Archivio per giugno, 2015

INESISTENTE IL CENTRODESTRA IN SALERNO E PROVINCIA. DE LUCA HA AVUTO GIOCO FACILE.

1 giugno 2015

Salerno, lunedì 1 giugno 2015

Ambrogio IETTO

O N O R E A D E L U C A

Non saranno inesistenti logiche di schieramento oppure fondate riserve mentali sulle idee di libertà e di democrazia possedute e socializzate da sempre dal neo presidente della Campania a ridimensionare o ad attutire l’eloquente successo conquistato da Vincenzo De Luca nella giornata del 31 di maggio.
65.000 voti in più di quelli attribuiti, in ambito regionale, a Caldoro non sono poca cosa. Diventano tanti se si considera che nella sola città di Salerno De Luca ha guadagnato sul presidente uscente 34.492 di quei 65.000 voti, cioè ben il 53.44% di essi. La stessa percentuale complessiva del 68,72 % raggiunge quella di livello bulgaro acquisita sempre da De Luca in più di una tornata elettorale amministrativa.
Sono tutti numeri questi che conducono ad una sola conclusione: l’inesistenza assoluta di un centrodestra in Salerno e sull’intero territorio provinciale e la costante, programmata, razionale capacità di gestione del proprio elettorato da parte del neo-eletto De Luca che, ancora una volta, è stato così intelligente e pragmatico da aggregare intorno alla propria persona l’intera realtà produttiva e mercantile della città e della regione, la quasi totalità del mondo associativo e salottiero, il contesto ancora redditizio, dal punto di vista elettorale, delle parrocchie e, perché no, anche di non pochi palazzi vescovili disseminati in ambito regionale nonché alcune componenti numericamente consistenti della Terra di Lavoro agli ordini di importanti potentati locali.
De Luca e la folta schiera dei suoi mediatori meritano, quindi, davvero un plauso sincero.
Così se ad una delle due componenti più importanti in gara va espresso il riconoscimento pieno delle proprie capacità progettuali e realizzatrici l’altra va solo biasimata per presunzione, incapacità, inettitudine, estraniazione totale rispetto alla realtà dalla quale non ci si lascia coinvolgere emotivamente e culturalmente.
La zumata sulla situazione politica del capoluogo di provincia aiuta a comprendere ma certamente non a giustificare la débâcle subita dal cosiddetto centrodestra: 115.000 elettori residenti a Salerno chiamati a manifestare il proprio giudizio sulla vicenda regionale sono tanti. Ebbene essi non hanno potuto contare su testimoni significativi, informati sulla reale situazione economico – finanziaria delle casse comunali, sulle non poche opere incompiute, sulla struttura feudataria, camuffata dall’ufficiale denominazione di società miste, che regola la gestione dei pochi posti di lavoro disponibili e anche degli spazi aperti per la promozione culturale e per la gestione di spettacoli e convegni.
Sono mancate, ai tre- quattro rappresentanti in consiglio comunale dei partiti sponsor di Caldoro, carica emotiva, autorevolezza, determinazione, chiarezza documentaria ed espositiva.
In città si sono visti in giro solo Gigi Casciello, fertile sognatore, e Lello Ciccone, paziente samaritano, entrambi alla ricerca quasi disperata di suffragi. Dalla cabina di regia ha cercato di salvare il salvabile il senatore Enzo Fasano, abbandonato ancora una volta dalla parlamentare Mara Carfagna, deputata più alle inquadrature delle reti televisive nazionali che all’umile, onorata ricerca dell’aiuto e dell’assenso dell’ultimo consigliere comunale del Cilento o del Vallo di Diano.
Lo stesso Caldoro, confermando la sua allergia ad una leadership da guadagnare sul campo, grazie ad un carisma da inventare di sana pianta e ad una tecnica comunicativa ancora da scoprire, ha contribuito ad assestare un colpo risolutivo alla sua stessa sorte.
Quindi onore a De Luca per il successo ottenuto, auspicando per lui l’abbandono definitivo di quella arroganza caratteriale che gli ha permesso di ricattare finanche Renzi all’inizio dell’avventura elettorale e che, alla resa dei conti, però, gli ha portato fortuna.

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