IL RITO DEL VIAGGIO A NUSCO DEGLI ASPIRANTI CANDIDATI

 

 

Salerno, 18 Novembre 2010

Ambrogio IETTO

L’EFFETTO DE MITA

 

Ho la fortuna di conoscere l’onorevole Ciriaco De Mita dal 1972. In quell’epoca ero componente elettivo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, massimo organo consultivo del titolare pro – tempore del Palazzo della Minerva, il compianto Riccardo Misasi. In uno dei giorni di fine febbraio di  quell’anno era stato battuto alle Camere il primo governo Andreotti, costringendo  il presidente della Repubblica Giovanni Leone ad indire, per la prima volta nella storia dell’era repubblicana,  elezioni anticipate.

Misasi, che mi conosceva soltanto perché componente dell’organo che egli era tenuto a presiedere, mi convocò nel suo studio e, senza particolari fronzoli, ricordando la mia appartenenza alla rappresentanza cattolica e la mia provenienza territoriale, mi chiese di sostenere il suo capo corrente De Mita alle elezioni che si sarebbero tenute il successivo 7 maggio.

Fu così che qualche settimana dopo l’incontro romano, in piena campagna elettorale, ospitai presso l’attuale mia abitazione di Salerno il leader irpino alla presenza di un qualificato gruppo di amici e colleghi direttamente impegnati nell’azione politico – amministrativa.

Tra noi due si costruì, così, un rapporto di reciproca stima sancito dal confidenziale ‘ tu ‘ che egli benevolmente volle pretendere da me. Una sola volta, ‘ catturato ‘ in auto da  Antonio Valiante, raggiunsi Nusco ove, nell’abitazione del parlamentare irpino, ebbi modo di trovarmi al cospetto del cavaliere Giuseppe Amato, del presidente dell’epoca della Camera di Commercio Pastore e di un giovanissimo Tino Iannuzzi.

Si era nel tardo autunno del 1993 e, ex abrupto, sentii propormi da De Mita come potenziale candidato a sindaco di Salerno alla prima discesa in campo di De Luca. Rapporti di sincera amicizia con Pino Acocella, ampiamente consolidata negli anni successivi, mi misero nelle favorevoli condizioni di passare a lui la patata bollente di una contesa di certo non facile.

La lunga introduzione serve a giustificare alcune essenziali considerazioni che mi permetto di esprimere sul conto dell’onorevole De Mita e sull’effetto di prevalente valenza psicologica che egli produce su quanti ricercano la sua sponsorizzazione in occasione di diretta discesa in campo per importanti dispute elettorali.

Non si scopre nulla di nuovo nel riconoscere ancora oggi all’ex presidente del Consiglio e segretario nazionale della DC per oltre sette anni un’intelligenza tuttora vivace ed acuta, un’attitudine spiccata ad elaborare il pensiero, utilizzando la simpatica ed ineguagliabile dizione e condendolo con paradossi, costruzioni metaforiche, elucubrazioni sofisticate e battute pronunciate al momento giusto e dal sicuro effetto su chi le ascolta.

In un contesto culturale e politico in cui il corrente linguaggio politichese, contorto, involuto e spesso incomprensibile al vasto pubblico, si accompagna ad un uso piuttosto improprio della sintassi e a ricorrenti incidenti di percorso nella coniugazione dei congiuntivi e dei condizionali, l’onorevole De Mita è giustamente percepito come una star. Un suo intervento oratorio in pubblico alimenta ancora giustificato, diffuso interesse.

Pertanto lasciarsi legittimare da lui politicamente ancora oggi significa presumere di concedere alle personali aspirazioni elettorali un valore aggiunto. E’ pur vero che il cosiddetto visir di Nusco non concede facilmente la sua parola e la sua immagine al richiedente di turno del quale accerta preliminarmente l’entità del consenso elettorale acquisito in precedenza, l’indice della potenziale credibilità, il contesto sociale in cui l’aspirante opera, i rapporti e i collegamenti politici tenuti in precedenza e il loro livello di congruità coi disegni e coi progetti al momento erompenti nella mente dell’attuale esponente del partito di Casini.

Presi in esame questi ed altri fattori si sigla l’accordo. In questo modo negli ultimi venti anni sono state attivate e spesso scisse poco dopo decine e decine di intese collaborative tra De Mita ed esponenti della politica salernitana.

Continua, però, ad essere riconosciuto al politico irpino una sorta di carisma. Sia pure in misura notevolmente più contenuta di un tempo persiste il pellegrinaggio di nostra gente verso la località montana dell’Irpinia. E’ un rito che si ripropone soprattutto nella fase propedeutica alle sfide elettorali.

Da questo andirivieni e dai riconoscimenti concessi nel tempo a tanti nostri conterranei sicuramente l’onorevole De Mita avrà ricavato in passato e potrà ricavare tuttora un interiore appagamento.

Il sentirsi corteggiato  ad 82 anni di età e il vivere la percezione di incidere ancora in termini significativi sul percorso politico- amministrativo dei questuanti del momento rappresentano per lui una sostanziosa fonte di energia che aiuta di certo a contenere gli effetti perversi della senilità.

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