FARE SQUADRA TRA ATENEO ED ISTITUZIONI PUBBLICHE E PRIVATE SIGNIFICA MIGLIORARE ULTERIORMENTE LA QUALITA’ DELLA DIDATTICA E DELLA RICERCA DELL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SALERNO

Salerno, 24 giugno 2014

 

Ambrogio IETTO

Università di Salerno: si può fare di più e di meglio

 

A commento dell’indagine annualmente portata avanti da ‘ Il Sole 24 Ore ‘ Gianni Trovati testualmente scrive: “ Con la sola eccezione di Salerno, al 22° posto,  gli atenei meridionali si affollano nella seconda parte della classifica generale “.

Questa considerazione, inserita nel corpo del servizio giornalistico riservato alla ‘qualità degli atenei ‘, evidenzia e pone all’attenzione degli addetti ai lavori, degli stessi studenti e delle loro famiglie la specificità dell’azione formativa di un’università del Mezzogiorno che non può fregiarsi di una lunga storia come la Federico II  di Napoli ( 56° posto ), l’ateneo di Bari ( 57° ), quello di Palermo ( 29° ), di Cagliari ( 53° ex aequo ), di Catania ( 51° ), Bari Politecnico ( 46° ), di Messina (38 ° ) o di consolidate   università del Centro Nord quali la Siena Stranieri ( 24^ ex aequo con Pisa ), Trieste e Genova (26^ ex aequo), Roma La Sapienza ( 28^ ), Roma Tre ( 37^ ), Roma Tor Vergata ( 42 ^ ), Parma ( 31^ ), Urbino ( 44^ ), Camerino ( 45^ ).

Di particolare significato il 16° posto della nostra Università nel comparto della ricerca, tenendo, però, conto che nello speciale indicatore riguardante la capacità di attrazione di risorse per progetti di ricerca l’ateneo della valle dell’Irno si colloca al secondo posto dopo Macerata, confermando un alto indice di competitività. I dati di cui sopra servono, in prospettiva, a migliorare il grado di attrattività dei nostri due Campus di Fisciano e di Lancusi di Baronissi.

A Salerno, in rapporto alla qualità della didattica e della ricerca, potranno affluire non solo studenti del nostro entroterra ma anche giovani di altre regioni non solo meridionali ma anche del Centro – Nord considerata anche la buona qualità del clima e delle strutture edilizie e strumentali funzionali a più stimolanti processi di apprendimento.

La riflessione spinge anche a partecipare ai non pochi genitori, lusingati di avere figli studenti universitari presso atenei del Centro – Nord, che sono ben 9 su 15 le Università, collocate ai primi posti nell’indicatore dell’attrattività, che si collocano, per qualità della didattica e della ricerca, piuttosto lontane dal 22° posto di Salerno.

Presumere di essere considerati più blasonati, attenti e responsabili nel consentire ai figli di andare a  studiare in località lontane dal luogo di residenza significa porsi sul medesimo piano del proprio figliolo che molto spesso è motivato soltanto dal bisogno di vivere esperienze di vita più autonome e libere. Senza dire che i costi di residenza e di frequenza incidono non poco sul bilancio familiare.

Anche l’indicatore relativo al tasso di studenti in cerca di lavoro a un anno dal titolo di laurea conseguito, pur collocando Salerno al 48° posto, conferma che, a confronto  di buona parte degli atenei meridionali, il titolo acquisito a Salerno è considerato qualitativamente più affidabile e spendibile da parte di imprenditori privati e di liberi studi professionali.

Preoccupanti i dati riguardanti la percentuale degli studenti  idonei  che hanno ottenuto la borsa di studio. Sono 22 gli atenei che hanno potuto gratificare il 100% degli studenti considerati idonei. Di questi solo tre sono collocati al Sud ( Foggia, L’Aquila e Potenza ) mentre Salerno ha potuto premiare soltanto il 40,26%  dei titolati.

Il che conferma che istituzioni pubbliche, istituti bancari ed enti preposti anche alla valorizzazione e al sostegno di giovani motivati allo studio e dotati di potenziali, significative qualità, a Salerno e sul suo territorio nicchiano, determinando la collocazione della nostra Università al 55° posto su 61 atenei. E dire che secondo lo statuto dell’ateneo salernitano, legittimato da decreto rettorale del 12 giugno 2012, nel rispetto della legge n. 240/2010,   su proposta del rettore pro – tempore Raimondo Pasquino, sono stati inseriti nel Consiglio di Amministrazione Guido Arzano, presidente della Camera di Commercio, e Mauro Maccauro, presidente dell’Associazione degli Industriali.

Pur nella considerazione della loro ‘esperienza professionale di alto livello ’   arricchita da ‘ necessaria attenzione alla qualificazione scientifico – culturale ‘ è possibile dedurre che la proposta Pasquino abbia tenuto conto, in particolare, dell’esigenza di favorire un percorso privilegiato tra formazione universitaria e mondo dell’imprenditoria e delle attività mercantili.

Essa, però, ha voluto anche sperare, grazie all’apporto dei due rappresentanti, in una mirata attività   promozionale a favore di studenti volitivi, capaci e creativi.

Infine una nota non nuova da parte di chi scrive.

Per il prossimo anno, nello speciale schema valutativo della qualità dell’offerta formativa, sarà anche inserito un terzo settore che ai aggiunge alla didattica e alla ricerca. Esso richiama un compito già assegnato istituzionalmente alle Università. Farà riferimento alla nobile missione di ‘ portare il patrimonio di conoscenze fuori dall’università’ per incidere in modo significativo sulla complessa comunità circostante. L’Università di Salerno ha un debito gravissimo nei riguardi della città di cui non sempre si onora di portare il nome. La distanza chilometrica tra i due Campus e la città non è abissale ma non si può pretendere che adulti residenti nei centri abitati più importanti della provincia si rechino ad uno dei due Campus per seguire un convegno di studi o un seminario che possa produrre una positiva ricaduta in fatto di formazione continua anche per coloro che sono fuori dal circuito universitario. Su questo campo Comune di Salerno e Rettorato debbono darsi da fare, arrivando anche a siglare una specifica convenzione che preveda  impegni precisi per l’ente locale.

Insomma il nostro Ateneo è in buona salute ma traguardi migliori possono essere raggiunti con  intese salde tra quanti sono interessati al valore trainante della cultura e dei saperi.

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