SALERNO IMPREGNATA DI DELUCHISMO

Ambrogio IETTO

Salerno, 17 Ottobre 2015
RIFLETTERE SULLA CITTA’

La primavera è prossima e con essa si rende imminente anche la scadenza elettorale per il rinnovo del consiglio comunale e la scelta del sindaco. Discutere di questi temi è doverosa manifestazione di cittadinanza attiva soprattutto in una realtà socio – culturale, qual è quella di Salerno, deliberatamente diseducata a ricorrenti occasioni di confronto costruttivo e di pratica di democrazia partecipata.
Mentre all’interno del Partito Democratico e dell’area cosiddetta deluchiana tutto è silenzio in attesa che il presidente della regione decida il da farsi, sciogliendo in primo luogo il nodo collegato ad una eventuale, non improbabile presenza attiva di uno dei suoi figlioli, si percepisce, con favore, qualche contenuta manifestazione di confronto tra quanti risultano responsabili di gruppi e di movimenti allineati nell’orbita della destra.
I decenni passati sono di certo testimoni di plurime condotte politico – amministrative orientate alla tacita accettazione dell’irreversibile primato dell’egemonia di De Luca e dei suoi acritici seguaci.
Nonostante la città avesse contribuito ad esprimere una delegazione parlamentare di centrodestra di tutto rispetto, i suoi componenti hanno preferito o di adoperarsi per la conquista e l’auspicata gestione dell’amministrazione provinciale ( è il caso dell’onorevole Cirielli ) oppure di perseguire con caparbietà ruoli e comparse di respiro nazionale e di forte ricaduta pubblicistica ( è il caso dell’onorevole Carfagna assurta addirittura ad incarichi ministeriali ).
L’ambito municipale di Salerno di fatto è rimasto privo di leadership significative, idonee a cavalcare e a galvanizzare i sia pure sommersi segnali d’insofferenza verso lo strategico disegno dell’attuale presidente della regione di realizzare e governare una fitta rete di scambievoli interessi.
Così, da una parte, si è assistito al graduale e per niente nascosto percorso di avvicinamento all’ambiente deluchiano della composita realtà imprenditoriale – mercantile, pur vicina, per storia e per formazione culturale, al moderatismo liberale, mentre De Luca, mediante più o meno esplicite manifestazioni di assenso e di comprensione ( molto spesso le sue filippiche televisive settimanali hanno espresso attenzione finanche nei riguardi del regnante Berlusconi! ), non ha indugiato nel fare l’occhiolino di triglia verso chi si è addirittura impegnato a sostenere finanziariamente il suo attivismo politico e le sue campagne elettorali. Ben vengano, quindi, le riflessioni sul domani politico – amministrativo della città capofila del deluchismo regionale e, ormai, nazionale.
Esse, però, oltre ad interessarsi della ricerca di volontari significativi, disposti a caricarsi dell’onere di prendere il timone di un natante in difficoltà, si soffermino sull’attuale confusa identità della città che non è né planetaria né europea, e che, carente negli essenziali servizi alla persona, risulta anche disancorata per intero dalla piana del Sele e dall’entroterra dell’Irno, in particolare dal suo ateneo, chiamato comunemente Università di Fisciano, come se ci si si vergognasse di rappresentare la continuità dello “ Studium Salerni Hippocratica Civitas “, giustamente richiamato ed ostentato nel logotipo.

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