DA CHE PULPITO VIENE LA PREDICA! I CONTRADDITTORI COMPORTAMENTI DEL SINDACO – VICE MINISTRO DI SALERNO

Salerno, 10 luglio 2013

Ambrogio IETTO

La manfrina di DE LUCA

Personalmente non ho nulla contro De Luca di cui non condivido, in particolare, la famelica ed inguaribile sindrome del potere e l’anomalo suo concetto di libertà e di democrazia. Egualmente, però, ammiro di lui il più che soddisfacente retroterra culturale, l’attivismo, lo spirito d’iniziativa, la determinazione.

Non appartengo a schieramenti politici né so quanti lettori di ‘Cronache’ si dispongano a leggere le mie riflessioni che il direttore D’Angelo benevolmente raccoglie e pubblica. Scrivo per il piacere di scrivere e, soprattutto, per non risultare anch’io vittima dell’indifferenza che, citando ieri Manzoni a Pantelleria, Papa Francesco ricordava ‘ ci rende tutti innominati, responsabili senza nome e senza volto ’.

Ed è proprio l’indifferenza della città nel suo insieme a consentire ancora una volta a De Luca di proferire due locuzioni che rispondono perfettamente al suo modo di essere e di agire. La prima: “ il tempo delle manfrine è finito”.

Ma come proprio lui utilizza questo modo di dire che in senso figurato sta a significare, per il vocabolario Treccani, anche ‘ tirarla troppo per le lunghe’, dar corso ad una ‘ messinscena fatta allo scopo di ottenere qualcosa? ‘.

Come si sa e si ricorda, da subito era stato scritto e detto che la carica di sindaco e di vice – ministro fossero incompatibili. Invece, deliberatamente, De Luca ha deciso di ignorare per oltre un mese le azioni e i comportamenti di due ministri del suo stesso governo, Delrio sindaco a Reggio Emilia e Zanonato sindaco a Padova, che hanno preso atto della decadenza dalla carica di primi cittadini; egli, così, soltanto da avantieri, ha consentito di avviare la medesima procedura da parte del suo consiglio comunale che, ahimè, in alcuni suoi componenti, manifesta precarie e strumentali competenze leguleie e patologico attaccamento alla traballante sedia elettiva.

La musica male eseguita da De Luca, di qui la ‘manfrina’ del Monferrato piemontese, è legata, non per caso, alla preoccupazione di una breve durata del governo Letta e alla prospettiva di ritrovarsi, nel ruolo di rieletto sindaco di Salerno, a giocare la partita di rivincita contro Caldoro?

Anche la seconda locuzione, che fa riferimento all’espressione ‘la ricreazione è finita’, non è nuova nel vocabolario di De Luca che la ripropone almeno dal 1990, cioè da quando nel ruolo di vice – sindaco della città, si rese conto che non poteva più utilizzare il frasario col quale era solito arringare, da sindacalista professionista, le maestranze della Piana del Sele.

Egli comprese così, già oltre 20 anni fa, che da datore di lavoro in quanto controparte istituzionale non avrebbe potuto soddisfare tutte le richieste che venivano avanzate dagli ex compagni di una volta. Frattanto gli era capitato tra le mani il fortunato libro di Norberto Bottani, esperto svizzero di politiche scolastiche, dall’accattivante titolo ‘ La ricreazione è finita’. La frase gli piacque e da allora, al momento opportuno, l’usa.

L’ha utilizzata recentemente anche nei riguardi dell’ottimo suo ex compagno di partito e di sindacato Argentino, rimuovendolo da presidente di ‘Salerno Energia’. Sottovoce l’avrà proferita anche nei riguardi di Ugo Carpinelli, presidente uscente della Centrale del latte, nel momento in cui, ripetendo anche a lui un sacco di fesserie sull’obbligatorietà della vendita della società mista, gli avrà anche aggiunto: “ E’ vero, compagno, la ricreazione è finita anche per te. Ma è pur vero, però, che come ex presidente dell’amministrazione provinciale di Salerno, ex sindaco di Giffoni Valle Piana, ex consigliere regionale della Campania, ex presidente della Centrale del latte, avrai avuto modo di lubrificare dignitosamente la non trascurabile pensione di insegnante delle scuole primarie. Poi, mio caro, può darsi che qualcos’altro verrà fuori e si vedrà. Io, infatti, continuo a ballare la manfrina e ad avvertire gli ex compagni di merenda che la ‘ricreazione è finita’ anche perché Caldoro non ci ha dato un euro sul teatro Verdi! ”.

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