UN SUCCESSO SPORTIVO CHE ALIMENTA IL SENSO DI APPARTENENZA ALLA COMUNITA’ NAZIONALE

 

Salerno, 01 luglio 2012

Ambrogio IETTO

N O T T E    M A G I C A

 

Sì, l’aspettiamo tutti questa finale tra Italia e Spagna, due nazioni mediterranee, ricche di storia e di cultura, negli ultimi anni mortificate a causa di una situazione economico – finanziaria piuttosto precaria.

Questa sera le rispettive squadre di calcio saranno di scena all’Olimpico stadio di Kiev. Non si sa se i tremila nostri connazionali che sono riusciti, nonostante le oggettive difficoltà della crisi in corso, ad essere presenti l’altra sera allo stadio nazionale di Varsavia, potranno ritrovarsi in Ucraina e gridare, come hanno fatto nel corso della gara vittoriosa contro la Germania, ‘ stasera lo spread lo alziamo noi’.

Essi, come ciascuno di noi qui in Italia, saranno già soddisfatti di partecipare a quest’altra notte magica che, pur tra gli inevitabili momenti critici derivanti dalla paura di soccombere alla riconosciuta bravura calcistica dei giocatori iberici, sarà una notte speciale, rivitalizzata dal recupero di un orgoglio nazionale che va ben oltre il già auspicato, possibile, prestigioso traguardo di uscire vincitori da un campionato europeo vissuto nella fase di avvio con scetticismo e con sostanziale rassegnazione.

La simpatica, creativa vignetta di Giannelli, apparsa ieri sul ‘Corriere della Sera’ con un supermario ( Monti ) che, assicuratasi la vittoria diplomatica sulla signora Merkel, imita la postura assunta dal vero supermario Balotelli  subito dopo la fantastica, straordinaria seconda rete, gonfiando ed irrigidendo i muscoli delle braccia, è espressiva di quanto il riferimento  ad un successo sportivo, avvertito e salutato dall’intero Paese, faciliti la comprensione dei risultati positivi del vertice di Bruxelles.

Anche caricato dalla felice conclusione della trattativa e dai sorrisi e dalle strette di mano degli altri leader europei il presidente del Consiglio sarà anche lui questa sera a Kiev a tifare per gli azzurri. Il buon presidente Napolitano ha il merito di essere convinto, come il suo predecessore Pertini, che il calcio e la sua compagine nazionale rappresentano il collante più saldo per unire il Paese.

Nel corso della celebrazione del centocinquantesimo anniversario dell’unificazione nazionale egli, che ha percorso la penisola in lungo e in largo, ha avuto modo di verificare che c’è una parte consistente e prevalente della popolazione che crede fermamente nell’identità nazionale ed è consapevole di poter andare orgogliosa della sua storia, della sua cultura, dell’eccezionale patrimonio artistico, archeologico, paesaggistico, letterario di cui è dotato il suo territorio.

Una finale europea di calcio ha il pregio di alimentare in milioni di nostri connazionali quel senso di appartenenza che, al contrario, nei comuni comportamenti della quotidianità, si ridimensiona o, addirittura, si abbandona, finendo  anche con l’ostentare, con discutibile sadismo e spregiudicate manifestazioni autodenigratorie,  fragilità e debolezze solitamente riprese e derise da persone appartenenti ad altra nazione.

Disponiamoci, pertanto, a vivere in serenità ma con la consolidata passione un’altra notte magica, incoraggiando, sia pure a distanza, i nostri ragazzi con a capo il grande Buffon, elemento determinante del processo di coesione raggiunto dalla squadra, e il buon Mario Balotelli che, nell’abbraccio dato l’altra sera alla sua sensibile e generosa mamma adottiva, ha offerto al mondo sportivo un segnale positivo del processo di crescita che il nostro Paese sta compiendo anche nel delicato settore dell’accoglienza e della piena integrazione.

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