ARRESTI PER CINQUE ANNI AD UN’INSEGNANTE DI SCUOLA DELL’INFANZIA PARITARIA

Salerno, 10 Marzo 2015

Ambrogio IETTO

DALLA PARTE DEI BAMBINI

La severa sentenza pronunciata dal Tribunale di Salerno a carico dell’insegnante della scuola dell’infanzia paritaria, cioè privata, di Fisciano è soltanto uno degli ultimi pronunciamenti che la magistratura ordinaria è costretta a partecipare in uno dei settori più delicati dell’organizzazione sociale: quello dei luoghi di accoglienza, di cura e di educazione della prima e della seconda infanzia.
Va detto, in via preliminare, che l’umanità patologicamente segnata, priva di equilibrio, interiormente turbata è portata a profittare dei deboli, bambini o anziani che siano, e ad infierire anche fisicamente sui loro corpi.
La cronaca quotidiana è costretta a dare frequente spazio a notizie che partecipano atteggiamenti, comportamenti, atti offensivi della dignità della persona rappresentata da bambini e da vecchi fragili ed indifesi. Anche sul nostro territorio, dalla scuola ‘Mazzetti’ di Salerno a Fratte, da Caselle in Pittari a Tramonti, non sono pochi gli episodi che ripropongono violenze fisiche, vessazioni, maltrattamenti espressi da insegnanti nei confronti dei propri allievi.
Quasi sempre ad essere destinatari di interventi decisamente punitivi sono i bambini che frequentano sezioni di scuola dell’infanzia o le classi iniziali della scuola primaria.
Il sistema scolastico statale, come si sa, accoglie piccoli che, se nati entro il 30 di aprile successivo, possono essere ospitati all’interno delle sezioni di scuola dell’infanzia fin dai primi giorni di settembre, cioè quando hanno compiuto appena 28 mesi di età.
Le scuole paritarie, invece, al fine di incamerare dai genitori qualche mensilità in più, si rendono disponibili ad accogliere anche piccoli appena diventati autonomi nella deambulazione ma ancora insicuri nel controllo degli sfinteri.
Non di rado l’insegnante titolare della sezione di scuola dell’infanzia svolge anche le funzioni di proprietaria e di direttrice ed è pronta a far fronte, sempre da sola, ad esigenze straordinarie quali la pulizia delle parti intime del corpo del bambino che ha defecato oppure la preparazione del latte per la piccola che ha fame. Situazioni di questo tipo, che sono anche frequenti, possono alimentare ulteriormente la tensione emotiva dell’educatrice.
Ovviamente questi non vogliono essere alibi per comprendere e giustificare atti che non hanno nulla di pedagogico. A monte, sia gli insegnanti delle scuole statali sia quelli che operano in condizioni di maggior disagio e che si rendono responsabili di maltrattamenti verso i piccoli allievi, difettano di qualità essenziali quali una convinta, meditata cultura dell’infanzia, una piena consapevolezza della fragilità particolare che contraddistingue il minore nei primissimi anni di avvio della costruzione della personale identità, una paziente disponibilità all’ascolto e alla comunicazione interattiva con ognuno dei piccoli allievi, una buona preparazione di natura psicopedagogica e didattica funzionale alla delicatissima attività di educatrice dell’infanzia.
L’Italia ha consolidate tradizioni in questo campo. Proprio nei giorni scorsi il rapporto dell’OCSE sull’istruzione 2014 ha evidenziato che le scuole italiane dell’infanzia accolgono il 92% dei bambini di 3 anni, il 96% dei piccoli di quattro anni d’età e il 99% di quelli di 5 anni, collocando l’Italia al sesto posto tra 36 Paesi censiti a livello internazionale.
Sono dati confortanti che vanno ulteriormente potenziati soprattutto per quanto riguarda gli asili nido che accolgono i piccoli dai 4 mesi d’età ai tre anni.
Anche per quanto riguarda la formazione iniziale siamo all’avanguardia. L’aspirante alla docenza nella scuola dell’infanzia deve superare una prova di ammissione e frequentare un corso di laurea magistrale di durata quinquennale.
Questo itinerario formativo assicura di certo una buona preparazione di partenza ma se mancano attitudini umane orientate alla cultura dell’infanzia, al rispetto dei suoi primari diritti e alla piena donazione emotivo – affettivo – relazionale verso i minori, purtroppo, tutto diventa inutile.

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