BERSANI PROTETTORE DI DE LUCA E LA SCENEGGIATA DAL TITOLO ” ISSO, ESSA E ‘A MALAMENTE “

 

Salerno, 20 Novembre 2010

Ambrogio IETTO

 

QUESTA CLASSE POLITICA GUERRAFONDAIA

 

I resoconti giornalistici di quanto accaduto avantieri, a prima mattina, nella palazzina B del centro di produzione della Rai a Saxa Rubra, successivamente a Palazzo Chigi, sede del Consiglio dei ministri e, quindi, a Montecitorio, in piena aula parlamentare, offrono uno spaccato per niente incoraggiante e sicuramente espressivo del livello esageratamente elevato raggiunto dalla sguaiata conflittualità in atto tra esponenti della nostra classe politica.

Occorre procedere in ordine non per giustificare eventuali pronunciamenti a favore di questo o di quel personaggio in competizione ma semplicemente per partecipare al lettore situazioni e circostanze cosi come sono state presentate da importanti testate nazionali e, ad avviso di chi scrive, sicuramente emblematiche di una vorticosa caduta in basso della politica.

Al centro Rai, come preannunciato da comunicati ufficiali, avrebbero dovuto prender parte ad ‘Unomattina’, ospiti del conduttore napoletano Franco Di Mare, il sindaco di Salerno De Luca e il presidente della provincia Cirielli. Argomento da affrontare: quello dello smaltimento dei rifiuti in Campania. All’inizio della trasmissione  risultano presenti solo Edmondo Cirielli e Marco Demarco direttore del ‘ Corriere del Mezzogiorno‘. Di De Luca neppure l’ombra. Egli, però, comparirà in quello stesso studio televisivo dopo l’uscita di scena di Cirielli.

E’ un primo episodio questo che la dice lunga sull’interpretazione che la classe politica nostrana dà del  senso di responsabilità istituzionale, del concetto di democrazia e della pratica del confronto. A riflettere bene è andata meglio così. Pensate un poco quale sarebbe stato il pronunciamento della comunità nazionale se i due si fossero presi a pugni dinanzi le telecamere della televisione di Stato.

La seconda sceneggiata paraistituzionale si svolge a Palazzo Chigi ove è in riunione il Consiglio dei ministri per prendere decisioni riguardanti, tanto per non cambiare, la questione dell’immondizia napoletana e, perché no, anche di quella salernitana.

All’improvviso, scortato dai deputati Marantelli e Marchignoli, il primo di Varese e il secondo di Bologna, nella camera antistante il salone delle riunioni del consiglio dei ministri irrompe il segretario del partito democratico Pier Luigi Bersani. La cronaca dei quotidiani nazionali non fa cenno sul perché l’uomo politico piacentino abbia preferito scegliere come testi due compagni di partito del nord e non portarsi dietro un Cuomo o un Vaccaro che pur sono entrambi  salernitani. L’arrivo di Bersani a Palazzo Chigi, infatti, si giustifica proprio con la logorante querelle del termovalorizzatore da installare a Salerno.

Egli rivendica il primato dei comuni a farsi carico del tanto corteggiato adempimento anche perché coinvolgere le province di Salerno e di Napoli significherebbe operare una scelta ‘ con poca trasparenza’. A pensar bene è lo stesso concetto espresso da De Luca alcuni giorni prima quando a chiare lettere ebbe ad affermare che per l’operazione termovalorizzatore avrebbe avuto fiducia   soltanto di se stesso.  

E’ il ministro Maroni ad accogliere la raccomandazione di Bersani e a riferirla subito dopo all’intero consiglio che, come si sa, prenderà una decisione sfavorevole sia per De Luca sia per Cirielli, assegnando la patata bollente tra le mani del mite presidente della regione Caldoro.

Se i fatti fossero soltanto questi si potrebbe, al limite, solo considerare irrituale il blitz compiuto da Bersani certamente a seguito delle pressanti sollecitazioni di De Luca che, valutata parzialmente perduta la partita giocata con Cirielli, ha considerato scelta estrema recarsi a chiedere aiuto alla casa madre del PD  spesso da lui rinnegata se non proprio  ripudiata.

L’aspetto triste e miserevole della vicenda, però, sta nel conflitto ormai non più latente tra il presidente della provincia Cirielli e il ministro Carfagna entrambi, si ricorda, facenti parte della squadra berlusconiana. La giovane responsabile del dicastero delle ‘Pari Opportunità ‘  ha dichiarato di avere sollecitato la soluzione pro – presidente della regione al fine di non vedere bloccata sine die la realizzazione del termovalorizzatore dal contenzioso amministrativo in atto tra comune di Salerno e provincia di Salerno. Altri esponenti nazionali del PDL sostengono, invece, che la pressione operata dall’onorevole Carfagna sul presidente Berlusconi, a sostegno della decisione assunta dal governo,  sia la naturale reazione allo sgarbo subito il giorno prima da Cirielli che aveva distribuito ai colleghi parlamentari centinaia di fotocopie di ritagli di giornali salernitani sui quali si ipotizzava non solo il mancato gradimento, da parte della Carfagna, della candidatura a sindaco di Salerno della vice presidente della provincia  Ferrazzano ma addirittura un assenso di massima del ministro ad una candidatura alternativa combinata con l’UDC e con altri frammenti del centrodestra.

Ed è proprio all’interno dell’aula di Montecitorio che si concretizza il terzo atto della sceneggiata messa su a Roma e da poter tranquillamente intitolare “ isso, essa e ‘a malamente”. Il personaggio che interpreta “isso” è il Bocchino di sempre, considerato cattivo suggeritore dei comportamenti e delle scelte politiche del ministro Carfagna che, nel caso rappresentato,  ricopre il ruolo di “essa”  secondo il consolidato protocollo  napoletano.

I due stanno comunicando verbalmente tra loro a distanza ravvicinata. Improvvisamente entra in scena “ ‘a malamente“, al secolo Alessandra Mussolini, la quale non crede ai suoi occhi nel poter fermare col cellulare personale le immagini di “ isso” e di “ essa “ colti in flagranza di reato quali cospiratori antiberlusconiani. Apriti cielo! Due volte un ‘ brava ‘ sarcastico da parte della bella salernitana e due volte un ‘ vergognati ‘ furente da parte della vulcanica puteolana.

L’estensore di questa non esaltante cronaca non osa pronunciarsi su quanto accaduto nella giornata di avantieri nella Roma dei papi e su chi ha ragione e su chi ha torto. Si permette soltanto manifestare il personale, isolato senso di repulsione nei confronti di una politica ridotta a scontro continuo, a maldicenze più o meno piccanti, ad insinuazioni e ad offese non di rado gratuite.

Sono del tutto assenti, purtroppo, consapevolezza istituzionale e senso di responsabilità. Quanta miseria umana e quanta ingorda conflittualità.

 

 

 

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