DE LUCA VALUTERA’ DEGLI ELETTI ANCHE IL GRADO DI FEDELTA’ ALLA SUA PERSONA

 

Salerno, 19 Maggio 2011

Ambrogio IETTO

TRA PREMIATI E BOCCIATI DALL’ELETTORATO

NASCE LA NUOVA GIUNTA CHE GOVERNERA’ SALERNO

 

Acquisito  e favorevolmente commentato il primato raggiunto da Vincenzo De Luca, il più votato in assoluto tra i candidati a sindaco di tutta Italia, sembra interessante analizzare le posizioni degli eletti all’interno del nuovo consiglio comunale, il consenso personale ricevuto, le dinamiche che si sono attivate all’interno delle singole liste, le prospettive che si aprono non solo e non tanto ai fini della composizione del nuovo governo cittadino ma anche e, soprattutto, per tentare di intravedere l’ipotetica composizione di una nuova classe dirigente della città ove mai  De Luca dovesse decidere di intraprendere, di qui a qualche anno, un percorso alternativo al precedente ed egualmente funzionale all’agognata conquista della presidenza della giunta regionale della Campania.

Tra i 20 consiglieri eletti, provenienti dalle tre liste che hanno sostenuto il riconfermato sindaco, un’attenzione particolare meritano quelli denominati ‘ progressisti per Salerno’. Tra loro si è sviluppata una lotta spietata all’ultimo voto non emersa in termini manifesti  in quanto severamente contenuta se non repressa dallo stesso leader. Gli oltre 700 voti individuali guadagnati da Franco Picarone su Ermanno Guerra, attestato in seconda posizione, confermano una ripresa significativa dell’assessore al bilancio dopo l’amarezza provata nelle ultime elezioni regionali.

In quella occasione De Luca, preso in prima persona dalla comprensibile sindrome di battere Caldoro, non volle, con la sua efficiente macchina organizzativa, pianificare le preferenze almeno nei bacini elettorali a lui più fedeli. Di conseguenza finì col sacrificare per una manciata di voti sia Picarone sia Ugo Carpinelli, favorendo di fatto la penetrazione di Antonio Valiante. Per il primo ora è arrivata l’occasione del riscatto e della riparazione del danno. Qualche osservatore un po’ sornione ha giudicato l’ultimo manifesto raffigurante Franco Picarone su di un’austera poltrona da comando un messaggio che sintetizzerebbe in modo significativo cosa ‘ farebbe da grande’ l’attuale gestore delle casse comunali.

Anche il successo di Guerra va letto in chiave premiante grazie al dignitoso e corretto suo modo di comunicare e di gestire rapporti e relazioni anche in sede istituzionale. Un trattamento migliore avrebbe meritato dall’elettorato Eva Avossa, vice sindaco uscente, che ha curato con particolare attenzione, nonostante le modestissime disponibilità finanziarie, il settore dell’istruzione pubblica riferito, in particolare,  alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo e ai relativi servizi di supporto. A danneggiarla, però, è stata la decisione del comitato elettorale di De Luca di accogliere nella lista di Campania Libera due concorrenti di fatto dell’Avossa in quanto espressione diretta del mondo della scuola: Gilda Ricci ed Alessandro Turchi che, anche se non risultati eletti, hanno dirottato a loro favore suffragi originariamente di pertinenza della vice-sindaco.

Emblematici il successo di Nino Savastano e la débàcle di Pasquale Stanzione: per il primo, superata favorevolmente la brutta vicenda giudiziaria che l’ha fatto umanamente soffrire non poco, è stato possibile confermare la costante fedeltà a Vincenzo De Luca, per il secondo, invece,  il tardivo amore ritrovato e pubblicizzato nei riguardi del grande capo, dopo la discutibile gestione in Provincia del comparto scuola accanto a Villani, non gli ha portato ombra di fortuna.

Per i ‘ Progressisti’ dovrebbero entrare a far parte del consiglio comunale Criscuolo, Criscito, Della Valle e il new entry Bernarbò. Per ‘Campania Libera ‘ va segnalata l’affermazione di Antonio D’Alessio, giovane e serio esponente del foro salernitano, e di Luca Cascone, attivo assessore uscente ai trasporti. Entrambi provengono dalla ‘ Margherita ‘ di un tempo ed esprimono, per tradizione familiare e consolidato senso di appartenenza, la cultura della moderazione e dell’impegno sociale dei cattolici. Per De Luca si tratta di due preziose risorse la cui piena valorizzazione in giunta qualificherebbe non poco l’esecutivo.

Per la lista ‘Salerno per i giovani ‘ da segnalare la bocciatura in pieno della candidatura di Vilma Fezza che, aggredita dalla sindrome della riconferma, ha ritenuto di doversi collocare nell’area De Luca, una realtà a lei estranea e non congeniale, soprattutto dopo le recenti, titubanti scelte che certamente non  le hanno consentito di costruire e di rafforzare una precisa identità politica e culturale.

A livello di opposizione non ha titolo a cantare vittoria Salvatore Gagliano che si è visto non riconosciuto leader da quasi la metà degli elettori che hanno votato le liste strutturate a suo sostegno.

Per i’aggregazione di centrodestra c’è poco da aggiungere alla generale constatazione che valuta negativamente la scelta compiuta a suo tempo da Cirielli e collaboratori nell’avere contrapposto all’egemonia deluchiana candidature perdenti in partenza e un impresentabile progetto alternativo  di città. Va apprezzato, all’interno della lista del PDL, lo sforzo generoso di Luciano Conforti, primo dei non eletti, costretto a chiedere consenso in un’area per lui assolutamente sconosciuta. Va salutata, infine, con piacere la scomparsa dal consiglio comunale del personaggio Pierro che non ha per niente brillato in passato per coerenza e fedeltà alla parte politica che rappresentava.

Non può passare inosservata la fuga da Salerno del ministro Mara Carfagna. Non sono stati di certo i preparativi per le prossime nozze a distrarla dal dovuto impegno nella vicenda elettorale della sua città d’origine. La sua assenza è stata la risultante di un molto discutibile compromesso raggiunto in casa PDL, formazione politica  che non ha ancora costatato e compreso l’impossibilità di vivere di rendita sull’onda lunga di un Cavaliere ormai stanco e seccato dal tenere faticosamente unita un’autentica armata di Brancaleone che si frammenta in mille microplotoni.

Rimane per il personaggio De Luca la domanda d’obbligo: ‘ Tenuto conto del trionfo ottenuto si accontenterà di fare per altri cinque anni il sindaco di Salerno per poi collocarsi in pensione ? ”. Un interrogativo del genere non ha senso. Il partito democratico in Campania è in totale dissoluzione mentre pallino di De Luca rimane la presidenza della regione che gli è stata vietata da Caldoro qualche anno fa. Grazie all’acume proprio di una vecchia volpe della politica egli valuterà, con la dovuta attenzione, se il mettersi in corsa per la presidenza della Provincia di Salerno, quale avversario diretto di Edmondo Cirielli, possa costituire il passaggio giusto per conquistare finalmente Palazzo Santa Lucia.

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