IL FUTURO DELL’AEROPORTO DI SALERNO NELLE MANI DI CIRIELLI E DI DE LUCA, DI GALLOZZI E DI STRIANESE

 

Salerno, 3 Settembre 2010

 

Ambrogio IETTO

 

LE CONNESSIONI TRA POLITICA ED IMPRENDITORIA

 

 

L’odierna riflessione muove dalle recenti determinazioni assunte dal direttivo di Confindustria Salerno sulla vicenda dell’aeroporto e dall’intelligente gioco di anticipo attivato da Augusto Strianese mediante una missiva diretta al predetto organismo.

Chi scrive non ha rapporti privilegiati col mondo imprenditoriale e mercantile né è addentro alle manovre e alle manfrine che anche la politica locale è capace di azionare al fine di perseguire obiettivi considerati particolarmente favorevoli per la propria parte.

Alla questione aeroporto è interessato esclusivamente per  motivi affettivi anche in considerazione della propria consolidata allergia a mettere piede su di un aeromobile. Il vecchio campo di aviazione, la cui conquista da parte della 169^ Brigata Alleata (Queen’s Brigade ) costò complessivamente oltre 1000 giovani vittime amorevolmente raccolte nel cimitero inglese allestito a Bivio Pratole in territorio di Montecorvino Pugliano, era frequentato di tanto in tanto da un piccolo gruppo di ragazzini residenti all’epoca nella borgata di Bellizzi.

La curiosità veniva alimentata non solo dal movimento dei caccia italiani e tedeschi ma anche dalla presenza di un folto gruppo di prigionieri del Commonwealth rinchiusi nel campo, all’interno di uno steccato.

Capitò, così, anche al redattore di questa nota, all’epoca fanciullo di sette anni, di vivere attimi di paura in una tarda mattinata di fine maggio 1943 quando il famigerato ‘ Ciccillo ‘o ferroviere ‘, un piccolo aereo ricognitore inglese, così denominato dalla gente semplice della Piana del Sele, in un’ardita picchiata volle temerariamente sfidare il sorpreso contingente militare posto a guardia dell’aerostazione.

Quella pista semisconnessa, ripulita delle molte mine e ricoperta da uno strato di cemento, fu poi riutilizzata, a partire dall’autunno del 1958, da tre -quattro aerei monoposto della divisione ‘Avellino ‘ dell’Esercito. Quattro anni dopo il Comando militare americano di stanza in Italia autorizzò su quella pista l’atterraggio dell’elicottero che ospitava a bordo Jaqueline Kennedy, la first lady diretta a Ravello per una breve vacanza.

L’utilizzazione di quella piccola, malridotta struttura logistica da parte di un personaggio importante alimentò entusiasmo e speranza per una sua definitiva, funzionale ristrutturazione e conseguente valorizzazione. Il noto giornalista Vittorio Paliotti, inviato del settimanale ‘ Gente ‘, nel suo ‘ pezzo ‘ fece più volte riferimento all’aeroporto di Bellizzi.

Anche chi scrive cercò di adoperarsi, con numerosi interventi sulla stampa quotidiana e periodica, per il riassetto e la riattivazione dell’aerostazione. Il fatto che a distanza di mezzo secolo da quella stagione si continui a fare il gioco dei quattro cantoni, tra politici e realtà imprenditoriale, sul definitivo decollo del ‘ Costa d’Amalfi ‘, non può che produrre insofferenza e, per certi aspetti, anche irritazione, dovendo prendere amaramente atto che pure su questa vicenda si rileva la complessiva indisponibilità – incapacità di quanti, in ruoli diversi, sono coinvolti nei suoi organismi decisionali e di gestione.

Quindi è solo per i dichiarati motivi di natura affettiva che si dà atto ad Augusto Strianese di avere caparbiamente creduto in questa impresa. Tra amarezze, frustrazioni ed entusiasmi egli è andato avanti  per ben otto anni con forte determinazione fino ad ottenere, a partire dall’agosto 2008, le concessioni ed autorizzazioni  relative all’attività di volo.

Poverino fu anche preso garbatamente in giro da chi scrive per aver giurato invano all’arcivescovo Mons. Pierro sul sicuro avvio dell’attività aeroportuale fin dal gennaio 2004!

Ora il presidente della Camera di Commercio è costretto a prendersi le critiche finanche dell’onnipresente Mimmo Volpe, che fu suo delfino per ben sei – sette anni e che per gratitudine, da sindaco di Bellizzi, gli conferì nel gennaio 2009 anche la cittadinanza onoraria.

Salerno non è stata molto fortunata con la sua classe imprenditoriale e mercantile. Troppo spesso essa si è lasciata coinvolgere in operazioni di discutibile contiguità col mondo della politica. Pertanto non è da abbandonare l’idea – convinzione che anche nella questione aeroporto, oltre ai futuri assetti interni di Assindustria Salerno e della Camera di Commercio, siano correlate più o meno indissolubilmente anche le solite manfrine di bassa lega politico – amministrativa.

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