LA GRAVE ACCUSA DI D’ALEMA: ” DE LUCA CAPOBASTONE ”

Salerno, 23 Novembre 2013

Ambrogio IETTO

Da D’Alema a Gad Lerner

“ Tra i sostenitori del PD che hanno scelto Renzi ci sono molti capobastone tra i quali il sindaco di Salerno De Luca indagato dalla Procura della sua città “: questa la dichiarazione rilasciata l’altro giorno all’Ansa nientedimeno da Massimo D’Alema, compagno di merenda del primo cittadino dalla nascita, essendo venuto alla luce appena 18 giorni prima del nostro conterraneo per collocarsi così, per un pelo, nella costellazione dell’Ariete e lasciare al salernitano il Toro, maschio adulto dei bovini non castrato. L’appellativo di ‘ capobastone’ non è dei più generosi ed eleganti. Il vocabolario della Treccani, infatti, dà questa definizione del termine: “ Nell’organizzazione mafiosa, capo di un’area territoriale limitata”; sulla stessa linea si pone il dizionario di Sabatini – Coletti: “ Nella gerarchia mafiosa, chi dirige le attività criminose in una determinata zona”.

Gad Lerner sul suo blog, riferendosi a Renzi, di cui molto probabilmente è uno dei supporter, così scrive: “ Si è posizionata a suo sostegno anche una percentuale maggioritaria dell’apparato di partito che l’anno scorso sosteneva contro di lui Pierluigi Bersani. Fra gli altri anche il collezionista di poltrone Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno e viceministro. Dopo i ricorsi interni, ora anche la magistratura salernitana sta indagando sulle anomalie delle votazioni fra gli iscritti che hanno regalato in quella città il 97% dei consensi a Renzi. Ha poco senso obiettare che simili maggioranze bulgare un anno fa lo stesso De Luca le aveva versate a Bersani: una vergogna non sana l’altra. Credo che Renzi non abbia alcun interesse a incassare tacendo”. Perciò “ Renzi rinunci “. Di quei voti “ può farne benissimo a meno “.

Sia l’apposizione di D’Alema sia il più argomentato scritto di Gad Lerner più che manifestare il disagio di un partito allo sbando pronunziano una valutazione di merito di straordinaria gravità nei riguardi di Vincenzo De Luca che, ne siamo certi, non denuncerà mai D’Alema per l’epiteto azzeccatogli.

Il modesto opinionista locale si limita a riprendere il concetto dell’area territoriale limitata ( Treccani ) e della zona determinata ( Sabatini – Coletti ) utilizzato dai testi citati. Di certo lo spettacolo offerto qualche giorno fa al Grand Hotel Salerno può essere rapportato ad una grande, colorita sceneggiata che ha avuto come ineccepibile esperto di drammatizzazione il sindaco De Luca e come comparse, presenti sulla scena per ricoprire un ruolo di acritico contorno e di mera esecutività, centinaia di cittadini rappresentanti della zona rientrante nella sovranità deluchiana e portatori anche di significative referenze per ruoli istituzionali ricoperti tuttora e in passato.

Per certi aspetti fa anche tenerezza quanto scritto ieri sul ‘Corriere del Mezzogiorno’ da Franco Tavella, segretario generale della Cgil Campania, il quale, a proposito di quanto si sta verificando nel PD sul nostro territorio, così si esprime: “ sarebbe forse il caso di allontanare suggestioni demagogiche e populiste e ripensare a congressi di partito che riacquistino e facciano riacquistare il gusto del dibattito politico, restituendo agli iscritti la facoltà di scegliere i propri gruppi dirigenti “.

Ma a Salerno “Vincenzo c’è “!

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