Archivio per agosto, 2010

UNA SERENA VALUTAZIONE DEL NOSTRO SISTEMA SCUOLA

10 agosto 2010

 

MENO 100 E LODE E MAGGIORE SERIETA’ PER LA NOSTRA SCUOLA

Nella storia della scuola italiana il mese di agosto, almeno nel corso dei poco più dei sessanta anni di vita della Repubblica, costituisce il periodo durante il quale vengono licenziate molte leggi riguardanti il sistema formativo e, con consolidata  prassi, sono assunti, da parte dell’amministrazione della pubblica istruzione, provvedimenti  giudicati  indispensabili per l’avvio del successivo anno scolastico.

 A memoria degli addetti ai lavori e dell’opinione pubblica più attenta, pertanto, non si ricorda un’estate trascorsa sotto l’ombrellone o in montagna priva di decisioni e di notizie da considerare davvero significative per le oltre diecimila istituzioni scolastiche autonome presenti sul territorio nazionale. Dalla mobilità dei docenti e del personale tecnico – amministrativo all’assegnazione dei dirigenti, dalle nomine in ruolo ai contratti per i precari, dalle assegnazioni provvisorie alla definizione degli organici delle singole scuole non si ricorda un mese di agosto che sia trascorso tranquillo e rassicurante per un regolare inizio dell’attività didattica.

 La Campania anche in questo campo spesso si è distinta per disfunzioni e superficiale gestione della macchina amministrativa .  Ad esempio la mancata ufficiale designazione del direttore generale dell’ufficio scolastico regionale e il conseguente scaricabarili tra i funzionari direttivi dello stesso ufficio nell’assunzione delle conseguenti responsabilità hanno determinato un ritardo ingiustificato nelle operazioni di trasferimento dei capi d’istituto all’interno del territorio regionale, bloccando, a sua volta, la mobilità di centinaia di dirigenti scolastici in servizio nelle regioni del nord ed interessati a ricongiungersi alle rispettive famiglie residenti nelle cinque province campane.

E’ questo uno dei tanti test che conferma come molte disfunzioni e patologie del sistema scolastico campano e meridionale potrebbero essere prevenute e corrette soltanto grazie ad una meno ambigua percezione del senso dello Stato.

In questi giorni  la nostra povera scuola è di nuovo sotto giudizio anche per i risultati che si sono avuti in occasione degli esami di maturità. Si sa che, come era da prevedersi, anche in questa tornata le commissioni d’esame impegnate nelle scuole del Mezzogiorno hanno considerato valutazione giusta assegnare ben 2.016 cento e lode ad altrettanti studenti sui 4037 destinatari sull’intero territorio nazionale dell’ambita, analoga gratificazione.

Così la Campania, che aveva un numero di maturandi decisamente inferiore a quello della Lombardia, ha licenziato 474 allievi col 100 e lode contro i 256 di tutte le province lombarde messe insieme. La Puglia ha battuto il record con 631 unità mentre la Calabria è andata oltre ogni limite, in rapporto alla sua popolazione scolastica, qualificando ben 362 studenti col 100 e lode. Inoltre essa può vantare, si fa per dire, tra i primi dieci istituti secondari superiori d’Italia, ben sette scuole con capofila il liceo scientifico ‘Leonardo Da Vinci’ di Reggio Calabria con  26 lodi.

Anche le nostre cronache locali hanno evidenziato con una certa enfasi questi risultati, ritenendo così di poter registrare un’inversione radicale di tendenza sulla qualità degli studi nelle nostre aree territoriali dopo le sconcertanti rilevazioni periodicamente compiute dall’ Ocse che pongono le performance dei nostri allievi quindicenni meridionali al di sotto dei loro coetanei del Messico e della Turchia mentre finanche i ragazzi della stessa età, che frequentano gli istituti professionali del nord-est d’Italia, superano, a differenza degli studenti dei licei meridionali, abbondantemente la media programmata.

In concreto i 100 e lode, così generosamente concessi, rappresentano più una sconfitta che un punto a favore della scuola meridionale. Salvati doverosamente gli studenti davvero eccellenti che fortunatamente pur sono presenti all’interno delle  nostre istituzioni scolastiche,  per il resto questa sagra delle supervalutazioni costituisce un segnale ulteriore del clima di lassismo e, quindi, anche di malcostume che imperversa nella nostra cosiddetta società civile.

La raccomandazione o la cosiddetta  segnalazione rappresenta, infatti, un virus che contagia di fatto tutti noi e che coinvolge, in particolare, il mondo della scuola. Considerata la sua inefficacia per aspettative più importanti, quale può essere la ricerca di uno stabile posto di lavoro, essa permane in ambito valutativo scolastico.

A volte per stupidi motivi di rango o di orgoglio familiare, altre volte perché si considera l’alta valutazione un volano favorevole per una dignitosa futura sistemazione, il commissario preposto agli esami di maturità si trasforma, a scavalco tra i mesi di giugno e di luglio, in  uno dei personaggi più corteggiati dalla comunità interessata. Egli vive il suo breve momento di gloria ed ha finalmente l’occasione per recuperare, sia pure temporaneamente, quella considerazione sociale che gli viene negata nel resto dell’anno scolastico.

La fioritura di tante alte valutazioni più che elevare il livello qualitativo delle nostre scuole ne ridimensiona, invece, le potenzialità anche, e soprattutto, in sede di comparazione col resto del sistema scolastico nazionale. D’altro canto proprio in questi giorni l’analisi qualitativa dei dati raccolti dall’Invalsi, l’istituto nazionale di valutazione, sugli esami di conclusione del primo ciclo di istruzione ( l’ex licenza media ) conferma, purtroppo, una condizione di oggettiva insufficienza del sistema scolastico campano e meridionale in genere. In occasione degli esami di metà giugno scorso si è consolidato, infatti, il divario delle regioni meridionali in rapporto a quelle settentrionali. Si è al di sotto di cinque punti  della media nazionale: in Campania al posto del 60,4 % delle risposte esatte in italiano si è raggiunto il 54% mentre in matematica non si è andati oltre il 45,8% a fronte del 51,1 % della media nazionale.

Si rileva, in verità, un miglioramento nelle prove di matematica forse anche a seguito delle oltre 200 lettere di richiamo inviate ad altrettante scuole campane che, nella valutazione  dell’anno scorso, furono giudicate dal Ministero dell’Istruzione responsabili di ‘ comportamenti opportunistici ‘ calati quest’anno del 60%.

Questi dati sollecitano ancora una volta quanti operano nella scuola a promuovere  una mediazione culturale e didattica  rispondente ai processi di cambiamento in atto nella società del nostro tempo e meglio orientata alla conquista di ben individuate competenze da parte dei singoli allievi.

E’ questo un compito ancora più difficile tra noi per i molteplici negativi condizionamenti socioculturali. Trattasi, però, di un’impresa da affrontare con rigore anche per dare un valore autentico alle valutazioni assegnate. Diversamente sarà meglio riproporre con vigore l’antica proposta di Luigi Einaudi, fatta propria dal nostro Salvatore Valitutti, di togliere valore legale ai titoli di studio.

SVOLTA NELLA GESTIONE DELL’AEROPORTO DI SALERNO

10 agosto 2010

 

 

IL PATTO CIRIELLI – STRIANESE

La lettura dei quotidiani locali di ieri, compiuta sotto l’ombrellone e a consistente distanza chilometrica dai ‘ si dice ‘ di corso Vittorio Emanuele, consente di avanzare alcune essenziali considerazioni che muovono dalla notizia più importante della giornata: la ripresa di una riflessione responsabile sulla vicenda dell’aeroporto, l’intesa tra la Camera di Commercio e l’Amministrazione provinciale per una stabile gestione degli organismi consortili e societari, la concreta possibilità di giungere ad un accordo con Alitalia finalizzato al riconoscimento della compagnia di bandiera quale vettore privilegiato dello scalo salernitano.

Trattasi di un accordo che, pur presupponendo risvolti non secondari sul versante politico, dovrebbe determinare, dal punto di vista socio – economico, una svolta significativa per il nostro territorio. All’osservatore terzo è questo l’aspetto che interessa in misura prevalente. Sono troppi,infatti, gli anni trascorsi da quando si cominciò a discutere della possibilità di riadattare il vecchio campo di aviazione di Montecorvino ( questa la denominazione ufficiale col quale si individuava sulle cartine militari la localizzazione della struttura di atterraggio ) e renderlo idoneo al traffico civile e mercantile, facendogli assumere una funzione di supporto all’attività turistica e all’esportazione dei prodotti agroalimentari.

L’accordo raggiunto tra Cirielli e Strianese va salutato, dunque, con particolare soddisfazione. Le critiche formulate dalle componenti politiche perdenti rientrano in un rito consuetudinario che a volte fa anche ridere, riferendosi al ‘ solito accaparramento di poltrone ‘ che ha visto per troppi anni elevare alla dignità manageriale soltanto antichi compagni di merenda formatisi tra le Frattocchie e in quel di Ariccia. Cirielli, che di certo va dimostrandosi non come un ingenuo o uno sprovveduto ma, al contrario, come un abilissimo direttore d’orchestra, tutt’al più si comporta così come ha agito De Luca in tutti questi anni. Però con qualche differenza.

In primo luogo si rende conto che l’intesa va raggiunta con l’Ente camerale che non solo è il maggiore azionista ma esprime anche quella realtà imprenditoriale e mercantile almeno in teoria più direttamente interessata al decollo dello scalo. Recentemente fu possibile ascoltare, proprio presso la sede di Confindustria Salerno, la netta posizione assunta dall’assessore regionale ai trasporti che subordinò la disponibilità, da parte della giunta Caldoro, a sostenere concretamente l’attività dell’aeroscalo soltanto alla luce dei benefici economici ed occupazionali che la struttura avrebbe potuto determinare.

Si sa bene che anche la Camera di Commercio risente della sindrome del politichese e che Guido Arzano, da vecchio arbitro di calcio, scalpita da tempo nella non infondata speranza di collocarsi al posto di Augusto Strianese al quale va riconosciuto il merito di avere creduto più di tutti sulla possibilità di dotare il territorio salernitano di uno scalo aeroportuale. Si legge ora che ci sono manifeste intenzioni di rivolgersi alla magistratura. Chi vivrà vedrà.

Frattanto la strategia elaborata ed implementata da Cirielli è degna di essere partecipata e descritta ad un corso speciale di formazione per aspiranti amministratori di enti pubblici subordinati alla politica. Il primo obiettivo era quello di isolare il Comune di Salerno e, quindi, De Luca.

Esso non solo è stato centrato ma si è accompagnato anche all’elegante siluramento di Sica implorato proprio dal sindaco di Salerno all’indomani della vergognosa operazione del dossier anti Caldoro. In verità aveva prodotto qualche perplessità la posizione assunta dal presidente della provincia su questa brutta storia. Il ‘ ni ‘ assunto nei riguardi del sindaco di Pontecagnano non convinceva soprattutto perché arrivava da un servitore dello Stato, dal presidente di un’importante commissione parlamentare, da un politico che alla questione morale di solito rivolge una particolare attenzione.

Ora l’enfant prodige di Pontecagnano accusa i suoi compagni di cordata di sciacallaggio e dimentica un vecchio detto ripreso molto spesso anche dalla gente che egli amministra: ‘ il bue chiama cornuto l’asino’. Infatti egli, protagonista della più classica operazione di sciacallaggio politico ( la redazione di un dossier contenente informazioni per giunta false per colpire addirittura un collega di coalizione al fine di usurpargli la candidatura ), osa ora assegnare questo epiteto ingiurioso a chi ha attuato il piano di rimozione. Il capolavoro Cirielli si completa con la designazione di Giovanni Romano a presidente del consorzio.

Trattasi è vero di un uomo di parte ma che presenta un portfolio di competenze gestionali di alto spessore riconosciutegli da referenziati organismi tecnico – politici nazionali ed europei e da esponenti qualificati degli stessi partiti di opposizione.

Va valutato molto positivamente anche l’inserimento, nel consiglio di amministrazione dello stesso ente consortile, di Andrea Annunziata, presidente dell’Autorità portuale. L’attuale sua responsabilità e l’esperienza pregressa di sottosegretario ai trasporti, che gli consentì di seguire  direttamente le non semplici operazioni di legittimazione della praticabilità dello scalo aeroportuale, costituiscono una marcia in più per il definitivo decollo della struttura.

Ora i salernitani si augurano  che si ponga davvero fine all’infinito valzer degli organigrammi e si passi finalmente alla tanto desiderata operatività.

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