ALIMENTARE NELLA CITTADINANZA SALERNITANA IL SENSO DI APPARTENENZA ALLA PROPRIA UNIVERSITA’

 

Salerno, 5 Novembre 2010

Ambrogio IETTO

 

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FISCIANO ?

 

La lezione magistrale sulla ‘ Salerno italiana – 1860/1990 ‘, tenuta l’altra sera da Luigi Rossi, preside della Facoltà di Scienze Politiche, al Casino Sociale, e la giornata di studio sul pensiero e sull’opera di Gabriele De Rosa, primo rettore dell’ateneo salernitano,  svoltasi ieri al Campus, costituiscono occasioni preziose per riprendere il tema per niente da trascurare sul rapporto tra la città capoluogo che dà nome e logo alla ‘ Hippocratica Civitas – Studium Salerni ‘ e il ‘ Campus  vivendi’ insediato all’interno della circoscrizione comunale di Fisciano.

E’ stato proprio Rossi che, da attento osservatore ed acuto critico anche delle vicende nostrane, ha riportato l’espressione abbastanza comune e frequente di denominare l’ateneo ‘ Università di Fisciano ‘. L’ha fatto nel contesto di una riflessione più ampia concentrata sul ‘ distacco ‘ non solo fisico ma anche e, soprattutto, culturale e psicologico della città e dei suoi abitanti dalla cittadella universitaria.

Chi scrive ha avuto l’onore per un periodo molto contenuto ( giugno 2005/marzo 2006 ) di essere chiamato, non secondo logiche di appartenenza politica ma per presunta, favorevole disponibilità ad interessarsi della questione, a ricoprire l’incarico di assessore ai rapporti con l’ateneo. Quelli sono stati mesi di particolare, feconda interazione comunicativa tra le due istituzioni.

Inizialmente fu necessario affrontare pregiudizi e riserve mentali presenti in non pochi esponenti del mondo accademico che ritenevano fosse dovere primario se non esclusivo dell’Amministrazione comunale sostenere economicamente iniziative di studio e di approfondimento promosse da Cattedre, Dipartimenti e Facoltà.

Si trattò di evidenziare l’esigenza forte che avvertiva la comunità cittadina, identificabile in particolare col mondo adulto occupato nella scuola, nella pubblica amministrazione, nel volontariato, nell’attività mercantile e con la folta rappresentanza dei pensionati autenticamente motivati verso un’intelligente rivisitazione del personale patrimonio culturale, di attingere a qualificate fonti di sapere.

Dopo molti contatti avviati informalmente con esponenti dei vari organismi preposti al governo dell’ateneo fu possibile, grazie anche al convinto sostegno di Mario De Biase, sindaco pro – tempore, e del rettore Raimondo Pasquino, dar vita ad un importante incontro a Palazzo di Città, finalizzato ad un fecondo scambio di idee e di proposte, coi presidi delle diverse Facoltà e con tutti i direttori di Dipartimento.

In quella stessa giornata furono inaugurati i locali di proprietà comunale dell’Ex Convento di San Michele in via Bastioni e del Centro Regionale su Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, presso palazzo Genovesi, affidati all’Università per attività di accoglienza, di studio, di promozione culturale e di ricerca.

In rapporto alle non doviziose disponibilità finanziarie dell’Ente Comune si riuscì a sostenere iniziative di primario interesse scientifico a condizione che prevedessero nel programma qualche sessione dei lavori da svolgere in città. Ad esempio in occasione del ‘ VII Workshop dei docenti e dei ricercatori di Organizzazione Aziendale’ non ci furono indugi nel trasformare il Salone dei Marmi anche in ambiente accogliente e suggestivo per la cena e la serata di gala.

Furono soltanto piccoli segnali di doverosa attenzione che la comunità locale manifestava nei riguardi della comunità scientifica al fine di avviare un organico rapporto di collaborazione funzionale a far ‘ percepire ‘ il Campus come un’entità umana e culturale non disancorata dall’istituzione comunale che, grazie all’iniziale, felice intuizione di Giovanni Cuomo, ministro dell’istruzione del governo Badoglio nel semestre in cui Salerno visse la stagione di capitale d’Italia, sostenne in continuità la sua piena fioritura.

Al rettore Pasquino va dato atto del permanente, personale sforzo, anche di natura fisica, finalizzato ad assicurare con la sua presenza significativa autorevolezza a manifestazioni celebrative e culturali che la città organizza. Si sa bene che se gli venissero offerti ambienti dignitosi e capaci in città non avrebbe indugi a trasformarli in sede di rappresentanza dell’Università.

Al di là di questi sia pure interessanti segnali si avverte, però, l’urgenza di concretizzare un piano di lavoro, concertato tra Università e Comune e finalizzato ad alimentare nella cittadinanza il senso di appartenenza al suo centro culturale per eccellenza. Operazione analoga va compiuta nei riguardi di quanti operano, con funzioni e ruoli diversi, all’interno del Campus.

Sa soltanto di sceneggiata napoletana venire a celebrare in città sedute di laurea per protestare contro i provvedimenti governativi di restrizione finanziaria.

Il ciclo di lezioni di storia attualmente in svolgimento in città conferma un interesse diffuso da parte della gente ad ampliare criticamente il proprio orizzonte culturale.

Perché, da parte dei diversi Dipartimenti, in occasione di iniziative significative di studio e di confronto, non si inserisce una sessione di lavoro da tenere in città al fine di ‘catturare’ ordini professionali, associazioni culturali ed aggregazioni varie ?

E’ un modo anche questo per contribuire in misura non trascurabile  all’elevazione del grado di cittadinanza attiva e per concretamente affermare che l’Università degli Studi di Salerno è insediata nell’accogliente comune di Fisciano ma non si identifica esclusivamente con la vivace cittadina della Valle dell’Irno.

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