolici che, soprattutto, si tramandano di generazione in generazione il culto verso il Santo Evangelista, preferisce eludere il problema deontologico della rappresentatività istituzionale, quindi non prende in considerazione l’eventualità di designare un rappresentante della comunità consiliare, scegliendolo a proprio piacimento tra membri  della sua giunta dichiaratamente credenti  o tra consiglieri di maggioranza o di minoranza che avvertirebbero di certo l’onore e il piacere di rappresentare il consesso comunale. Egli agisce, così, da inabile ducetto di periferia, ritenendo di passare alla storia locale con simili atti pieni di stupida vanagloria.

 

 

INFANTILI RICATTI O IMMATURITA’ ISTITUZIONALE ?

23 settembre 2016

INFANTILI RICATTI

O IMMATURITA’ ISTITUZIONALE ?

di Ambrogio Ietto

 

Non conosciamo nei particolari i contenuti della conversazione che si è avuta tra l’arcivescovo di Salerno Monsignor Moretti e il sindaco della città Enzo Napoli. Anzi non siamo certi che tra i due ci sia stato uno scambio diretto di opinioni in merito allo svolgimento della processione di San Matteo. Siamo invece a diretta conoscenza di ciò che si è constatato, partecipando al medesimo rito in cui sacerdoti e fedeli , disposti in fila e pregando e intonando inni, hanno accompagnato lungo via Duomo, via Mercanti, corso Vittorio Emanuele e via Roma la statua del Santo protettore della città. Un’immediata constatazione ha rilevato l’assenza del sindaco e la mancata esposizione del gonfalone, cioè del vessillo – insegna del municipio di Salerno raffigurante, sopra strisce rosse e gialle,  proprio San Matteo, l’Apostolo e l’Evangelista il cui nome, come si sa, vuol dire “ Dono di Dio”, al quale la più alta antichità è concorde nell’attribuire  il primo Vangelo secondo l’attuale disposizione della Bibbia. Il sindaco Napoli, confermando un molto discutibile agnosticismo, cioè enfatizzando una corrente di pensiero che sostiene l’inconoscibilità di ciò che non può essere verificato scientificamente,  ha preferito recarsi a prendere un po’ di fresco lungo la litoranea e, come è sua abitudine, per non essere disturbato, incrociando degli occasionali passanti, di continuo  ha fatto finta di rispondere al cellulare. Analisti particolarmente aggiornati sulle dinamiche comportamentali di Napoli approfondiranno la logica degli infantili ricatti che sono a fondamento dei suoi discutibili comportamenti. Per i più, comprese le tante persone semplici che si sono interrogate sulla sua assenza lungo il percorso della processione, è stato facile riconoscere nel comportamento del sindaco una forma di disadattamento sociale, cioè il mancato superamento delle difficoltà che consentono di accettare le condizioni di vita propria di una determinata società oppure la conferma di una seria forma di immaturità istituzionale. Qualche consigliere comunale, appartenente alla  stessa sua maggioranza, è sicuro che sia stato il presidente della regione Vincenzo De Luca o uno dei suoi attivi figlioli ad imporgli di non prendere parte alla processione. Se una simile illazione dovesse risultare fondata, verrebbe da esclamare: ‘‘Architetto Napoli,  ma vale proprio la pena di essere al completo servizio del governatore? Recuperi uno straccio di dignità e mandi a quel paese l’intero trio De Luca! ’’

 

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