IN RISPOSTA ALL’INIZIATIVA DELL’ARCIVESCOVO DI SALERNO

 

 

 

Salerno 8 Giugno 2010

 

Ambrogio IETTO

LETTERA APERTA A MONSIGNOR PIERRO

 

Eccellenza Reverendissima,

lei che ha avuto l’amabilità, soprattutto negli ultimi anni del suo episcopato, di accettare con benevola intelligenza ricorrenti interventi pubblici, da me redatti ed aventi per oggetto il suo operato di Pastore dell’arcidiocesi di Salerno, continui a manifestare carità cristiana nei miei confronti ed accolga queste ultime considerazioni critiche che fanno riferimento alla sua lettera aperta ai ‘ fratelli e figli carissimi ‘ pubblicata integralmente sul sito di Telediocesi.

Lo scorso 3 aprile, alla vigilia dell’ evento pasquale, fu pubblicata un’altra mia nota dal titolo ‘ La Pasqua dell’Arcivescovo ‘. In essa, nel manifestare la sentita compartecipazione “ alla sua amarezza e, probabilmente, anche agli inevitabili momenti di solitudine che si vivono in particolare quando si è alla vigilia di un distacco da compiti e da responsabilità che hanno potuto produrre  dispiacere, afflizione, rimorso, disappunto “, auspicavo la necessità, da parte sua, di recuperare, con la fine del mandato pastorale, piena, rigenerante serenità.

La sua ‘lettera aperta ‘ riferisce della sua ferma convinzione che nessuno di noi, presbiteri e laici, possa dubitare dell’ innocenza e dell’onestà sua.

Per quanto mi riguarda non mi sono mai sorpreso nell’ipotizzare una qualche sua intenzione nell’assumere deliberatamente decisioni contrarie alla dignità di Pastore, di sacerdote e di cittadino probo. Sono certo che l’intera nostra comunità di laici credenti e non convenga su questa certezza. D’altronde in ciascuno di noi risuonano solenni le parole in parte richiamate da  lei e proferite da Gesù ai Giudei che avevano creduto in lui: ‘ Se rimanete fedeli alla mia parola sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi ‘ Giovanni 8,32 ).

E la fedeltà alla parola di un Vescovo va espressa e confermata incondizionatamente.

Ammetterà, però, Eccellenza che i  suoi 18 anni di episcopato salernitano sono stati contraddistinti da molte, troppe vicende che, nel produrre in lei amarezza e sofferenza, hanno generato in tanti laici credenti almeno delle perplessità.

La stessa storia del Villaggio S. Giuseppe, che mi auguro convinca anche i giudici della sua totale estraneità, è stata portata avanti da collaboratori di sua fiducia almeno con sconcertante superficialità.

Tutti, infatti, abbiamo avuto modo di leggere per mesi sul sito dell’Angellara Villaggio San Giuseppe informazioni che autorizzavano ad immaginare, più che una Casa per ferie, un ambiente lussuoso e ricercato.

Si partiva, infatti, dal contesto paesaggistico dell’ “incantevole golfo lunato “ per arrivare all’”altissima qualità dei molteplici servizi offerti “, alla vicinanza della Casa al centro cittadino “noto per la sua sana movida” da frequentare per “ chi cerchi una vacanza all’insegna del divertimento “. Quindi si offrivano una sala Congressi “ coi suoi 450 posti “ quale “ luogo perfetto per conferenze, meeting, riunioni di lavoro, corsi di formazione “, ambienti disponibili “ anche per cerimonie, ricevimenti, cene aziendali, colazioni di lavoro con menù ricchi e gustosi, una cucina attenta alla cura del dettaglio, un servizio impeccabile ed elegante “.

Nella pagina di avvio del sito ci si soffermava anche sugli “ elementi d’arredo caratterizzati da un design essenziale e raffinato, realizzati con materiali pregiati ed accuratamente selezionati “. Comprenderà, Eccellenza, che i suoi collaboratori, magari anche esagerando nel linguaggio, non le hanno reso un buon servizio, dimostrando nei fatti di non meritare l’assoluta fiducia che anche per questa vicenda Ella aveva accordato loro.

Ma ciò che sconcerta della sua lettera è l’aver dovuto rifiutare “ ogni forma di ricatto” che sarebbe stata avanzata dal Consiglio di Amministrazione dell’Istituto per il Sostentamento del Clero e l’aver dovuto prendere atto del comportamento delle “ Congregazioni Romane che, come al solito, nulla fecero per impedire l’azione e per tutelare la diocesi e il suo Pastore “.

Eccellenza, Lei si rende conto che queste sono affermazioni molto gravi che producono, in particolare nel laicato cattolico, sofferenza e sconcerto ?

Se si richiamano, per un attimo, i tanti episodi che l’hanno vista assumere, nel corso dei 18 anni di permanenza a Salerno, provvedimenti piuttosto severi  nei confronti di non pochi presbiteri incardinati in questa Arcidiocesi, converrà che la valutazione complessiva sulla qualità del nostro clero non risulterebbe delle migliori.

Personalmente resto convinto di quanto più volte ho avuto la determinazione di scrivere in occasione di interventi pubblici: non è possibile che ci sia un’aliquota così percentualmente elevata di sacerdoti poco ossequiosi nei riguardi del loro Pastore.

Pertanto mi viene il dubbio che Lei non poche volte si sia avvalso del pensiero di cattivi consiglieri. Mi scusi la franchezza e stia certo della mia ferma convinzione sulla sua onestà e, quindi, sulla sua innocenza.

 

                                                                       www.ambrogioietto.com

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